Storie, attualità e archeologia dal Medio Oriente e dal mondo della Bibbia

Blog


Milano, 06/02/2009

Lieberman in ascesa

I sondaggi in Israele vanno presi sempre con le molle. Ma se la linea di tendenza fosse confermata dalle elezioni di martedì prossimo, in Israele il vero vincitore non sarebbe affatto Benjamin Netanyahu (abbondantemente sotto la soglia dei 30 seggi su 120), ma Avigdor Lieberman, il leader di Yisrael Beitenu. Dopo la guerra a Gaza gli si accreditano 17-18 seggi alla Knesset, forse anche 20. Rispetto agli 11 presi nel 2006. Che avevano già quasi triplicato i 4 della tornata precedente. Con una forza del genere nessuno potrebbe più ignorarlo. Ma chi è Lieberman?

Il Medio Oriente di Obama
Milano, 30/01/2009

Il Medio Oriente di Obama

L'intervista rilasciata il 26 gennaio scorso alla televisione Al Arabiya dal nuovo presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha segnato un punto di svolta per i rapporti con il mondo islamico? E i primi passi compiuti dall'inviato americano George Mitchell sono davvero l'inizio di una nuova politica in Medio Oriente? Sono domande sulle quali i giornali arabi si dividono in queste ore.

Milano, 26/01/2009

La parola ai duri

Se ci voleva un ulteriore conferma al fatto che - una volta rotti i cocci con una guerra - non è mai facile rimetterli insieme, puntuali in Israele sono arrivati i sondaggi in vista delle elezioni del 10 febbraio. Alla fine chi ha guadagnato davvero più consensi grazie alla campagna di Gaza? Né Netanyahu, né la Livni, né lo stesso Barak. Il balzo in avanti più significativo l'ha fatto Avigdor Lieberman, il leader di Yisrael Beitenu. Secondo alcuni sondaggi potrebbe arrivare a conquistare 16 seggi, diventando il terzo partito dietro a Likud e Kadima.

Milano, 16/01/2009

Oltre Gaza

Ormai a Gaza si muore per un braccio di ferro sui dettagli. Ogni ora che passa appare sempre più chiaro che alla fine si arriverà a un cessate il fuoco, grosso modo nei termini indicati dall'iniziativa franco-egiziana. Però - e lo scrivevamo già qualche giorno fa - questa guerra è politica. E allora si va avanti perché ciascuno aspetta il momento giusto per accettare. Quello che gli permetterà di sbandierare come un successo questi ormai 20 giorni di follia. Iniziando già a pensare al dopo - pur consapevoli che in queste ore si muore ancora - segnaliamo tre articoli attinti dalla stampa israeliana e libanese.

Milano, 07/01/2009

Una guerra paradossale

Non c'è guerra più pericolosa di quelle i cui obiettivi non sono militari, ma politici. Se si punta a «ristabilire la deterrenza» e «ridare sicurezza» tutto si gioca sulle percezioni. Alla fine vince chi sa usare meglio la propaganda. Indipendentemente dai morti e dalle bombe. È quanto sta succedendo in questa assurda guerra di Gaza. La più paradossale tra le guerre del Medio Oriente.

Gaza ieri e oggi
Milano, 29/12/2008

Gaza ieri e oggi

Non era affatto difficile prevedere che le nuvole che si addensavano su Gaza avrebbero scaricato presto la loro pioggia di morte e di dolore. E allora - di fronte alle cronache di queste ore, che ripetono un copione troppe volte già visto - vale la pena di soffermarsi su alcuni articoli della stampa araba che ci aiutano ad andare un po' al di là della mera catena di azioni e reazioni tra Hamas e Israele.

Milano, 22/12/2008

Il Natale di Gaza

Sarà un altro Natale carico di tensione e paura quello dei cristiani di Gaza. La tregua è finita, i lanci di missili palestinesi Qassam e le ritorsioni dell'aviazione israeliana sono ricominciate, il soldato israeliano Gilad Shalit è sempre prigioniero e si ritorna a parlare di un'azione di terra di Israele per spazzare via Hamas. In questo quadro tutt'altro che rassicurante ieri i cristiani di Gaza hanno potuto almeno ricevere la prima visita del patriarca latino Fouad Twal, come racconta l'agenzia palestinese Maan.

L’anniversario trascurato
Milano, 11/12/2008

L’anniversario trascurato

In questa rubrica spesso segnaliamo articoli tratti dalla stampa israeliana. Questa volta invece ci soffermiamo su un'assenza abbastanza clamorosa: ieri nessuno dei principali quotidiani on line di Gerusalemme e Tel Aviv (Haaretz, Yediot Ahronot, Jerusalem Post, Arutz Sheva) ricordava il 60.mo anniversario dell'approvazione della Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo. Del resto non se ne parlava nemmeno sul sito Internet del ministero degli Esteri israeliano. C'è qualcosa di paradossale in questa grande rimozione collettiva. Perché la storia dice che il contributo del pensiero ebraico fu determinante nella formulazione della Dichiarazione universale.

Milano, 05/12/2008

Hebron, la polveriera

Alla fine l'evacuazione della Peace House a Hebron è arrivata. Nel primo pomeriggio di ieri è scattato il blitz a sorpresa durato appena mezz'ora. Ma non è finita lì: perché in risposta i coloni di Hebron poi si sono scagliati contro le case dei palestinesi. E adesso in tutta la Cisgiordania la tensione è altissima. Come al solito i giornali italiani non si accorgono che a Hebron si sta giocando una partita decisiva e molto rischiosa. Basterebbe invece leggere i giornali israeliani per rendersene conto.

L’inespugnabile Hebron
Milano, 24/11/2008

L’inespugnabile Hebron

La Peace House di Hebron è una vecchia conoscenza di questa rubrica. Dal marzo 2007 in questo edificio della città dei patriarchi si sono insediate venti famiglie di coloni. Da allora tutti ripetono che deve sgomberata. Ma loro sono ancora lì. La settimana scorsa la questione è arrivata davanti alla Corte Suprema israeliana, che ha dato allo Stato tre giorni per procedere allo sgombero. I tre giorni sono passati e non è successo nulla. E ora, in piena campagna elettorale, il tema dilaga sulle pagine dei giornali israeliani.

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