A Betlemme la guerra sembra lontana, ma è solo un’illusione ottica. Il conflitto ha colpito la città in maniera devastante, soprattutto per il totale blocco dell’industria del turismo, da cui dipende l’economia della città. Quindi c’è stata l’interruzione del rilascio dei permessi di lavoro in Israele, che impedisce ai lavoratori di recarsi fuori dai Territori. Moltissimi cercano di scappare, di migrare con i loro figli, alla ricerca di un futuro. Come hanno già fatto anche tanti israeliani.
E i cristiani? La comunità stretta attorno alla parrocchia cattolica di rito latino di Santa Caterina (retta dai frati della Custodia) soffre, come pure il resto della città. La gente non sa cosa aspettarsi, dopo 15 mesi di guerra. Molte famiglie emigrano. Moltissimi sono indebitati e non hanno soldi per fare la spesa e mandare a scuola i figli. Intanto, in questo clima di confusione, cresce la pressione dei coloni israeliani, che cercano di prendere possesso illegalmente della terra.
Nel dossier che vi presentiamo, grazie all’ascolto di diverse voci, cerchiamo di offrire un quadro della situazione nella «città del Natale», che anche quest’anno, ancor più dell’anno scorso, si trova a fare memoria della venuta del Messia in un clima di mestizia e di emergenza sociale.
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Ecco l’indice del Dossier:
• Un Natale di povertà e tristezza
Roberto Cetera
L’eco della guerra, il blocco dei pellegrinaggi. Disoccupazione, famiglie in gravissime difficoltà, la tentazione dell’ennesima emigrazione. Betlemme vive il suo secondo Natale senza luci e con tante ombre. La voce dei cristiani locali e l’impegno delle Chiese per il sostegno a chi resta. Nonostante tutto.
• Noi, che abbiamo scelto di restare
Marinela Bandini
Si sposeranno nella prossima estate. Sono coetanei e hanno fatto una scelta decisamente controcorrente (specie per chi, come loro, viene da famiglie borghesi): restare a Betlemme e formare una famiglia, per essere d’esempio anche ad altri giovani cristiani.
• Annunciare Cristo tra le macerie
Marinella Bandini
A un anno di distanza dall’inizio della guerra, è sempre più difficile parlare di speranza. «Meglio parlare di sopravvivenza», ci dice il pastore luterano di Betlemme. Eppure un cristiano non si deve rassegnare, perché Gesù è nel volto di chi soffre.
• La mia lotta contro i sorpusi
Marinella Bandini
La storia della famiglia Kisiya racconta il paradosso della Cisgiordania di oggi. Palestinesi cristiani ma con cittadinanza sia israeliana che francese, sono stati espulsi dalla loro terra nei pressi di Betlemme dai coloni israeliani. Un caso che, grazie ad Alice sta avendo risonanza internazionale.
• Gli orfani del Natale
Giuseppe Caffulli
Le necessità sempre più urgenti della comunità cristiana di Betlemme, nel contesto di una situazione economica drammatica per tutta la città. Nelle parole del vicario della Custodia di Terra Santa fra Ibrahim Faltas, le preoccupazioni per la guerra che non cessa e le speranze di chi resta.
Terrasanta 6/2024
Il sommario dei temi toccati nel numero di novembre-dicembre 2024 di Terrasanta su carta. Nel dossier al centro: un altro Natale triste per Betlemme (e non solo). Senza pellegrini e turisti l'economia betlemita è in crisi e molti si rassegnano ad emigrare. La scelta di chi resta.
Ritratto di un Custode orientalista
È una figura importante, non molto ricordata, collocabile sull’asse Europa-Medio Oriente tra Cinque e Seicento: fra Tommaso Obicini, illustre orientalista e per due anni Custode di Terra Santa. Un suo ritratto, conservato nel paese natale, è stato oggetto di un recente studio.