«L’anno scorso è passato in pace. Alla fine del 2016, pochi giorni prima del Natale, Aleppo veniva liberata dai suoi oppressori. Voglio ringraziare ora il Signore per tutte le grazie che ci ha dato in questo ultimo periodo. E per non aver perso la capacità di sperare». Fra Ibrahim Alsabagh, di passaggio in Italia per una serie d’incontri che lo hanno portato (dal 31 gennaio al 10 febbraio) a toccare città come Firenze, Modena e Bergamo, appare stanco. Ma non smette di ringraziare.
«Voglio dire grazie al Signore per i cristiani di tutto il mondo, specialmente per quelli più poveri, che nonostante il loro bisogno hanno fatto tanti sacrifici mandandoci degli aiuti e privandosi a volte del necessario… Voglio ringraziare il Signore per tutti i bambini del mondo che hanno accolto l’invito a pregare con i loro coetanei di Aleppo, ogni prima domenica del mese, per la pace… Alcuni di loro lo fanno anche oggi, nelle preghiere della sera recitate con i genitori. Voglio ringraziare anche i tanti non credenti che hanno manifestato tanta compassione e interesse verso le nostre sofferenze e non si sono risparmiate nel mandarci aiuti»
L’emergenza umanitaria nella città, un tempo tra le più ricche del Medio Oriente, non è finita. La popolazione è provata e interi quartieri sono ancora privi di luce e acqua. Sono diverse migliaia le famiglie che ricevono aiuti di ogni tipo dalla Caritas parrocchiale. A preoccupare fra Ibrahim è, oltre l’aspetto umanitario e assistenziale, la necessità di offrire momenti di crescita personale e comunitaria. «Ai cristiani di Aleppo serve un sostegno materiale, ma è tempo di pensare anche a nutrire la loro anima con la cultura e l’approfondimento della Parola di Dio, che, sola, può illuminare la fede e riaccendere la speranza», spiega il religioso.
Per questa ragione l’appello è chiaro: dateci una mano a ricostituire una biblioteca a servizio dei cristiani e del clero locale. «Sono due i livelli d’impegno – interviene fra Francesco Ielpo, Commissario di Terra Santa del Nord Italia, che si è preso a cuore l’appello di fra Ibrahim –. Il primo riguarda i sacerdoti e i religiosi: la necessità di avere dei testi fondamentali, in italiano o francese, che servano per la pastorale e per la predicazione: dizionari di teologia, mariologia, patristica… Testi biblici e fonti agiografiche. Il secondo livello riguarda invece i cristiani locali, che hanno bisogno di testi di spiritualità, soprattutto in arabo».
Il Commissario di Terra Santa invita dunque i benefattori ad aderire all’appello lanciato da fra Ibrahim facendo una donazione tramite la Fondazione Terra Santa o mettendosi in contatto con il Commissariato del Nord Italia. «Siamo convinti che una parte fondamentale della nostra missione stia nel cercare in tutti i modi di rafforzare la motivazione dei cristiani locali a rimanere o a tornare… E per farlo sono fondamentali le occasioni d’incontro, di approfondimento, di lettura, di crescita personale. In poche parole: le relazioni che la cultura è capace di creare e coltivare».
All’appello di fra Ibrahim si aggiunge il progetto che da diversi mesi è stato avviato a Damasco dal confratello fra Bahjat Elia Karakach: la traduzione in arabo di alcuni libri illustrati per ragazzi che raccontano le figure e il carisma di san Francesco, santa Chiara e sant’Antonio da Padova. Grazie alla collaborazione con le nostre Edizioni Terra Santa i piccoli cristiani (e non) di Siria avranno la possibilità di confrontarsi e conoscere meglio le vite straordinarie di questi grandi santi.