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Sulla soglia di Ramadan

Giuseppe Caffulli
28 febbraio 2025
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Sulla soglia di <i>Ramadan</i>
Una bancarella tra le macerie di Khan Yunis, nella Striscia di Gaza, vende fanous, tipiche lanterne che addobbano le case musulmane durante il Ramadan. (foto Abed Rahim Khatib/Flash90)

Si schiude per i musulmani il mese sacro di Ramadan, un periodo di intensa devozione e di riconferma della propria identità di credenti sottomessi alla volontà di Dio, sulle orme del profeta Muhammad.


Per i musulmani, in Terra Santa come nel resto del mondo, inizia in questo fine settimana il mese sacro di Ramadan. I più osservanti si astengono da ogni forma di cibo e bevanda tra l’alba e il tramonto, in un cammino di purificazione e di approfondimento della propria fede.

In Occidente, le pratiche e le usanze legate al Ramadan, sono ancora poco note ai più. Alcune delle domande più frequenti riguardano le motivazioni di questo «tempo forte» e le devozioni ad esso legate. Un mese di preghiera e digiuno che per vari aspetti richiama la Quaresima cristiana.

Ecco qualche coordinata per orientarsi.

Cos’è il Ramadan e perché i musulmani digiunano?

Il Ramadan è il nono mese del calendario islamico. Durante tutto il mese, i musulmani sono tenuti a digiunare se sono in salute e in grado di farlo. Il digiuno è uno dei cosiddetti cinque pilastri dell’islam. Gli altri «pilastri», cioè punti fondamentali, sono la dichiarazione di fede, la preghiera, l’elemosina e il pellegrinaggio alla Mecca. I musulmani credono che il digiuno possa rafforzare il loro rapporto con Dio. Durante questo tempo, si prega, si legge il Corano e si praticano gesti di carità verso i bisognosi.

Perché il Ramadan non inizia mai in un giorno fisso?

Il calendario islamico è lunare, più corto di 10-11 giorni rispetto al moderno calendario gregoriano di 365 giorni, che si basa sulla rotazione della Terra intorno al Sole. Questa differenza comporta che il Ramadan inizi ogni anno in un giorno diverso. Nei Paesi a maggioranza musulmana, appositi comitati statali controllano la luna crescente e annunciano ufficialmente l’inizio del Ramadan.

Quando inizia quest’anno?

Il Ramadan inizia con l’avvistamento del primo spicchio di luna nuova, cosa che dovrebbe avvenire questa sera, venerdì 28 marzo – «notte del dubbio» –, il che significa che i musulmani iniziano il primo giorno di digiuno all’alba di domani, sabato primo marzo (o, al più tardi, domenica 2). Il periodo di digiuno terminerà probabilmente sabato 29 marzo o domenica 30 marzo, poiché il mese lunare ha 29 o 30 giorni.
Ciò significa che Eid al-Fitr, la festa della rottura del digiuno che segna la fine del Ramadan, cadrà probabilmente domenica 30 marzo o lunedì 31 marzo. La durata del digiuno giornaliero varia da luogo a luogo, a seconda delle ore di luce.
Nei Paesi del Nord Europa, per esempio, se il Ramadan cade a dicembre, il digiuno di ogni giorno sarà molto breve a causa della limitata quantità di luce diurna. Tuttavia, le ore di digiuno aumenteranno nello stesso luogo durante l’estate, quando la luce del giorno è quasi permanente. In queste circostanze la popolazione locale seguirà il digiuno previsto nel Paese musulmano più vicino o come prescritto alla Mecca, dove sorge il luogo più sacro dell’islam, in Arabia Saudita.

Come si preparano i musulmani al Ramadan?

Ogni famiglia si prepara al Ramadan in modo diverso. Molti allestiscono l’Iftar (il pasto che rompe il digiuno alla fine della giornata) a casa e per l’occasione invitano gli amici. Le moschee di solito ospitano Iftar aperti in modo che chiunque possa recarsi a condividere la rottura del digiuno.
Per prepararsi al Ramadan, molti cercano di interrompere le cattive abitudini e prepararsi spiritualmente.
Durante il mese di Ramadan, i musulmani si svegliano abitualmente prima del sorgere del sole per consumare un pasto all’alba chiamato Suhoor. Poi osservano il digiuno fino al tramonto, quando consumano l’Iftar, seguito da preghiere notturne facoltative (tarawih), che si protraggono fino a notte fonda. Le preghiere si svolgono di solito in moschea ma anche a casa.

Quali sono le principali tradizioni del Ramadan?

Il digiuno di ogni giorno viene tipicamente interrotto mangiando datteri, secondo la tradizione del profeta. Dopo di che, le persone pregheranno il Maghrib – una delle cinque preghiere quotidiane – e poi si siederanno a mangiare. In alcuni Paesi, come l’Egitto e la Turchia, un musaharati (una sorta di banditore) percorre le strade con un tamburo per svegliare la gente per il pasto dell’alba.
In Medio Oriente è tradizione decorare i quartieri con lanterne e striscioni per rendere più solenne il mese sacro.
Nel mese di Ramadan i musulmani sono tenuti a osservare l’usanza detta zakat al-fitr, una donazione che ha lo scopo di purificare il donatore da eventuali mancanze di condotta durante il mese e provvedere cibo ai bisognosi. Questo obolo è diverso dalla zakat, che può essere effettuata in qualsiasi momento dell’anno. È uno dei cinque pilastri dell’islam ed equivale al 2,5 per cento dei risparmi di un intero anno.
Gli ultimi dieci giorni del Ramadan sono particolarmente dedicati a preghiere e culti in forma più intensa, poiché i primi versetti del Corano furono rivelati al profeta Muhammad (Maometto) durante questo periodo, noto come Laylat al-Qadr, in arabo la «notte del decreto»
I fedeli credono che pregare con sincerità e profondità in questo ultimo scorcio di Ramadan procuri una sorta di «indulgenza plenaria» (se è concesso prendere in prestito una terminologia cattolica). Alcuni musulmani scelgono addirittura di vivere e dormire – uomini e donne in ambienti separati – in moschea durante questo periodo, che va sotto il nome di i’tikaaf, per essere ancora più immersi nella preghiera.

E alla fine del Ramadan?

Alla fine del mese sacro di Ramadan si celebra una festa di tre giorni nota come Eid al-Fitr o, più comunemente, Eid. È un momento di grandi banchetti e di festa, durante il quale i bambini ricevono regali e le case vengono decorate per l’occasione. In genere le famiglie si svegliano presto per andare a pregare in moschea e salutare amici, familiari e altri membri della comunità.
Altri ancora approfittano dell’occasione per visitare i cimiteri e rendere omaggio ai propri cari scomparsi.


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