Ore 22:51 di ieri, 18 ottobre 2023. Le agenzie di stampa battono questa notizia: «Palestinese ucciso da coloni in Cisgiordania, dice fonte del ministero della Sanità a Ramallah». La vittima risponde al nome di Mohammed Fawaka, 21 anni, ucciso da colpi di arma da fuoco esplosi da coloni vicino al villaggio di Dura al-Qara, nella Cisgiordania centrale.
Mentre l’attenzione dell’opinione pubblica internazionale è concentrata sulle azioni terroristiche di Hamas e sul massiccio bombardamento israeliano nella Striscia di Gaza, i coloni degli insediamenti della Cisgiordania occupata stanno combattendo la loro personale battaglia contro i villaggi palestinesi e i loro abitanti.
In un circostanziato articolo di Yuval Abraham, giornalista e attivista di Gerusalemme, pubblicato su +972Magazine, viene descritto cosa sta accadendo dal 7 ottobre, in forma sempre più massiva, nei Territori palestinesi occupati, per mano dei coloni ebrei.
«Secondo il ministero della Sanità palestinese a Ramallah – scrive Abraham – da sabato (7 ottobre) soldati e coloni israeliani hanno ucciso 51 palestinesi in Cisgiordania. Almeno due villaggi, Al-Qanub e Wadi Al-Sik, sono stati completamente spopolati a causa delle violenze dei coloni israeliani. Un palestinese ad At-Tuwani, un villaggio nella regione di Masafer Yatta sulle colline a sud di Hebron, è in condizioni critiche dopo che un colono, accompagnato da un soldato israeliano, ha attaccato la comunità venerdì e gli ha sparato a bruciapelo. L’attacco è stato documentato dal gruppo israeliano per i diritti umani B’Tselem».
Tra l’altro, nella zona è impegnata da oltre vent’anni anche Operazione Colomba, il corpo nonviolento di pace della Comunità Papa Giovanni XXIII, fondata da don Oreste Benzi.
La situazione esplosa a Gaza ha dato il la ad una serie di violenze che stanno contagiando la Cisgiordania. Se è vero che in tutta la regione sono stati via via ripristinati diversi posti di blocco da parte dell’esercito, con lo scopo di limitare il movimento degli abitanti dei villaggi palestinesi, quel che appare chiaro è che in alcuni villaggi si è aperta una sorta di caccia all’uomo. Le testimonianze raccolte dal giornalista raccontano di attacchi e uccisioni a sangue freddo. «Ci sono coloni ovunque. Stanno approfittando della situazione della sicurezza a Gaza per vendicarsi della Cisgiordania. Perché nessuno sta guardando la Cisgiordania adesso».
Una delle vicende più tragiche riguarda il villaggio di Qusra vicino a Nablus, dove tre palestinesi – Moa’th Odeh, Musab Abu Rida e Obida Abu Sarur – sono stati uccisi a colpi di arma da fuoco, mentre una bambina di 6 anni è stata ferita. «Secondo tre testimoni oculari e il personale medico che ha curato i feriti sul posto – scrive il reporter – l’attacco è iniziato per mano di coloni mascherati che sparavano contro le case del villaggio. Le riprese video mostrano sei uomini, armati di pistole e fucili M-16, che aprono il fuoco all’interno del villaggio. Più tardi quello stesso giorno, secondo testimoni oculari, anche un altro residente, Hassan Abu Sarur, un ragazzino di 13 anni, è stato ucciso a colpi di arma da fuoco, questa volta dai militari».
Non è finita. Il giorno dopo l’uccisione, nel corso dei funerali delle quattro vittime, i coloni hanno attaccato il corteo, uccidendo a colpi di arma da fuoco un padre e un figlio, Ibrahim e Ahmed Wadi.
Qualche giorno prima alcuni coloni dell’insediamento illegale di Esh Kodesh avevano inviato ai residenti di Qusra un macabro avvertimento: una foto con un gruppo di uomini mascherati munito di taniche di benzina, motoseghe e asce. E una didascalia in ebraico e arabo: «A tutti i topi nelle fogne del villaggio di Qusra: vi stiamo aspettando… Il giorno della vendetta sta arrivando».
I fatti di Qusra sono solo un esempio di quello che, nel silenzio dei media e con l’avvallo dell’estrema destra israeliana, sta capitando. Yesh Din, un’organizzazione per i diritti umani che monitora gli insediamenti e gli avamposti israeliani in Cisgiordania ha contato l’assalto ad almeno 18 villaggi palestinesi in tutta la Cisgiordania dall’attacco di Hamas del 7 ottobre a Israele.
Non getta acqua sul fuoco l’esercito che, in nome della sicurezza dei coloni israeliani degli insediamenti, ha in animo di distribuire ai residenti ebrei fucili M-16. Le organizzazioni di estrema destra, attraverso i loro canali social, stanno intanto invitando i loro affiliati a prepararsi per «conquistare i villaggi vicini e distruggere chiunque si unisca al nemico».