(g.s.) – Mentre la tensione a Gerusalemme andava salendo nei giorni scorsi – per i nuovi controlli introdotti dal governo israeliano ai varchi d’ingresso utilizzati dai musulmani che accedono alla Spianata delle Moschee dopo un attentato che il 14 luglio è costato la vita a due poliziotti e tre assalitori – anche i capi delle Chiese di Terra Santa hanno espresso la loro preoccupazione.
In una breve dichiarazione comune diffusa il 19 luglio gli ecclesiastici scrivono: «Esprimiamo il nostro dolore per la perdita di vite umane e condanniamo con forza ogni atto di violenza».
«Ci preoccupa – proseguono – ogni cambiamento che venga introdotto nella storica situazione (lo status quo) della Moschea di Al-Aqsa (Haram ash-Sharif), della spianata e della città santa di Gerusalemme. Ogni minaccia alla sua continuità e integrità potrebbe facilmente condurre a serie e imprevedibili conseguenze, che sarebbero nefaste in un clima religioso già teso come l’attuale».
Il testo richiama il ruolo della Giordania: «Valutiamo positivamente la continua custodia che il Regno hashemita di Giordania esercita sulla Moschea di Al-Aqsa e sui luoghi santi di Gerusalemme e della Terra Santa e che garantisce il diritto per tutti i musulmani di accedere liberamente alla Moschea di Al-Aqsa e di esercitarvi il culto secondo quanto prevede lo status quo».
«Rinnoviamo – concludono i capi delle Chiese – il nostro appello a che lo storico status quo che governa questi luoghi sia pienamente rispettato per il bene della pace e della riconciliazione dell’intera comunità e preghiamo per una pace giusta e duratura per tutta la regione e per tutti i suoi popoli».