Massacri, stupri, distruzione, escalation regionale, turbativa del commercio globale: il Medio Oriente vive tempi apocalittici. Dopo la devastazione, potrebbe arrivare la pace? E come?
A cinque mesi dal pogrom del 7 ottobre cominciano ad affiorare timidi segnali… Ma le variabili sono così tante e soggette a forze contrastanti da rendere impossibile prevedere quale esito potranno avere i massacri dei 1.200 israeliani uccisi e 135 mila sfollati (dai kibbutz attaccati e dalle zone di confine con il Libano) e la carneficina che ne è seguita a Gaza con oltre 30 mila morti e due milioni di sfollati, l’intera Striscia resa inabitabile dai bombardamenti. Questi disastri, rilanciati da video e post diventati subito virali, hanno mostrato che le alternative alla creazione di uno Stato palestinese causeranno piaghe anche maggiori del conflitto in corso. Israeliani e palestinesi non sembrano aver altra scelta che farsi aiutare da Stati Uniti e Paesi arabi nel far emergere nuovi leader e nuove narrative a sostegno della pace che tentino di traghettare le due società verso i compromessi possibili.
Il tempo stringe. Biden potrebbe non essere più alla Casa Bianca nel 2025. L’economia israeliana ha perso il 19 per cento del Pil nell’ultimo trimestre del 2023 e in Cisgiordania sono andati in fumo oltre 200 mila posti di lavoro. Solo la fine della guerra può ripristinare la fiducia di investitori e donatori per ricostruire un nuovo patto sociale del quale israeliani e palestinesi hanno urgentemente bisogno. (m.b.)
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Ecco l’indice del Dossier:
• Gaza, via d’uscita cercasi
Manuela Borraccino
Occupazione israeliana di Gaza o forze multinazionali di peacekeeping per progettare la ricostruzione? Pressione dei leader occidentali e dei Paesi arabi su Israele per la tregua permanente e le ipotesi di pace. Ma tutto dipenderà dalla volontà politica della comunità internazionale nel farle rispettare.
• Colonie, Israele al bivio
Manuela Borraccino
I costi economici dell’occupazione sono stati per decenni il segreto più custodito di Israele. Ora sono emersi anche i costi sempre più insostenibili per la tenuta della democrazia. Occasione per una svolta o deriva verso l’autodistruzione dello Stato ebraico?
• L’Israele che verrà
Giorgio Bernardelli
Che questa guerra sia per Israele qualcosa di diverso dalle precedenti lo abbiamo capito fin dal suo tragico inizio il 7 ottobre scorso. Ma che cosa lascerà in eredità quando sarà finita? Potrà essere l’occasione per una rinascita, oppure il fossato d’odio che si è formato impedirà il dischiudersi di nuove, necessarie prospettive?
• La guerra delle fake news
Alessandra Abbona
Mai come oggi, il conflitto israelo-palestinese si combatte anche nella sfera digitale, tra opposte narrative e propagande sull’efferatezza e crudeltà del nemico. Una riflessione sulla «militarizzazione» dei social media, sulla guerra cibernetica e sulla manipolazione dell’informazione, dove le voci di pace o a favore del dialogo finiscono per essere oscurate…
• Intervista a padre Gabriel Romanelli: La Via Crucis dei cristiani di Gaza
Terrasanta 2/2024
Il sommario dei temi toccati nel numero di marzo-aprile 2024 di Terrasanta su carta. Al centro, un dossier dedicato alle prospettive del dopoguerra (quando verrà) nella Striscia di Gaza e al futuro della Terra Santa.
Ma’moul (dolcetti farciti di noci)
Per tutto il 2024, in ogni numero di Terrasanta una ricetta mediorientale, attinta dai piatti tipici delle cucine ebraica, cristiana e musulmana.
I contenuti extra di Terrasanta
In questa pagina offriamo ai lettori alcuni contenuti integrativi rispetto alla Storia di copertina pubblicata nel numero di marzo-aprile 2024 della rivista Terrasanta.