(g.s.) – Dopo uno stop durato dieci anni gli archeologi israeliani, in questo mese di febbraio, hanno ripreso a scavare a Masada, forse la più celebre roccaforte erodiana, che sorge a picco sulla sponda occidentale del Mar Morto.
Si è messa al lavoro, per alcune settimane, una missione dell’Università di Tel Aviv sotto la responsabilità di Guy Stiebel, archeologo esperto del periodo romano. Gli studiosi reputano che ancora molti reperti possano essere riportati alla luce a Masada e nelle aree in cui gli assedianti romani del palazzo fortificato allestirono i loro campi. Reperti preservati a lungo dal clima secco della zona.
Masada è un luogo particolarmente caro all’Israele dei giorni nostri perché fu teatro della strenua resistenza degli ebrei contro le truppe di occupazione romane nel corso della Rivolta giudaica del primo secolo d.C.
Il sito è stato inserito nel Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco nel 2001.