Finis terrae
Siria, allarme per l’emergenza profughi
La minaccia di un attacco americano alla Siria mette in agitazione anche gli ambienti delle agenzie umanitarie, che temono di dover far fronte a una nuova, terribile ondata di profughi. «Viviamo già in una situazione complessa, con profonde conseguenze a livello di emergenza umanitaria», ha dichiarato negli scorsi giorni Yacoub El Hillo, funzionario dell’Alto commissariato dell’Onu per i rifugiati (Acnur) in Siria. La situazione a cui allude è presto detta: cinque milioni di sfollati interni, due milioni di profughi nei Paesi limitrofi…
L’ultimo volo dei falasha
È iniziata nel lontano 1984 con l’Operazione Mosé. E, a meno di ripensamenti dell’ultima ora, si conclude oggi l’aliyah degli «ebrei dalla faccia nera». Stiamo parlando degli etiopi falasha, che nel corso di quasi un trentennio, sono diventati – vantando le loro origini ebraiche – cittadini dello Stato d’Israele. Non senza dibattiti, polemiche ed episodi di razzismo.
Rifugiati urbani, figli di un dio minore?
Ci siamo diverse volte occupati della situazione dei profughi siriani in Giordania. Un fronte meno noto è quello del Kurdistan iracheno, dove i rifugiati siriani, provenienti in special modo dalla regione di Aleppo, stanno crescendo via via che la situazione nel loro Paese d’origine si fa sempre più drammatica.
Arabia Saudita, El Dorado irraggiungibile
Ogni giorno una massa enorme di disperati dal Corno d’Africa cerca di passare in Arabia Saudita, l’El Dorado dove ogni sogno è possibile. Una meta sempre più difficile da raggiungere, visti i controlli via via più severi messi in atto dal regno saudita sugli immigrati illegali. Gli invisibili spinti dalla povertà che hanno raggiunto la sponda opposta erano stati 53 mila nel 2010. Nel 2012 sono raddoppiati: 107 mila. A maggio 2013 gli arrivi erano già oltre 43 mila.
Titi che guarda al futuro
Guarda in alto e punta in alto, la ragazza. «La lotta contro il razzismo è un aspetto importantissimo della mia vittoria, nella quale non mancherò d’impegnarmi, seguendo l’esempio di uno dei miei grandi modelli, Martin Luther King». La ragazza in questione si chiama Yitysh Aynaw, detta Titi, la ventunenne incoronata Miss Israele qualche mese fa...
Qatar, un calcio ai diritti
La Confederation Cup, il torneo che in Brasile ha radunato a giugno le migliori formazioni calcistiche del mondo, ha tenuto banco non solo per le imprese sportive dei campioni in campo, ma anche per le imponenti manifestazioni di protesta che hanno infiammato le piazze. Ma al mondo del calcio, come cassa di risonanza per rivendicare i propri diritti, non possono guardare con uguale affidamento i tanti lavoratori stranieri (oltre un milione) che in Qatar saranno impiegati nei cantieri aperti in vista della Confederation Cup del 2021 e dei Mondiali di Calcio del 2022...
Le mete dei copti in diaspora
I cristiani copti dell’Egitto, a causa dell’insicurezza che regna nel Paese, sembrano guardare con sempre maggior attenzione alla possibilità di emigrare. Meta privilegiata gli Stati Uniti, dove sono migliaia le domande di asilo. Tra le mete emergenti, anche la repubblica ex-sovietica di Georgia, dove ai cristiani copti è concesso con una certa facilità il visto d’ingresso e il permesso di soggiorno. E dove anche i vertici della Chiesa ortodossa locale guardano con favore al loro arrivo.
Il Medio Oriente forcaiolo
Il tema della pena di morte in Medio Oriente non è di quelli che infiammano l’opinione pubblica. Tuttavia sta crescendo anche qui il numero delle persone che ritengono l’applicazione della pena capitale una barbarie. Nonostante questa nuova consapevolezza, specie tra le fasce più giovani e istruite della popolazione, in vari Paesi va segnalata un’impennata allarmante delle esecuzioni.
Un passaporto ambito
Sarebbero 2.500, solo nel biennio 2008–2010, i palestinesi di Gerusalemme Est che hanno fatto richiesta per ottenere la cittadinanza israeliana. Ben 7 mila domande, se si considera l’intero periodo 2001-2010, secondo il rapporto annuale dell’ong International Crisis Group. Le ragioni? Soprattutto il desiderio di superare uno stigma sociale, l’insicurezza economica e la discriminazione che tocca gli abitanti della parte araba di Gerusalemme.
Risvolti bellici, in Siria cala la natalità
Sembra che, incontrando gli operatori umanitari, le donne siriane manifestino una principale preoccupazione: quella di non rimanere incinte e di non avere figli. Ed è una preoccupazione comprensibile, nel contesto di un conflitto che rischia di complicarsi ogni giorno di più e dove ormai le vittime si contano a decine di migliaia. Paradossalmente, qualche segnale in controtendenza arriva da chi vive nei campi profughi oltre confine.