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Da Betlemme a Panama rosari in ulivo per la Gmg 2019

Beatrice Guarrera
13 febbraio 2018
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Alla Giornata mondiale della gioventù in programma a Panama nel gennaio 2019, papa Francesco chiederà a tutti i giovani di pregare per la pace. Con rosari in legno d'ulivo made in Bethlehem.


Che cosa lega i cristiani di Terra Santa, il legno degli ulivi di Betlemme e i giovani della Giornata mondiale della gioventù (Gmg) in programma a Panama dal 22 al 27 gennaio 2019? La linea di collegamento è un progetto, nato per rispondere a un desiderio di Papa Francesco, di cui si è fatto promotore mons. Pierre Bürcher, vescovo emerito di Reykjavik (Islanda). Il progetto prevede che un milione e mezzo di rosari, prodotti a Betlemme da famiglie bisognose, vengano donati ai giovani della Gmg di Panama, per incoraggiarli a pregare per la pace. Alla buona riuscita dell’operazione, chiamata AveJmj, lavorano fin dallo scorso autunno l’associazione Saint-Jean-Marie Vianney Lausanne, che sostiene le iniziative del vescovo Bürcher, e Caritas Jerusalem. L’associazione svizzera è incaricata della raccolta fondi, mentre Caritas Jerusalem è il braccio operativo.

«Abbiamo deciso di chiamare il progetto AveJmj, dove “Ave” sta per la preghiera del rosario a Maria, mentre Jmj è l’acronimo (in spagnolo – ndr) di Giornata mondiale della gioventù, ma anche le iniziali dei nomi di Gesù, Giuseppe e Maria», spiega mons. Bürcher. Il vescovo emerito della capitale islandese – ministero che ha lasciato nel 2015, a 69 anni d’età, per motivi di salute – è membro dal 2004 della Congregazione per le Chiese Orientali, in Vaticano, e del Coordinamento Terra Santa. Il vescovo, che divide oggi il suo tempo tra Gerusalemme e la Svizzera (suo Paese natale), ha raccontato a Terrasanta.net come è nata l’idea di intraprendere questa iniziativa: «Il Papa ha espresso il desidero di pregare per la pace nel mondo e in particolare per Gerusalemme e il Medio Oriente». A raccogliere la sua richiesta specifica è stato Daniel Pittet, scrittore svizzero baciato dal successo per il suo libro scritto in occasione dell’anno della vita consacrata (e uscito in italiano, nel 2015, con il titolo Amare è dare tutto – ndr). Il testo è stato tradotto in quindici lingue e distribuito in cinque milioni di copie, di cui un milione e mezzo per i giovani presenti alla Gmg di Cracovia 2016. Parlando con il Papa per riferire del volume, lo scrittore racconta come Francesco gli abbia affidato una missione: invitare i giovani che parteciperanno alla Gmg di Panama a pregare il rosario per la pace.

Monsignor Pierre Bürcher è stato coinvolto nel progetto su invito dello stesso Pittet, suo amico di vecchia data. Quando gli è stato chiesto consiglio, il vescovo ha capito che c’era bisogno prima di tutto di procurarsi questi rosari da donare ai giovani di Panama. «C’erano due soluzioni – racconta Bürcher -: farli fabbricare in Cina (ma in questo caso non sarei stato di alcun aiuto) o, dato che l’ulivo è un simbolo di pace, farli produrre a Betlemme alle persone che non hanno lavoro». La scelta è caduta sulla seconda soluzione, grazie anche alla collaborazione con Caritas Jerusalem.

Dopo aver appreso dall’arcivescovo di Panama, mons. José Domingo Ulloa, che la piazza della Giornata mondiale della gioventù potrà accogliere solo 500 mila persone, mons. Bürcher ha stabilito che ogni giovane partecipante riceverà tre rosari: uno per sé, uno da regalare a chi incontrerà a Panama, uno da portare a una persona del proprio Paese d’origine. Al pacchetto sarà aggiunta anche una piccola immagine di Papa Francesco.

I rosari prodotti in Terra Santa dovranno essere pronti a ottobre di quest’anno per essere imbarcati dal porto di Ashdod (Israele) verso Panama, a oltre 12 mila chilometri di distanza. Secondo alcuni calcoli, ogni rosario costerà circa un dollaro e, dunque, il progetto necessiterà di un milione e mezzo di dollari per essere completamente finanziato, compresi i costi del materiale, del personale e del trasporto.

