Il tempo della Quaresima in tutta la Chiesa costituisce un momento speciale ed unico di preparazione al mistero; la devozione si fa più densa di spiritualità e ogni dettaglio liturgico è celebrato con rigoroso rispetto. A Gerusalemme il tutto è amplificato e solennizzato in una serie di specifiche celebrazioni tutte intrise di antichità e sacralità che stupiscono ed affascinano. Ricordo ancora con emozione la prima volta che ebbi modo di partecipare alla processione quotidiana che i frati celebrano al Santo Sepolcro ogni pomeriggio… Non compresi molto, il mio latino era appannato e silente da alcuni anni dopo il liceo e i corridoi della basilica ancora sconosciuti non aiutarono la mia partecipazione, dovendo stare attento a troppe cose: alla candela accesa, alle pietre sconnesse del pavimento, al canto gregoriano e ai versi latini da pronunciare correttamente; ma la sensazione di mistero e di profonda spiritualità che provai ancora mi rimane nel cuore.
La caratteristica cerimonia che alle ore 16 di ogni giorno, da secoli, i francescani celebrano nella basilica del Santo Sepolcro rievoca le processioni liturgiche dell’antica Chiesa di Gerusalemme di cui parla la pellegrina Egeria del IV secolo. Già nel secolo XIV nelle Cronache dei Pellegrini si ricorda una processione che, in determinati giorni e particolari circostanze, veniva fatta unitamente dalle diverse comunità religiose officianti presso il Santo Sepolcro; ma nel 1431 il pellegrino Mariano da Siena precisa che i francescani facevano la processione ormai per proprio conto e secondo un tragitto analogo all’attuale, anche se più breve.
Ogni sabato di Quaresima questa processione diviene un’importantissima celebrazione della Passione e Risurrezione di Cristo. Tutto il clero di Gerusalemme, i frati della Custodia e i seminaristi del Patriarcato latino, insieme al patriarca e ai suoi canonici e una numerosa comunità di pellegrini e religiosi locali entrano con grande solennità nella basilica del Santo Sepolcro e per alcune ore processionalmente venerano e meditano gli ultimi momenti della vita di Cristo a Gerusalemme ed i grandi misteri della nostra Redenzione. Il lavoro di preparazione perché la liturgia sia precisa ed ordinata è grandioso; il gruppo dei cerimonieri, il giorno che precede la processione, prova per ore ogni movimento; il gruppo dei cantori per giorni prova i diversi inni gregoriani da cantare, le ricche ma difficili antifone delle varie stazioni e le posizioni dove porsi durante le soste. In tutti c’è grande trepidazione mista a timore reverenziale per i tanti dettagli che vanno curati e non possono esser tralasciati o eseguiti con distrazione. Il risultato è una processione molto seria e precisa in cui nessun dettaglio è lasciato al caso o alla spontaneità. È la liturgia di Gerusalemme, la preziosa eredità che i frati han saputo custodire e tramandare di generazione in generazione con passione e dedizione.
Il momento più bello ed emozionante è la discesa dal Calvario e l’inizio della «corsa» gioiosa attorno alla tomba di Cristo con il maestoso e trionfante inno che proclama la gloria della Risurrezione, la vittoria del Signore sul male e sulla morte! «L’aurora imporpora il cielo, il firmamento risuona di lodi; l’uomo applaude con gioia, freme di terrore l’inferno. Egli infatti, qual re vittorioso, porta al trionfo della vita la schiera dei Padri, strappandola al regno tenebroso della morte. Una pietra ne chiudeva il sepolcro che numerosi soldati custodivano; ma Cristo trionfa vincitore e, nel suo sepolcro, seppellisce la morte. Non più lutto, né lacrime, già troppo s’è concesso al dolore. Colui che ha vinto la morte è risorto; l’annuncia un angelo risplendente. Presso questo santo Sepolcro noi ti preghiamo, o Creatore del mondo: difendi il tuo popolo da tutte le insidie della morte. Sii per noi, o Gesù, motivo di perenne gaudio pasquale, preservando dalla nefasta morte del peccato i rinati alla vita». Queste sono le parole che ornate dalla melodia gregoriana centinaia di fedeli cantano accompagnati dal solenne suono dell’organo della basilica, mentre si eseguono tre giri completi attorno alla tomba, simbolo della permanenza nel sepolcro del corpo morto di Cristo che il terzo giorno risorge vittorioso.
Sono momenti molto speciali che producono nel fedele una rara dolcezza che rimane nell’anima, tale da far desiderare con passione di rivivere la liturgia il sabato successivo, e così fino alla Pasqua e poi ancora nel suo ricordo ogni giorno fino alla fine dei tempi. Augurandoci di poter celebrare con ognuno di voi almeno una volta una Pasqua a Gerusalemme, a nome dei frati della Custodia di Terra Santa auguro a tutti un buon cammino di conversione nel tempo forte della Quaresima e una Pasqua di vera Risurrezione!
Eco di Terrasanta 2/2017
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