Arte
Di corsa nei campi profughi
L'iniziativa Vivicittà è arrivata ormai alla 27.ma edizione e fa correre migliaia di persone in varie città del mondo. Ma l’ultima corsa, quella che si è tenuta il 18 aprile scorso, è stata un po’ più particolare del solito: per la prima volta ha coinvolto, oltre alle città vere e proprie, una realtà sociale più complessa e difficile da vivere, quella di 14 campi profughi palestinesi.
Dissonanze iraniane
Acclamato a Cannes nel 2009, il film I gatti persiani, di Bahman Ghobadi, racconta le vicende di un ragazzo e una ragazza iraniani, che tentano di formare una rock band e di procurarsi i documenti falsi per andarsene all’estero. Ghobadi ci porta per mano nelle viscere di un Iran sotterraneo, nascosto, che non è quello della militanza d’opposizione tout court, ma quello dell’underground artistico e musicale.
Il Santo Sepolcro nel PC
S'avvicina la Pasqua e il luogo ideale in cui celebrarne il Mistero sarebbe la basilica del Santo Sepolcro, a Gerusalemme. Con un buon computer e una connessione a banda larga anche chi non può mettersi in viaggio può compiervi ora una sorta di pellegrinaggio virtuale. E già che c'è può pure soffermarsi davanti al Muro del Pianto e nella moschea di Al Aqsa.
Il paradigma di Fatenah
Scoprire di avere il cancro è una eventualità tremenda per chiunque. È ancora più terribile se magari si è giovani. Ma può andare ancora peggio: il peggio è avere il cancro, essere ancora giovani e vivere a Gaza. È la storia di Fatenah, protagonista del primo film d'animazione palestinese della storia. Ideato e prodotto dall'Organizzazione mondiale della sanità (Oms), diretto da Ahmad Habash e da lui scritto insieme a Saed Andoni e Ambrogio Manenti, il cartoon è un'impresa senza precedenti, proprio perché prodotto interamente in Palestina e realizzato tutto da palestinesi.
L’Iran oltre i cliché
Raccontare il Medio Oriente di oggi, con le sue questioni complicate e la sua quotidianità nascosta, attraverso l'occhio della cinepresa guidato da una pattuglia di giovani registi locali. È Film Middle East NOW, la rassegna internazionale di film e documentari organizzata a Firenze da Map of Creation, un'associazione culturale fiorentina no profit che si occupa di documentaristica e di eventi culturali. In cartellone, dal 3 al 7 febbraio, ci sono 14 opere. Fiore all'occhiello della rassegna è un focus sull'Iran, dal quale arrivano ben 8 film.
Il pentagramma della speranza
La musica mette in comunicazione, e in ascolto reciproco, uomini e donne di ogni lingua, cultura e appartenenza religiosa. Per questo motivo, quasi 15 anni fa è nato a Gerusalemme l'Istituto di musica Magnificat. I cori nati in seno a quella scuola animano la liturgia dei santuari e la vita pastorale della comunità cristiana di Terra Santa. In occasione del Natale, è uscito in Italia un cd di canti natalizi in lingua araba, registrati in occasione dei concerti tenuti in Europa lo scorso settembre dai cori del Magnificat, accompagnati dall'Orchestra da camera di Locarno.
Gaza e Sderot, in parallelo
Le telecamere entrano per dieci settimane nelle case di quattordici persone in due cittadine limitrofe, catturando frammenti della loro quotidianità che vengono rimontati in ottanta video di due minuti. Non è l'ennesimo reality show o un qualsiasi Grande Fratello. Il progetto televisivo di cui stiamo parlando, Gaza/Sderot: Life in Spite of Everything segue la vita di quattordici persone: sette vivono a Gaza, sette a Sderot. In mezzo ci sono soltanto tre chilometri, ma anche una delle frontiere più dolorose del pianeta.
Divisi da un rosario
Uzak Ihtimal - Wrong Rosary («Il rosario sbagliato»), opera prima del giovane regista turco Mahmut Fazil Coskun, presentata in anteprima nazionale il 10 novembre scorso al MedFilm Festival di Roma. La storia è ambientata a Istanbul, dove Musa è appena arrivato come muezzin al primo incarico in moschea. Clara è la sua vicina di casa, infermiera, cattolica. Tra i due nasce un'amicizia intrisa di timidezza e silenzi. Un'intesa faticosa ma, alla fine, senza speranza.
Sguardi paralleli
Napoli-Tel Aviv andata e ritorno: il doppio viaggio di due giovani artiste, un gemellaggio tra due musei, una doppia mostra. Si tratta di Transit 3, la terza tappa di un progetto, promosso dal Museo d'arte contemporanea Donnaregina (Madre) di Napoli, che ogni volta mette in relazione un artista napoletano con un «collega» proveniente da un'altra città del Mediterraneo. Dopo Il Cairo e Istanbul, ora è la volta della città israeliana, che quest'anno celebra il centenario della propria fondazione. Protagoniste di Transit 3 sono Raffaella Crispino ed Eden Bannet.
Va in scena l’intifada
Fratelli, prima di ogni cosa. Doppiamente legati dal sangue: quello, comune, che scorre delle loro vene, e quello, comune anch'esso, che scorre nel loro villaggio infiammato dall'intifada. È la storia di Da'ud, Na'im e Halled, i tre personaggi di Masked - Legami di sangue, il testo teatrale dell'israeliano Ilan Hatsor in scena in questi giorni a Roma per la regia di Maddalena Fallucchi. I protagonisti di questo atto unico molto serrato sono tre fratelli palestinesi che vivono nei Territori occupati nel pieno della prima intifada.