Storie, attualità e archeologia dal Medio Oriente e dal mondo della Bibbia

Ti benedico ogni giorno

fra Stefano Tondelli ofm
email whatsapp whatsapp facebook twitter versione stampabile
Ti benedico ogni giorno
La creazione degli uccelli e dei pesci, 1250-1260 ca., da Bestiario del Northumberland (Inghilterra), Getty Museum, Los Angeles (Usa)

Il Cantico delle Creature di san Francesco e le berakhot, le benedizioni che il credente israelita eleva a Dio per lodarlo, sono modi per non dimenticare i doni del creato e la presenza di Dio nei fatti più quotidiani


Dopo aver inquadrato nell’articolo precedente il rapporto tra il Cantico delle Creature e altri inni di lode biblici, soprattutto nei salmi, vorrei evidenziare l’assonanza spirituale tra la lode composta da san Francesco e una particolare attitudine della preghiera ebraica: le berakhot che in ebraico significa «benedizioni».

C’è una preghiera che fiorisce in particolare nel cuore di Francesco, che è la lode a Dio, il desiderio di benedirlo continuamente per il Suo amore. Questo «benedire Dio» per san Francesco è riconoscere che tutto nella vita è dono Suo e quindi restituire a Dio il ringraziamento, la lode e la benedizione che gli spetta. Ma come poter tenere questo sguardo contemplativo fisso su Dio, mentre viviamo le nostre giornate piene di impegni? Il segreto è partire da ciò che viviamo, stare dentro la realtà, per lodarlo e benedirlo per il dono di tutte le sue creature: quelle creature che ogni minuto ci circondano, e a volte ci illuminano (il sole), altre volte riflettono la bellezza di Dio (le stelle), altre volte ancora ci sono date per la nostra utilità e sostentamento (acqua, fuoco, clima e terra). In questo modo Dio non sarà più solo patrimonio del monaco, ma anche della lavandaia mentre immerge le sue mani nell’acqua, del fabbro mentre contempla la forza del fuoco, del commerciante di stoffe mentre contempla i colori che i fiori e le piante sanno sprigionare. E tutti loderanno Dio che ci dona queste creature, belle ed utili, e attraverso le creature ci manifesta la sua presenza nella vita quotidiana.

Questo stesso atteggiamento lo troviamo molto presente nelle berakhot ebraiche, le «benedizioni» che il credente israelita alza a Dio per lodarlo, riconoscendo la sua presenza nelle vicende di ogni giorno.

Gli ebrei hanno una benedizione quasi per ogni momento della vita quotidiana: si dovrebbe benedire «l’altissimo, onnipotente, bon Signore» non solo prima e dopo il pasto, ma ogniqualvolta assistiamo a fenomeni naturali inaspettati (un lampo, il passaggio di una cometa), quando siamo scampati a un pericolo, quando assaggiamo un cibo nuovo, sentiamo un profumo o indossiamo un vestito mai usato prima o quando vediamo una bella creatura. In tal modo non c’è aspetto della vita che non venga vissuto con gli occhi della fede e che non sia mediato dalla benedizione che gli corrisponde.

Non sorprende, allora, lo scoprire che la tradizione ebraica insegna che un buon ebreo dovrebbe dire almeno cento benedizioni al giorno. Spiegano infatti i rabbini: «Chi gode dei beni di questo mondo senza dire una benedizione su di essi commette un atto di infedeltà e prende ciò che non gli appartiene, perché non chiede il permesso al Signore del mondo a cui tutto appartiene». È come se commettesse un furto. Le berakhot, dunque, servono ad accrescere la consapevolezza del nostro posto nel mondo e a cogliere il valore delle cose. C’è una saggezza che risiede in un modo di essere nel mondo, in un’arte di nutrirsi, lavarsi, pettinarsi e addirittura di allacciarsi i sandali. Per l’ebraismo rabbinico il corpo e il creato non solo non impediscono la relazione con Dio, ma addirittura partecipano alla santificazione, alla relazione col divino, nello svolgere le attività più quotidiane.

Fra Simone Castaldi, francescano studioso di ebraismo, sottolinea nel suo libro Sotto lo stesso cielo. Tracce di ebraismo in Francesco d’Assisi (TS Edizioni, 2023) che imparare a benedire Dio in ogni circostanza della vita, come fa la tradizione rabbinica, ci aiuta a vivere un atteggiamento che è al centro sia della fede ebraica che della spiritualità di Francesco espressa anche nel Cantico delle Creature: la restituzione! Una restituzione a Dio che si esprime nella riconoscenza per i doni del suo amore, nel rendimento di grazie, stupore e lode: «E restituiamo al Signore Dio altissimo e sommo tutti i beni e riconosciamo che tutti i beni sono suoi e di tutti rendiamo grazie a lui, dal quale procede ogni bene. E lo stesso altissimo e sommo, solo vero Dio abbia, e gli siano resi ed egli stesso riceva tutti gli onori e la riverenza, tutte le lodi e le benedizioni» (Regola non bollata XVII, 17, FF 49). Anche per la tradizione biblica ed ebraica, l’uomo è pienamente uomo solo quando si risveglia dalla chiusura in sé stesso e si apre alla benedizione, vivendo ogni momento della vita come dono.

L’autore è Commissario di Terra Santa per Assisi e l’Umbria

Eco di Terrasanta 2/2025
Marzo-Aprile 2025

Eco di Terrasanta 2/2025

«Più gioia nel dare che nel ricevere»
fra Francesco Patton

«Più gioia nel dare che nel ricevere»

Come ogni anno, nella Chiesa cattolica ritorna la Colletta del Venerdì Santo, un appuntamento privilegiato per sostenere le comunità cristiane di Terra Santa e salvaguardare i Luoghi Santi. Il messaggio del padre Custode.

Come ricevere l'Eco

Il tabloid Eco di Terrasanta viene spedito ogni due mesi a tutti coloro che sono interessati ai Luoghi Santi e che inviano un’offerta, o fanno una donazione, a favore delle opere della Custodia di Terra Santa tramite la nostra Fondazione.

Maggiori informazioni
Sfoglia l'Eco

Se non hai mai avuto modo di leggere Eco di Terrasanta, ti diamo la possibilità di sfogliare un numero del 2024.
Buona lettura!

Clicca qui
Newsletter

Ricevi i nostri aggiornamenti

Iscriviti
Sostienici

Terrasanta.net conta anche sul tuo aiuto

Dona ora
Un solo Signore, una sola fede
Ulise Zarza

Un solo Signore, una sola fede

La Passione di Cristo nella Terra Santa alla luce di Nicea (325)
Il vangelo dei piedi
Antonio Mazzi

Il vangelo dei piedi

Beato l'uomo che ha sentieri nel cuore
I consigli del Grillo Parlante
Vincenzo Ippolito

I consigli del Grillo Parlante

Parole di luce per camminare verso la Pasqua