
Babylon
Babilonia è stata allo stesso tempo una delle più grandi capitali dell’antichità e, con le mura che ispirarono il racconto biblico della Torre di Babele, anche il simbolo del caos e del declino. Una straordinaria metafora del Medio Oriente di ieri e di oggi, in perenne oscillazione tra grandezza e caos, tra civiltà e barbarie, tra sviluppo e declino. Proveremo, qui, a raccontare questa complessità e a trovare, nel mare degli eventi, qualche traccia di ordine e continuità.
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Fulvio Scaglione, nato nel 1957, giornalista professionista dal 1981, è stato dal 2000 al 2016 vice direttore di Famiglia Cristiana. Già corrispondente da Mosca, si è occupato in particolare della Russia post-sovietica e del Medio Oriente. Ha scritto i seguenti libri: Bye Bye Baghdad (Fratelli Frilli Editori, 2003), La Russia è tornata (Boroli Editore, 2005), I cristiani e il Medio Oriente (Edizioni San Paolo, 2008), Il patto con il diavolo (Rizzoli, 2016). Prova a raccontare la politica estera anche in un blog personale: www.fulvioscaglione.com
Il crollo dell’aspettativa di vita nella Striscia di Gaza
Con la guerra in corso dal 7 ottobre 2023 un abitante di Gaza ha oggi un'aspettativa di vita pari a 40,6 anni. Ben al di sotto dei 75,5 anni che i demografi registravano prima di quella tragica giornata.
L’Ue cerca una rotta nel Medio Oriente che muta
I Paesi dell'Unione europea mostrano una volontà evidente di non perdere il treno della nuova Siria. Il problema vero, per l’Unione europea un po’ debole e sbandata di questi tempi, è che non basta avere a che fare con il presidente Al-Sharaa per risolvere le questioni.
Siria, tutti alla corte di al-Jolani presidente
Tra lo scetticismo diffuso dei rifugiati siriani all’estero prosegue il difficile "dopoguerra" in Siria. L'uomo forte Ahmed al-Sharaa (detto al-Jolani) il 29 gennaio è stato ufficialmente proclamato presidente ad interim. E i governi stranieri sembrano dar credito all'ex terrorista.
Un Medio Oriente per tre
Dopo le vicende belliche dell'ultimo anno abbondante, Stati Uniti, Turchia e Israele sono oggi, di fatto, padroni del Medio Oriente (o Asia occidentale, che dir si voglia) e possono spartirsi le zone d’influenza come meglio credono.
La colpevole ipocrisia europea sulla Siria
Molti Paesi europei hanno deciso di bloccare la concessione di asilo a eventuali nuovi profughi siriani. Come se oggi la Siria fosse un Paese sicuro. Così non è, e lo sappiamo tutti bene, per una serie di ragioni.
In Israele tregua con Hezbollah e censure al premier
Il 26 novembre 2024 porta con sé l'accordo per la tregua tra Israele e Hezbollah ma anche, sul versante di Gaza, la pubblicazione del rapporto di una commissione della società civile israeliana sulle responsabilità del governo riguardo agli eccidi del 7 ottobre 2024. Aspre critiche al premier Benjamin Netanyahu.
In Turchia rimane all’orizzonte una legge sugli agenti stranieri
Come nel 2023, anche quest'anno il governo di Ankara ha provato ad introdurre nuove norme contro gli agenti stranieri, ma poi si è fermato, almeno per ora. Leggi simili vigono già in altre parti del mondo e si prestano a possibili abusi contro chi esprime dissenso.
Satolla e timorosa, l’Europa resta alla finestra
Com’è possibile che la vecchia e civile Europa accetti quanto sta avvenendo in Medio Oriente senza, di fatto, battere ciglio? Le dimensioni dei massacri che si succedono da un anno ormai prescindono dai torti e dalle ragioni. Sono un punto interrogativo sulla nostra umanità.
Sul Medio Oriente attenti a non perdere il senno
Di questi tempi sembra ormai ovvio pensare che al terrorismo che ammazza i civili si può rispondere solo con un terrore in scala molto più grande. A furia di cavillare, spiegare e giustificare, il Medio Oriente è sull’orlo di una guerra devastante per tutti, noi inclusi.
Israele e gli Usa, chi è al timone?
Tra i fattori che vengono considerati nella nuova fase del conflitto mediorientale, imboccata con l'offensiva israeliana sul Libano, c’è ovviamente la posizione degli Stati Uniti. A Washington l'amministrazione Biden passa sopra molte cose. La denuncia di una testata giornalistica americana.
Si rimescolano le carte sullo scacchiere del Caucaso
Il grande rimescolamento politico innescato dalla guerra in Ucraina ha avuto, tra gli altri, l’effetto di risucchiare verso Nord due potenze regionali: la Turchia e l’Iran. Il che comporta nuovi equilibri nella regione caucasica.
Tra Erdogan e Assad, la Russia fatica a mediare
I tentativi del Cremlino di contare diplomaticamente in Medio Oriente possono aprire nuovi scenari, anche se faticano a dare risultati. Grazie ai rapporti che Mosca mantiene con Turchia e Siria (ma anche i grandi antagonisti Israele e Iran).