«Per favore, aprite il vostro cuore alla generosità e le vostre mani alla solidarietà. Grazie al vostro sostegno noi potremo continuare ad essere il volto provvidente del Padre per i nostri fratelli e le nostre sorelle di Terra Santa», si conclude con queste parole il Messaggio del padre Custode di Terra Santa fra Francesco Patton in occasione della Colletta del Venerdì Santo 2023, che si celebra quest’anno il 7 aprile.
Dopo due anni di pandemia, la Terra Santa attende i pellegrini da tutto il mondo per le festività pasquali. «Non c’è un altro luogo al mondo – spiega il padre Custode – che richiami in modo così evidente la concretezza del mistero del Figlio di Dio fattosi uno di noi per la nostra salvezza. Non c’è un altro luogo al mondo che – pur con tutte le sue contraddizioni – possa più di questo sostenere la nostra fede e ricordarci il fondamento solido, storico, della nostra adesione a Gesù Cristo».
La Colletta, conosciuta anche come Collecta pro Locis Sanctis, nasce dalla volontà dei Papi di mantenere forte il legame tra tutti i cristiani del mondo e i Luoghi Santi. Le offerte raccolte dalle parrocchie e dai vescovi vengono trasmesse dai Commissari di Terra Santa alla Custodia. E verranno usate per il mantenimento dei santuari e in favore delle comunità cristiane locali. «Il nostro compito di frati minori della Custodia di Terra Santa – prosegue fra Patton – è proprio quello di prenderci cura contemporaneamente delle pietre benedette e sante che sono i santuari e delle “pietre vive”, (…) i fedeli delle locali comunità parrocchiali e i pellegrini che qui giungono da tutti i paesi del mondo». Anche quest’anno l’appello è di non porre limiti alla generosità: «Noi frati della Custodia di Terra Santa ci facciamo mendicanti e ci appelliamo alla generosità del vostro cuore perché il Venerdì Santo possa tornare ad essere un autentico giorno di solidarietà universale».
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Per maggiori informazioni: www.collettavenerdisanto.it
Eco di Terrasanta 2/2023
Il pianto e la beatitudine
Le lacrime possono diventare inizio di una ricerca di senso. Nessuno può risolvere il problema della sofferenza, ma Gesù non ha mai insegnato la rassegnazione e ci indica vie di consolazione percorribili, con Dio e con gli altri.