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In Vaticano si rinsalda la via della sinodalità

Giampiero Sandionigi
10 settembre 2024
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In Vaticano si rinsalda la via della sinodalità
Un'istantanea dei lavori della prima sessione dell'assemblea del Sinodo dei vescovi sulla sinodalità, svoltasi in Vaticano nell'ottobre 2023. (foto Ansa/ Vatican Media)

Si svolge in ottobre la seconda sessione dell'assemblea del Sinodo dei Vescovi sulla sinodalità nella missione della Chiesa cattolica. Tappa "finale" di un percorso apertosi ufficialmente nel 2021.


Su impulso di papa Francesco, in questi ultimi anni la Chiesa cattolica in tutto il mondo si è misurata con il tema della sinodalità: «un modo di vivere e di agire specifico della Chiesa, popolo di Dio, che rivela e dà sostanza al suo essere come comunione quando tutti i suoi membri camminano insieme, si riuniscono in assemblea e prendono parte attiva alla missione evangelizzatrice» (così lo spiegano in sintesi dal Vaticano). È stato un percorso pluriennale che qualcuno ha definito «una palestra di ascolto» e che ha prodotto molti dialoghi, testi e documenti. Apertosi in Vaticano il 9 ottobre 2021, è proseguito coinvolgendo «la base» (il popolo di Dio, ma anche altre voci a lui prossime) a livello diocesano e continentale, fino alla primavera 2023.

Dal 4 al 28 ottobre 2023 il Vaticano ha ospitato la prima sessione della XVI Assemblea ordinaria del Sinodo dei Vescovi su questo tema. Come in precedenti occasioni, sono stati invitati a partecipare anche laici, religiose, preti, delegati fraterni di altre Chiese cristiane. I lavori hanno coinvolto a vario titolo (includendo facilitatori, assistenti spirituali, consultori, personale della segreteria) mezzo migliaio di persone, donne e uomini.

La modalità dei lavori ha rappresentato una vera novità: tutti i partecipanti, incluso il Papa, si sono accomodati attorno a tavole rotonde, allestite nella grande aula delle udienze papali, invece che nell’attigua sala del sinodo, con la sua platea di poltroncine rivolte al tavolo della presidenza. Particolarmente apprezzato è stato il metodo della «conversazione nello Spirito», che ha aiutato tutti a condividere le proprie riflessioni, illuminate dalla fede e fecondate dalla preghiera, e ad ascoltarsi reciprocamente, senza uniformare i punti di vista.

Al termine dei lavori, un articolato Documento di sintesi è stato inviato agli episcopati di tutto il mondo, chiedendo loro di farne oggetto di ulteriore riflessione teologico-pastorale ed elaborare nuovi contributi, da inoltrare alla segreteria generale del Sinodo dei Vescovi entro il primo semestre 2024.

Un ricco materiale in gran parte reso pubblico anche via Internet (ci rammarichiamo che non sia così per le riflessioni prodotte dalla Conferenza dei vescovi latini nelle regioni arabe – Celra, che include i presuli della Terra Santa).

Nei contributi provenienti dall’Asia, alcuni temi ricorrenti balzano all’occhio: la richiesta di estendere la giurisdizione dei vescovi delle Chiese orientali alle comunità dei loro fedeli emigrati in territori canonicamente sottoposti alla giurisdizione di un vescovo latino (si pensi ai Paesi del Golfo Persico, con tanti cattolici indiani del Kerala, che sono di rito siro-malabarese); la denuncia di un certo clericalismo che non facilita la collaborazione con il laicato; una formazione dei seminaristi che potrebbe essere più adeguata con il concorso di fedeli laici e famiglie; l’inadeguata formazione permanente del clero e dei laici; l’opportunità di promuovere le donne ad incarichi di responsabilità (e le suore che non devono essere considerate manovalanza a basso costo); l’attenzione alle minoranze etniche e all’ambiente; l’urgenza di una sempre più competente presenza nell’infosfera, nuova frontiera dell’evangelizzazione; l’attenzione alle persone con disabilità (mancano operatori pastorali specializzati); un’opzione per i poveri che sia scevra da paternalismi.

Papa Francesco ha chiesto alla segreteria del Sinodo e ai dicasteri della Curia romana di creare gruppi di studio per sviscerare questioni complesse. Dieci in particolare: alcuni aspetti delle relazioni tra Chiese orientali cattoliche e Chiesa latina; l’ascolto del grido dei poveri; la missione nell’ambiente digitale; la revisione delle norme di indirizzo sulla formazione del clero; questioni teologiche e canonistiche su specifiche forme ministeriali (come un eventuale diaconato femminile); la materia delle relazioni fra vescovi, consacrati, aggregazioni ecclesiali; alcuni aspetti della figura e del ministero del vescovo; il ruolo dei rappresentanti pontifici (cioè la diplomazia vaticana); i criteri teologici e le metodologie sinodali per un discernimento condiviso su questioni dottrinali, pastorali ed etiche controverse; la ricezione dei frutti del cammino ecumenico nelle prassi ecclesiali (questione che, immaginiamo, comprenda pure il dialogo tra cattolici ed ebrei, ancora largamente elitario).

L’assemblea dello scorso autunno si riunisce nuovamente in Vaticano per la sessione conclusiva dal 2 al 27 ottobre. Sarà quasi un’introduzione all’anno giubilare 2025 – dal tema Pellegrini di speranza – che si aprirà il 24 dicembre 2024.

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