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Con la guerra ai confini, il turismo crolla in Giordania

Terrasanta.net
22 maggio 2024
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Con la guerra ai confini, il turismo crolla in Giordania
In questa foto d'archivio del Jordan Tourism Board due escursionisti nel Wadi Rum. Dal 7 ottobre 2023 i turisti, specie gli individuali o i piccoli gruppi, sono diventati una rarità in Giordania.

La guerra tra Israele e Hamas e le altre turbolenze in Medio Oriente hanno colpito duramente l'economia giordana, con un calo del 50 per cento nel settore della ristorazione e dei servizi turistici nel primo trimestre del 2024.


(g.c.) – Effetti collaterali della guerra tra Israele e Hamas, ma anche delle turbolenze sempre in atto in Medio Oriente (specie in Siria e Libano). In Giordania il primo trimestre del 2024 ha visto un calo del 50 per cento del fatturato nel settore della ristorazione e dei servizi turistici.

Omar Awad, presidente dell’Associazione giordana dei ristoratori, in un’intervista apparsa il 20 maggio scorso su The Jordan Times, ha messo in luce come il comparto soffra di una bassa domanda e di alti livelli di stagnazione. Tra i problemi che affliggono gli operatori, una drammatica carenza di liquidità, dovuta a un periodo prolungato di scarsi profitti.

Ma dove risiede la causa di questa situazione davvero problematica per un settore, come quello della ristorazione, che impiega circa 400mila persone in 20mila esercizi?

C’è una crisi economica generalizzata all’interno del Paese. «Un gran numero di consumatori non può permettersi di cenare fuori casa o di ordinare cibo a causa di altre priorità economiche e di un alto livello di indebitamento delle famiglie», ha spiegato Awad. Le banche, come capita spesso in questi frangenti economici, faticano ad erogare prestiti o a dilazionare pagamenti agli imprenditori del settore. Cosa che finisce per indebolire ulteriormente la capacità di resistere alla crisi.

Ma una buona parte delle difficoltà della ristorazione giordana è attribuibile allo scoppio della guerra tra Israele e Gaza, che ha generato un rallentamento dei flussi turistici anche nel regno hascemita. Mahmoud Mheisen, amministratore delegato di un ristorante con sede ad Amman, non ha dubbi: «Dal 7 ottobre 2023 ad oggi i turisti, specie gli individuali o i piccoli gruppi, sono diventati una rarità». I pochi che raggiungono la Giordania sono per lo più gestiti dai tour operator attraverso pacchetti turistici che prevedono solo soste negli hotel.

La crisi riguarda in ugual misura tutto il comparto del commercio. E perfino quello che da sempre è considerato un bene rifugio: l’oro. Il presidente dell’associazione di categoria degli orafi, Rebhi Allan, ha affermato che la domanda locale è diminuita del 50 per cento rispetto allo stesso periodo del 2023. Nonostante i prezzi dell’oro siano saliti a livelli record, a causa dell’incertezza e dell’instabilità attuale, in pochi smobilizzano i risparmi in oro, immettendo liquidità nell’economia, o investono nel metallo giallo.


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