La Porta di Jaffa
A Gaza c’è aria di svolta
Chi racconta il Medio Oriente in queste ore continua a tenere gli occhi puntati su Deauville, dove è in corso la riunione del G8. Ma sbaglia. Perché le cose veramente importanti in queste ore stanno succedendo a Gaza. Siamo, infatti, alla vigilia di un altro di quei passaggi che possono cambiare sensibilmente le carte in tavola...
Obama non osa
Atteso da settimane, Obama giovedì ha parlato. Con un discorso che in certi passaggi ha ricordato quello pronunciato al Cairo due anni fa. Ma questa volta l'accoglienza in Medio Oriente è stata molto scettica. Tra equilibrismi e retorica, alla fine l'impressione è che la diplomazia americana resti prigioniera del proprio status quo.
Il nuovo Egitto senza censure
L'assalto di qualche giorno fa alla chiesa del quartiere di Imbaba al Cairo ha riportato sotto i riflettori la rivoluzione egiziana. Quella partita è già persa? Forse no. Vale la pena di dare un'occhiata a come l'Egitto sta discutendo in queste ore di quanto accaduto sabato scorso a Imbaba.
Questioni di sfiducia
Fiumi di parole sono stati scritti in questi giorni sulla recente uccisione di Osama Bin Laden. E in effetti sono tante le domande che l'epilogo di questa vicenda solleva. Ma ora vorremmo considerare solo un aspetto: come guarda a questo fatto il Medio Oriente arabo?
Fatah e Hamas ci riprovano
Di annunci di accordi di riconciliazione tra Fatah e Hamas ne abbiamo sentiti parecchi in questi anni. E abbiamo visto tutti poi che fine hanno fatto. Viene spontaneo dunque chiedersi se quella di cui si parla tanto in queste ore sia davvero una svolta. E quanto pesi in questo nuovo scenario ciò che sta succedendo in Siria, con l’esercito che spara sui manifestanti.
La primavera araba intorno alla Pasqua
Come capita praticamente sempre a Gerusalemme le feste religiose si intrecciano. Lunedì sera il mondo ebraico è entrato nella settimana di Pesach, la sua Pasqua, mentre domenica sarà Pasqua per i cattolici, ma anche per le Chiese che seguono il calendario giuliano. Un filo rosso lega tra loro queste celebrazioni: dovrebbero portare il credente a fare i conti con la storia...
Vittorio e la solitudine di Gaza
Ucciso in quella Gaza di cui aveva raccontato senza sconti il dramma. Ucciso nonostante il suo sostegno incondizionato alla causa palestinese. È morto così Vittorio Arrigoni. A soli pochi giorni di distanza dall'uccisione di un altro «amico dei palestinesi», Juliano Mer Khamis. La domanda allora non può che essere: cosa sta succedendo?
In morte di un ebreo palestinese
Anche i costruttori di ponti muoiono nel conflitto infinito che insanguina la Terra Santa. Anzi, è molto facile che siano esposti alla violenza più di tutti gli altri. La riflessione sorge spontanea davanti all'uccisione, giorni fa a Jenin, di Juliano Mer Khamis, attore arabo israeliano e tra gli esempi più belli della voglia di pace nella giustizia in Palestina.
Assad sul filo del rasoio
Dopo Egitto e Tunisia e con la guerra in corso in Libia ora è il turno della Siria. Partita infinitamente più importante di quella libica per gli equilibri della regione. Anche se guardando i nostri tg sembrerebbe esattamente il contrario. Eccoci allora a parlare di Damasco, crocevia fondamentale per il futuro della rivoluzione del 2011.
Verso un’intifada non violenta?
Che i fronti internazionali da seguire in questi giorni siano parecchi è fuori discussione. Ma forse stiamo sottovalutando ciò che avviene in Palestina. L'onda lunga dei giovani arabi è arrivata infatti anche a Gaza e nelle principali città della Cisgiordania. E la situazione è in pieno movimento.
Tutti sconfitti a Itamar
È sempre l’ora della strage degli innocenti in Terra Santa. Qualsiasi cosa si pensi degli insediamenti israeliani in Cisgiordania, non si può non ripeterlo di fronte alla strage di Itamar, costata la vita qualche sera fa a due genitori e tre loro figli piccoli. Sconvolgente è il senso di sconfitta che queste morti portano con sé.
Una scuola da Oscar
Chi segue questa rubrica ricorderà forse il nome della scuola Bialik-Rogozin di Tel Aviv, frequentata in gran parte dai figli degli immigrati non ebrei: 800 ragazzi di 48 nazionalità. Domenica scorsa, la scuola è arrivata niente meno che all’Oscar a Los Angeles. Il premio per il miglior documentario breve è andato infatti al film Strangers No More, interamente girato in questo istituto israeliano.