Attualità
Il nunzio apostolico negli Usa: «Israele non rispetta i patti»
«Le relazioni tra la Chiesa cattolica e lo Stato d'Israele erano migliori quando la Santa Sede non aveva rapporti diplomatici con il governo israeliano». Lo dice senza mezzi termini mons. Pietro Sambi, nunzio apostolico negli Stati Uniti dal dicembre 2005, dopo aver rappresentato il Papa per alcuni anni a Gerusalemme. Il presule osserva che Israele non ha fin qui tenuto fede agli impegni assunti nel 1993 con la firma dell'accordo che portò all'apertura delle relazioni diplomatiche con la Sede pontificia. E con una punta di amarezza aggiunge: «È sotto gli occhi di tutti quale fiducia si possa accordare alle promesse d'Israele!». Nostra intervista esclusiva.
«Cara Condoleezza…»
Negli Stati Uniti ricorrono voci secondo cui, prima di lasciare la Casa Bianca il prossimo anno, il presidente George W. Bush potrebbe ordinare un attacco all'Iran. Davanti a simili notizie i vescovi cattolici statunitensi hanno scritto al segretario di Stato, Condoleezza Rice, per esprimere preoccupazione. Le dicono chiaramente che non è il caso di minacciare ritorsioni militari prima di aver tentato tutte le altre strade messe a disposizione dalla diplomazia internazionale. Se un Iran dotato di armi atomiche è una prospettiva inaccettabile, affermano i vescovi, non bisogna dimenticare che tutte le potenze dovrebbero proporsi il disarmo nucleare, Stati Uniti inclusi.
Giochi da ragazzi in Iraq
L'Associazione degli psicologi dell'Iraq (Api) ha pubblicato gli esiti di uno studio sulle condizioni psicologiche dell'infanzia irachena dall'invasione statunitense fino ad oggi. Il portavoce dell'ente in questione, Marwan Abdullah, dice che le uniche idee presenti nelle teste dell'ultimissima generazione in Iraq riguardano proiettili, armi, morte, paura dell'invasore. Al punto che anche nel momento del gioco ragazzi e ragazze fanno ricorso alle armi giocattolo per riprodurre nelle fantasie di gruppo le dinamiche di violenza che osservano nel mondo dei grandi. Qualcuno si camuffa in modo tanto simile ai suoi modelli da rischiare davvero la vita.
Dialogo tra il Papa e re Abdallah d’Arabia
In Vaticano ne sono convinti: prima o poi i sauditi dovranno allentare la morsa sulla libertà religiosa, il mondo diventa ogni giorno più piccolo. Intanto c'è convergenza fra Santa Sede e Arabia Saudita sulla «necessità di trovare una giusta soluzione» al conflitto arabo-israeliano e sulla «collaborazione fra cristiani, musulmani ed ebrei». All'indomani dello storico incontro fra Benedetto XVI e il monarca saudita Abdallah Bin Abdulaziz Al Saud, fonti vaticane sottolineano come la promozione dei valori religiosi per il raggiungimento della pace e la tutela della famiglia abbia fatto da collante nel dialogo fra il capo della Chiesa cattolica e il Custode delle due sacre moschee di Medina e La Mecca.
Saladino, eroe dei cartoni animati
Sarà Saladino il protagonista del cartone animato più atteso della prossima stagione sugli schermi di Al Jazeera Children's Channel. La storia del guerriero curdo che unì i musulmani per riconquistare Gerusalemme nel XII secolo d.C. diventerà una serie televisiva. I disegnatori hanno tenuto conto dei gusti e della sensibilità delle popolazioni che vivono in Medio Oriente perché il contenuto dei 26 episodi rispecchiasse le tradizioni e la storia di questa regione. Valorizzando la cultura islamica attraverso le fiabe moderne: i cartoni.
Territori palestinesi. L’allarme di Amnesty
Un rapporto dettagliato diffuso a fine ottobre da Amnesty International denuncia una crisi dei diritti umani. Il documento riporta, attraverso numeri e testimonianze, casi di violazioni sia a Gaza sia in Cisgiordania. Gli scontri tra le due fazioni rivali Hamas e al-Fatah hanno causato, secondo l'Associazione, 350 vittime solo nel 2007. Ma soprattutto hanno portato un incremento delle violenze nei confronti dei civili, rimasti schiacciati tra l'incudine e il martello.
Accordi e disaccordi tra Cina e Israele
Incentivare nuovi flussi turistici dalla Repubblica Popolare Cinese è stato uno degli obbiettivi del viaggio compiuto a Pechino, tra il 27 e il 30 ottobre, dal ministro degli Esteri israeliano Tzipi Livni. E in effetti, dopo due anni di negoziati, la Livni e il suo collega cinese, Yang Jiechi, hanno firmato un accordo che attribuisce ad Israele, da parte del governo cinese, lo status di «Destinazione approvata» con tutte le facilitazioni e i vantaggi che ne derivano. Ma sul piano della strategia internazionale gli israeliani non smuovono la Cina per quanto riguarda le sanzioni contro l'Iran. Pechino resta al fianco di Teheran.
Il rabbino capo di Haifa: dialoghiamo per conoscerci e amarci
Il dialogo fra le grandi religioni mondiali è necessario «per imparare e per conoscersi» e disinnescare così «la paura dell'altro», ma deve avvenire «senza perdere la propria identità». Così il rabbino capo di Haifa, e presidente della Commissione bilaterale Vaticano-Israele sul dialogo fra ebrei e cattolici, Shear Yashuv Cohen. In una nostra intervista il religioso ebreo ricorda che l'Antico Testamento rappresenta la Sacra Scrittura per le tre religioni abramitiche «e questa è già una buona ragione per parlarsi».
Forse presto caccia iraniani con tecnologia israeliana
La notizia di un accordo tra la Cina e l'Iran per la cessione a Teheran di due squadroni di aerei da combattimento J-10, basati su tecnologia israeliana, ha suscitato nei giorni scorsi al tempo stesso stupore e preoccupazione tra gli analisti. A riportare l'intesa, martedì scorso, è stata l'agenzia di stampa russa Novosti, secondo la quale i 24 velivoli in questione, la cui consegna al regime iraniano dovrebbe avvenire tra il 2008 e il 2010, hanno un costo stimato in un miliardo di dollari. Il raggio d'azione dei J-10 - basati su componenti tecnologici forniti alla Cina da Israele - può raggiungere i tremila chilometri. Quanto basta per raggiungere dall'Iran il territorio israeliano.
In Libano la cannabis torna alla grande
Nella valle libanese della Bekaa aumentano le coltivazioni di cannabis. Un guadagno facile e redditizio che lucra sulla paralisi istituzionale del Paese e spinge la popolazione a scegliere la via più breve per uscire dalla crisi economica. Ai conflitti interni dell'autorità libanese tra fazioni anti-siriane e alleati di Damasco, si sono aggiunti quest'estate i disordini nei campi profughi palestinesi del nord. L'esercito è stato così impegnato a combattere i militanti islamici senza poter appoggiare le incursioni della polizia nelle piantagioni illegali.