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George Deek, primo arabo cristiano ambasciatore d’Israele

Terrasanta.net
23 novembre 2018
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George Deek, primo arabo cristiano ambasciatore d’Israele
George Deek. (foto dal suo profilo Facebook)

Il governo dello Stato ebraico ha nominato per la prima volta un cittadino arabo cristiano come proprio rappresentante diplomatico in Azerbajan. George Deek (34enne) assumerà le funzioni la prossima estate.


(c.l.) – A breve, un giovane arabo cristiano rappresenterà Israele in un Paese musulmano. George Deek appartiene a una famiglia originaria di Giaffa e, a 34 anni d’età, è stato nominato dal ministero degli Esteri rappresentante diplomatico a Baku, in Azerbaigian. Nell’estate del 2019 succederà a Dan Stave (62 anni), in carica dall’agosto 2015, e sarà il primo ambasciatore arabo cristiano dello Stato di Israele. Un altro arabo, il musulmano Ali Yahya, aveva rappresentato lo Stato ebraico in Finlandia e in Grecia negli anni Novanta.

Per Georges Deek la nomina del 15 novembre scorso in Azerbaigian è una bella sfida. Il Paese, a maggioranza musulmana, confina con il Mar Caspio e la Russia a nord e con l’Iran a sud ed è «estremamente importante per Israele da un punto di vista strategico», secondo i24News. L’emittente televisiva spiega che l’Azerbaigian «soddisfa circa il 40 per cento del fabbisogno israeliano di petrolio ed è uno dei più importanti clienti dello Stato ebraico nel settore degli armamenti». Si noti che il governo di Baku non ha ancora una propria rappresentanza diplomatica in Israele.

George Deek è considerato «un diplomatico d’esperienza e capace di distinguersi. Ha già portato a termine con successo vari incarichi diplomatici», ha osservato Emmanuel Nahshon, portavoce del ministero degli Esteri israeliano, il cui titolare è il premier stesso, Benjamin Netanyahu.

Deek è attualmente consigliere del direttore generale degli Esteri, Yuval Rotem. Parla correntemente ebraico, arabo e inglese ed ha una buona consuetudine con il francese. Laureato in giurisprudenza, ha conseguito un master in diritto internazionale (alla Georgetown University, Washington) e fa parte dei ruoli degli Affari esteri dal 2008. È stato capo missione aggiunto in Nigeria dal 2009 al 2012 e all’ambasciata israeliana in Norvegia dal 2012 al 2015, dove ha affiancato Naim Araidi, un poeta di origini druse ambasciatore ad Oslo. Per la prima volta nella storia di Israele, due diplomatici di minoranze israeliane non ebraiche si trovarono insieme a capo di un’ambasciata.

Fu proprio ad Oslo, nel 2014, che Deek pronunciò un discorso a favore di Israele. Intitolato La mia storia familiare nel 1948, dalla fuga da Giaffa al nostro futuro in Israele è stato poi considerato dalla stampa israeliana uno dei migliori discorsi di un diplomatico israeliano all’estero.

Il neo-ambasciatore in Azerbaigian discende da palestinesi cristiano-ortodossi. La sua famiglia visse la Nakba (la catastrofe del popolo palestinese coincidente con la nascita di Israele) nel 1948. I nonni fuggirono in Libano, mentre altri parenti si sparpagliarono in tutto il mondo. Terminata la guerra, il nonno di George Deek decise però di rientrare a Giaffa, nel neonato Stato ebraico. «È grazie a mio nonno, che guardò al futuro prendendo una decisione apparentemente impensabile, se oggi sono un diplomatico, un rappresentante dello Stato di Israele (…), e non un profugo palestinese in Libano». Una scelta famigliare che spiega come mai oggi George Deek, cresciuto a Giaffa e Tel Aviv, si senta pienamente cittadino di Israele.

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