(g.s.) – Quest’anno prende le mosse dal quarto capitolo del Vangelo di Matteo (versetto 16) – che, a sua volta, rimanda al libro del profeta Isaia (9,1) – il messaggio natalizio dei patriarchi e capi delle Chiese di Terra Santa: «Il popolo che abitava nelle tenebre vide una grande luce, per quelli che abitavano in regione e ombra di morte una luce è sorta».
Nel testo, la luce del Natale si intreccia con quella della Pasqua; il fulgore della risurrezione si riverbera sulla culla di Betlemme e su questi nostri «giorni bui di continui conflitti e incertezze».
«Nella Natività di Cristo, la luce della salvezza di Dio è venuta per la prima volta nel mondo, illuminando tutti coloro che Lo avrebbero accolto, sia allora sia oggi, offrendo loro “grazia su grazia” per sconfiggere le forze oscure del male che cospirano incessantemente per portare alla distruzione della creazione di Dio (Vangelo di Giovanni 1,16)».
Di quella luce si sono fatti testimoni anzitutto Giovanni Battista, il precursore, e dopo di lui tanti altri discepoli di Gesù – «nostri antenati spirituali», li chiamano i capi delle Chiese di Terra Santa nel loro messaggio – «che ricevettero il messaggio di salvezza mentre dimoravano “in regione e ombra di morte” (Vangelo di Matteo 4,16). Sopportando molte asperità, continuarono a trasmettere la Santa Luce della Risurrezione di Cristo, diventando Suoi testimoni a Gerusalemme, nella Terra Santa e fino ai confini del mondo».
Un «antico percorso di redenzione» che, generazione dopo generazione, giunge fino a noi e al tempo in cui viviamo, «nel quale infuriano ancora le guerre e milioni di persone, nella nostra regione e in tutto il mondo, continuano a soffrire in modo pesante». «Esteriormente – annota il messaggio natalizio 2024/2025 – poco sembra essere cambiato. Eppure interiormente, la santa nascita del nostro Signore Gesù Cristo ha innescato una rivoluzione spirituale che continua a trasformare e indirizzare innumerevoli cuori e menti verso le vie della giustizia, della misericordia e della pace (Libro del profeta Michea 6,8; Lettera agli Efesini 2,17)».
Continuano i capi delle Chiese: «Per quelle famiglie di fedeli che sono rimaste in Terra Santa, così come per coloro che si sono uniti a noi, è un privilegio continuare a testimoniare la luce sacra di Cristo nei luoghi stessi in cui è nato, ha svolto il suo ministero e si è offerto per noi, risorgendo vittoriosamente dalla tomba a una nuova vita risorta».
«In questo spirito natalizio colmo di speranza – prosegue il testo diffuso in questi giorni –, rendiamo grazie all’Onnipotente per il recente cessate il fuoco tra due delle parti in guerra nella nostra regione [il riferimento è al Libano – ndr] e chiediamo che venga esteso a Gaza e a molti altri luoghi, ponendo fine alle guerre che affliggono questa parte del mondo. Rinnoviamo inoltre il nostro appello per il rilascio di tutti i prigionieri e delle persone private della libertà, il ritorno dei senzatetto e degli sfollati, la cura dei malati e dei feriti, il soccorso di coloro che hanno fame e sete, il ripristino di proprietà ingiustamente sequestrate o minacciate; la ricostruzione di tutte le strutture civili, pubbliche e private, che sono state danneggiate o distrutte».
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