Attualità
Nell’abbraccio dell’Avana le sofferenze dei cristiani in Medio Oriente
Domani, 12 febbraio, si svolgerà a Cuba un evento che non è esagerato definire storico: per la prima volta il patriarca di Mosca e di tutte le Russie Kirill inconterà il vescovo di Roma, papa Francesco. L’incontro sembra deciso dalla Provvidenza, in un momento in cui molti fedeli delle rispettive Chiese in Medio Oriente si trovano di fronte alla persecuzione del radicalismo musulmano.
Digiuno e preghiera per la Siria in ginocchio
Viene celebrata oggi, 10 febbraio, la Giornata mondiale di digiuno a preghiera per la pace in Siria e Iraq. A lanciarla è la fondazione Aiuto alla Chiesa che soffre. Intanto la diplomazia arranca e la guerra continua.
Che esiti avrà lo scontro demografico in Terra Santa?
L’Ufficio di statistica palestinese a fine 2015 ha stimato che di qui al 2020 i palestinesi saranno più numerosi degli ebrei israeliani sul territorio di Israele e Palestina: 7 milioni e 130 mila contro 6 milioni e 960 mila. Secondo Youssef Courbage, specialista di Medio Oriente presso l’Istituto nazionale di studi demografici di Parigi, il dato non porterà giovamento alla causa palestinese.
Tra pochi giorni a Nazaret la celebrazione della Giornata mondiale del malato
La Giornata mondiale del malato, istituita dal papa san Giovanni Paolo II nel 1992, quest’anno verrà celebrata in modo solenne in Terra Santa e avrà il suo momento centrale a Nazaret. L’appuntamento, giunto alla ventiquattresima edizione, ritorna ogni anno l’11 febbraio, giorno in cui il calendario cattolico ricorda le apparizioni della Vergine Maria a Lourdes.
Iscrizioni antiche di 1.700 anni riportate alla luce nel nord di Israele
Tre iscrizioni funerarie - due in aramaico e una in greco - antiche di 1.700 anni sono state riportate alla luce a Sefforis (o Zippori), nella regione della Galilea (Israele). Il recente ritrovamento si deve a una campagna di scavi curata congiuntamente dell’Istituto Kinneret per l’archeologia della Galilea e dell’Autorità per le antichità di Israele (Aai).
Per gli yemeniti in guerra un nemico in più: le zanzare
Secondo l’Organizzazione mondiale dalla sanità (Oms), a causa della guerra in corso lo Yemen sta attraversando la sua peggiore crisi umanitaria. Nelle aree maggiormente prospicienti al mare e nel Centro del Paese, lì dove gli scontri sono più intensi (Hodeida, Taiz), si affaccia una nuova emergenza: la febbre dengue.
Israele e Libano, storie di droni e grifoni
Martedì scorso si è diffusa la notizia che la popolazione del villaggio libanese di Bint Jbeil, roccaforte di Hezbollah a due chilometri dal confine con Israele, aveva bloccato una sospetta spia dello Stato ebraico: più precisamente, un bell’esemplare di grifone, imponente rapace simile all’avvoltoio. Il pennuto aveva da poco attraversato in volo la frontiera tra i due Paesi.
Ospedali sotto assedio nello Yemen
La catastrofe umanitaria che affligge lo Yemen, definita di livello 3 dalle Nazioni Unite e confermata dal Comitato internazionale della Croce Rossa, colpisce soprattutto ambulatori, ospedali e sedi preposte all’aiuto e all’assistenza medica dei civili. La denuncia dell'ong Medici senza frontiere.
Il vescovo Khairallah: «Noi libanesi per la dignità dei profughi siriani»
Per i libanesi la parola accoglienza non fa rima con opportunità, ma con dignità. La dignità dei profughi dalla Siria accolti in gran numero in Libano. Come ci spiega monsignor Mounir Khairallah, vescovo maronita dell’eparchia di Batroun, uomo che ben conosce il suo Paese e la Chiesa orientale con le sue sofferenze.
La furia islamista che abbatte le chiese
In Siria e Iraq, in questi quattro anni di guerra, sono decine, se non centinaia, i luoghi di culto cristiano che i fondamentalisti islamici hanno distrutto o profanato. Solo pochi giorni fa, le televisioni di tutto il mondo hanno mostrato le foto satellitari del monastero di Sant’Elia, presso Mosul, raso al suolo. Quale sarà la prossima chiesa ad andare a pezzi?
I palestinesi che lavorano negli insediamenti
Nei giorni scorsi i lavoratori palestinesi si sono visti rifiutare l’accesso agli insediamenti israeliani in Cisgiordania, dopo due successivi attacchi avvenuti all’interno delle colonie domenica 17 e lunedì 18 gennaio. Ma quanti sono i palestinesi che ogni giorno lavorano negli insediamenti e perché? In quali condizioni svolgono le loro mansioni?