Ad oggi sono undici i laboratori artigiani tra Beit Sahour, Beit Jala e Betlemme che stanno lavorando agli oggetti realizzati in legno di ulivo. Serviranno un totale di 81 milioni di grani e un milione e mezzo di piccole croci di legno, da assemblare su 750 km di filo elastico, in modo che i rosari possano essere indossati al polso, come piace ai giovani. Per insegnare ai ragazzi a pregare il rosario verrà sviluppata nel frattempo anche un’app, che potranno scaricare direttamente sul proprio smartphone.

Il progetto AveJmj, sta dando lavoro a centinaia di abitanti di Betlemme e dintorni. «Abbiamo accettato questo progetto, in quanto siamo il braccio sociale della Chiesa cattolica – afferma Harout Bedrossian, dell’ufficio fundraising di Caritas Jerusalem -. Il nostro intento è coinvolgere i poveri, i bisognosi, perché possano lavorare e vivere con dignità».

Basel e Kamel, due giovani di Betlemme scelti dalla Caritas come coordinatori operativi, nel centro di raccolta a Beit Sahour mostrano alcune scatole contenenti i rosari già completati. «Abbiamo un programma sul computer con il quale controlliamo la produzione, pezzo dopo pezzo – precisano -. Per ognuno facciamo un accurato controllo di qualità».

Sono 50 mila gli oggetti realizzati fino ad oggi, ma Harout è ottimista: «Abbiamo comprato nuove macchine per ogni laboratorio e ognuno ha assunto giovani disoccupati e donne. Abbiamo adottato criteri specifici per l’assunzione: persone nel bisogno, senza titoli di studio o profughi». Ognuno dei laboratori scelti contribuisce a un aspetto diverso della produzione: i grani del rosario, le croci, le incisioni con il laser sulle croci, l’assemblaggio.

Tra il rumore delle macchine che tagliano il legno, Hassan da Betlemme racconta che, prima di essere impiegato nel laboratorio che produce grani per rosari, faceva l’operaio in un insediamento israeliano: «Era molto difficile: avevo paura per me stesso ogni giorno. Adesso da tre mesi mi trovo qui». Anche Omar, uno dei proprietari del laboratorio, lavorava parte del suo tempo in un insediamento. «Qui – spiega – gli ordini sono stagionali, soprattutto a Natale e a Pasqua. Per questo quando abbiamo saputo di questo progetto, abbiamo pensato che fosse una buona occasione». Camminando tra le macchine e calpestando trucioli di legno, indica i giovani al lavoro: «Tutti quelli che vedete erano disoccupati prima di questo progetto». Tra di loro ci sono cristiani, ma anche musulmani.

«Ho assunto una nuova persona la scorsa settimana», afferma Ibrahim, il proprietario di un altro laboratorio. Per lui, la domanda di produzione di migliaia di grani del rosario è arrivata al momento giusto: aveva intenzione – tempo una settimana – di vendere le sue macchine, a causa delle difficoltà economiche. «Questo progetto è stato una benedizione. Ho comprato cinque nuove macchine e assunto altre cinque persone», afferma con un sorriso Ibrahim.

A un passo dalla chiesa della Natività di Betlemme, un altro grande laboratorio è stato coinvolto nel progetto AveJmj. È quello di Samer, figlio dell’ex sindaco di Betlemme Vera Baboun. «Qui da noi offriamo formazione e opportunità di lavoro a persone disagiate. Abbiamo iniziato producendo croci e produrremo anche grani per il rosario, lavorando dodici ore al giorno su due turni diversi – racconta Samer mentre gira per le stanze -. Avremo una quarantina di persone che beneficeranno del progetto alla fine di tutto».

Sulle due facce di ogni croce verranno incise con il laser le parole Bethlehem – per ricordare da dove proviene – e JMJ 2019. Anche il centro che lavora con il laser per il progetto ha visto crescere le assunzioni. Ihab, il proprietario, aggiunge: «Sono contento che il mio lavoro da Betlemme verrà inviato in giro per il mondo».

In coda al processo, sono stati ingaggiati gruppi di donne per l’assemblaggio dei diversi pezzi. Si ritrovano in salotto, conversano e lavorano. L’aspetto positivo dell’attività è che possono farsi aiutare da altri membri familiari o farlo al termine della giornata, quando non sono impegnate in attività di gestione della casa. Lo racconta Carmen, una delle donne coinvolte nel progetto.

Mentre migliaia di rosari vengono realizzati in Terra Santa, la Giornata mondiale della gioventù si avvicina. Durante l’Angelus di domenica 11 febbraio, Papa Francesco stesso si è iscritto simbolicamente come primo partecipante alla Gmg di Panama del gennaio 2019. Dieci ore dopo erano già 234 i gruppi che avevano iniziato le iscrizioni e il numero è destinato a crescere.

 

 

 

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