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Monete d’epoca bizantina ritrovate presso Gerusalemme

Terrasanta.net
23 marzo 2017
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Monete d’epoca bizantina ritrovate presso Gerusalemme
Le monete bronzee nelle mani di Annette Landes-Nager. (foto Y. Shwartz / Israel Antiquities Authority)

Gli archeologi israeliani hanno ritrovato nove monete di bronzo del periodo bizantino. I dischetti metallici recano incisi delle croci e i volti degli imperatori Giustiniano, Maurizio e Foca.


(a.p.) – Un gruzzolo di nove monete di bronzo del periodo bizantino è stato scoperto dagli archeologi dell’Autorità israeliana per le antichità nel corso dei lavori di ampiamento di un’autostrada non lontano da Gerusalemme. Il piccolo tesoro è emerso dalle rovine di un grande complesso un tempo utilizzato dai pellegrini diretti alla Città Santa. Sul posto gli archeologi sono al lavoro dal giugno 2016 con scavi volti al recupero dei resti venuti alla luce. Si parla di due edifici civili, probabilmente adibiti alla torchiatura del vino, e di un’antica chiesa bizantina.

I dischetti metallici, in bronzo, recano incisi i volti degli imperatori bizantini Giustiniano, Maurizio e Foca. Su una faccia ci sono le effigi degli imperatori in uniforme militare e delle croci; sull’altra la lettera “M”, a indicare il valore del conio. Secondo gli archeologi le monete furono battute nella regione dell’attuale Turchia e più precisamente nelle città di Costantinopoli, Antiochia e Nicomedia.

Annette Landes-Nagar, direttrice degli scavi, spiega che «il tesoro è stato rinvenuto tra grosse pietre collassate a fianco dell’edificio. È probabile che, in un momento di pericolo, il proprietario della somma di denaro abbia avvolto le monete in un pezzo di stoffa per poi nasconderle in una nicchia nel muro. Pensava forse di tornare in un momento successivo a recuperarle, ma evidentemente non poté farlo».

Secondo l’archeologa possiamo far risalire questi fatti «all’epoca delle invasioni sassanidi e persiane del 614 d.C. Invasioni che furono tra i fattori che condussero alla fine della dominazione bizantina nella regione». Più tardi, spiega la responsabile degli scavi, «il sito fu abbandonato, distrutto e ricoperto di terra, per essere successivamente incorporato nei terrazzamenti agricoli tipici della zona».

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