La Porta di Jaffa
Dove ci porta l’onda?
Molti analisti pare che abbiano capito tutto su ciò che sta succedendo in Medio Oriente. Ma quello in corso è tutt’altro che un processo lineare. Diverse le forze in gioco, e nessuno oggi è realmente in grado di controllarle. Anche la retorica sulle analogie con il 1989 europeo sarebbe da accantonare. Per una serie di buone ragioni...
Piccoli segni per sperare
C'è un Medio Oriente che in queste ore ribolle: nel momento in cui scrivo non è ancora chiaro come andranno a finire le cose in Egitto. Eppure scorrendo oggi i siti dei quotidiani del Medio Oriente sono rimasto colpito da due notizie positive. Due fatti piccoli, che non faranno mai titolo al telegiornale, ma che vi propongo.
L’onda lunga egiziana
In Israele e in Palestina si segue con il fiato sospeso quanto sta succedendo in Egitto. In una situazione così in movimento e dagli esiti tanto incerti prevale il panico: in Israele, soprattutto, si palpa il terrore di ritrovarsi di nuovo a fare i conti con il Cairo. Ma questi sono i ragionamenti della geopolitica. Cerchiamo ad ascoltare altre voci, che stanno provando a guardare più lontano.
Dentro l’Egitto in fiamme
Che cosa sta succedendo in Egitto? E - dopo quanto già successo in Tunisia - le dimostrazioni di queste ore rappresentano davvero un punto di svolta per tutto il Medio Oriente? Mai come oggi è importante prestare ascolto alle analisi che ci arrivano da questa stessa regione del mondo.
Molto più a sud di Arcore…
Sulla stampa italiana in questi giorni passano praticamente inosservate due notizie dal Medio Oriente con cui potremmo trovarci a fare i conti molto presto. Da una parte il divorzio di Ehud Barak dal Partito laburista; dall'altra la nuova escalation della tensione a Beirut dopo l'uscita di Hezbollah dal governo libanese di unità nazionale.
Il fattore Guyana
Il piccolo Paese latino americano della Guyana è il settimo Stato di quell'area del mondo che in queste ultime settimane ha deciso di riconoscere ufficialmente lo Stato palestinese. Che cosa sta succedendo? Si tratta di atti politici che possono sul serio lasciare il segno in Medio Oriente?
Alessandria interroga
La strage dei copti avvenuta ad Alessandria d'Egitto la notte di Capodanno ha turbato i cristiani di tutto il Globo. Ma anche nel mondo musulmano si discute apertamente di questo barbaro attentato terrorista. Tra quelle che ho visto vi sono tre reazioni che ci sembra interessante segnalare.
Il Natale dei cristiani d’Israele
Natale è il momento di massima visibilità per i cristiani in Israele. E non solo per la presenza di un numero molto alto di pellegrini: per i media israeliani è anche l’occasione per interrogarsi su questa presenza dentro le proprie città, con risultati anche interessanti. Qualche esempio.
I giorni dell’Ashura
I musulmani sciiti hanno da poco celebrato l'Ashura, la ricorrenza religiosa che ricorda il martirio di Alì, il nipote del profeta Maometto. Come sempre accade in questa occasione, le processioni degli sciiti in Medio Oriente sono diventate l'occasione per uno sguardo a un tema caldissimo: quello dell'influenza che oggi l'Iran ha su tutta la regione.
A tutto c’è un limite
Aaron Leib Steinman, un rabbino israeliano di 96 anni, giorni fa ha messo alla porta il collega Shmuel Eliyahu, che avrebbe voluto coinvolgerlo in un suo pronunciamento che censura gli ebrei che in Israele vendono o affittano casa agli arabi. Il gesto dimostra che non tutti sono disposti a strumentalizzare la Torah.
Scacco al re
Se in Europa la bufera Wikileaks alla fine sembra non andare oltre il pettegolezzo, più seria è la questione delle ricadute in Medio Oriente dei file carpiti dalle ambasciate americane di mezzo mondo. In particolare è l'Arabia Saudita, questa volta, ad essere finita nell'occhio del ciclone. Vediamo perché.
Giusti e Shoah, lungimiranza cercasi
Un’ennesima occasione persa in Medio Oriente... Un’articolo comparso sul sito web del quotidiano israeliano Yediot Ahronot conferma l’intenzione dello Yad Vashem di non concedere il titolo di «Giusto tra le nazioni» a Khaled Abdel Wahab, un musulmano tunisino che salvò alcuni ebrei dalla Shoah. La decisione è motivata da criteri molto stringenti, ma che forse non tengono conto di tutta la posta in gioco.