La Porta di Jaffa
Dal lutto un nuovo impegno per la vita
Appena ieri in questa rubrica parlavamo della vicenda dei tre ragazzi israeliani rapiti, commentando riflessioni che - alla luce della terribile scoperta dei loro corpi ieri sera - sono ormai tragicamente superate. Sappiamo tutti che sono cominciate ore che rischiano di far sprofondare ulteriormente la Terra Santa nel baratro dell'odio...
Riflessioni israeliane su un triplice rapimento
Passano i giorni, ma Gil-Ad Shaer, Naftali Frenkel e Eyal Yifrach - i tre ragazzi israeliani sequestrati ormai più di due settimane fa nei Territori palestinesi - non saltano fuori. Dopo le massicce incursioni durate fino a qualche giorno fa, con Hebron e le altre città della Palestina setacciate casa per casa, adesso l’esercito israeliano passa alle misure tecnologiche. L’amara verità è che anche questo sequestro rischia di andare avanti a lungo...
La posta in gioco in Iraq
Abituati ormai come siamo alle notizie tragiche dal Medio Oriente forse non abbiamo ancora capito fino in fondo la portata di quanto sta succedendo in queste ore in Iraq. Terrasanta.net ha già raccontato la situazione drammatica dei cristiani di Mosul, la seconda città dell'Iraq. Vale però la pena anche di allargare un po' lo sguardo per capire la posta in gioco dello scontro che si sta consumando a nord di Baghdad...
Francesco in Israele e Palestina con le lenti della stampa locale
Che cosa resta il giorno dopo? È la domanda che ogni viaggio di un Papa in Terra Santa lascia immancabilmente dietro di sé. E non potevano certo fare eccezione le tre giornate intensissime e colme di gesti (ancora più che di parole) trascorse da Papa Francesco tra Amman, Betlemme e Gerusalemme. Nei commenti del giorno dopo sui media locali restano tante analisi un po' scontate e qualche voce fuori dal coro.
Se Gerusalemme non è più tabù
Come raccontava qualche giorno fa Terrasanta.net sta facendo discutere in Libano l'intenzione del patriarca maronita Bechara Rai di recarsi a Gerusalemme in occasione della visita del Papa. In tutto il mondo arabo, fino ad ora, è stata prevalente l'idea che recarsi in pellegrinaggio nella Città Santa equivalga a un riconoscimento politico dell'«occupazione israeliana». Ma ora ci sono segnali di cambiamento.
Platone, i palestinesi e la Shoah
In questi giorni in Medio Oriente si è parlato molto del tema della Shoah in coincidenza con il 27 nisan, la data ebraica del Giorno della memoria. E hanno fatto notizia - in particolare - le dichiarazioni di Abu Mazen sulla Shoah, definita dal presidente palestinese il crimine più odioso contro l'umanità nell'età moderna. Al di là delle parole, per il popolo palestinese, quello dell’Olocausto resta un argomento scottante e scomodo.
Una fredda Pasqua di speranza
In Terra Santa di questi tempi il clima del cuore è abbastanza freddo e cupo... Eppure Pasqua viene a ricordarci che c'è un altro tempo su cui sintonizzarci, il tempo suggerito dall'alto. E questo tempo non annuncia la rassegnazione al peggio, ma una stagione in cui le ossa aride ritornano a vivere. Come nella celebre visione del profeta Ezechiele...
L’eclissi dei profughi siriani
Non ci sono più parole per descrivere il dramma della Siria. O forse siamo noi a non volere più sentire parole su questa guerra terribile di fronte alla quale ci sentiamo impotenti. Fatto sta che persino i profughi e rifugiati, le vittime più indifese di questo conflitto, ormai faticano a bucare i nostri schermi. Far fare notizia ai profughi siriani sta dunque diventando una delle fatiche più quotidiane per chi si occupa di questa emergenza umanitaria. Due storie venute alla ribalta questa settimana ce lo mostrano molto bene.
Riyadh 2014, l’indice dei nomi proibiti
Linda oppure Alice? Abdul Naser o Binyamin? È intorno a nomi come questi che passa il nuovo fronte della battaglia per la salvaguardia dell'Islam wahhabita in Arabia Saudita. A Riyadh il ministero dell’Interno ha diffuso un decreto in cui si vieta ai genitori di scegliere per i propri figli cinquanta nomi che «contraddicono la cultura o la religione del regno» o perché stranieri o semplicemente perché giudicati «inappropriati»...
Lo yogurt dei kibbutz fa gola ai cinesi
Passerà attraverso lo yogurt il nuovo fronte della geopolitica in Medio Oriente? Viene da chiederselo in questi giorni leggendo sui giornali israeliani il dibattito in corso sul destino della Tnuva, la più importante azienda produttrice di latticini nel Paese. Azienda sulla quale pende oggi un'offerta d'acquisto da parte di un colosso alimentare di Shanghai controllato direttamente dal governo cinese.
La cornice di Kerry
È un negoziato verso il quale ben pochi nelle piazze del Medio Oriente ripongono fiducia. Eppure continua ad andare avanti sottotraccia. E nel giro di qualche settimana partorirà l'ennesimo piano di pace con l'obiettivo ambizioso di aprire la strada all'intesa tra israeliani e palestinesi. Il segretario di Stato americano John Kerry sta per presentare la sua proposta per «un accordo quadro». Con quali parametri e quante possibilità di successo?
È l’ora di Rose
Ricordate qualche mese fa la storia di Mohammed Assaf, il cantante palestinese di Gaza vincitore di Arab Idol, il talent show canoro del mondo arabo? Una storia per certi versi simile si sta ripetendo in queste ore in Israele, dove la filippina quarantasettenne Rose Fostanes ha vinto la locale edizione di X Factor. Sfoderando una magistrale esecuzione di My Way di Frank Sinatra, ha battuto in finale la giovanissima Eden Ben Zaken, nata e cresciuta a Kiryat Shmona.