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Terremoto in Siria e Turchia, la Chiesa si mobilita per i primi aiuti

Terrasanta.net
6 febbraio 2023
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Terremoto in Siria e Turchia, la Chiesa si mobilita per i primi aiuti
Soccorritori turchi all'opera a Diyarbakir tra le macerie causate dal terremoto nelle prime ore del 6 febbraio 2023 nella regione sud-orientale della Turchia e nel nord della Siria. (foto Ansa-Epa/Refik Tekin)

Violente scosse di terremoto nel corso della notte e della mattinata del 6 febbraio 2023 hanno devastato alcune regioni della Turchia e della Siria. Aleppo è tra le città più colpite. I francescani assicurano i primi aiuti agli sfollati. Aggiornamenti.


(g.s.) – Il violento terremoto che nelle prime ore di quest’oggi, 6 febbraio, intorno alle 4 del mattino ha scosso in particolare il Sud-Est della Turchia e il Nord della Siria ha provocato centinaia, forse migliaia di vittime. I dati sono ancora provvisori perché le scosse di assestamento si sono susseguite per tutta la mattinata, il maltempo non agevola l’opera dei soccorritori e non tutti gli edifici crollati sono stati raggiunti. La scossa iniziale è stata molto forte: di magnitudo 7,8.

 

Aleppo, la seconda città della Siria, è tra i centri urbani che hanno subito maggiori danni. Molti stabili, magari già danneggiati dalla guerra in corso, sono crollati. Fonti di stampa riferiscono che il vescovo melchita mons. Jean-Clement Jeanbart in un primo momento era rimasto sotto le macerie della sua residenza, ma in mattinata è stato estratto vivo dall’edificio collassato e ricoverato in ospedale. Nel crollo, ha purtroppo perso la vita un sacerdote, padre Emad Daher. Lo riferisce la Fondazione Aiuto alla Chiesa che Soffre.

Nella parrocchia latina della città, retta dai francescani della Custodia di Terra Santa, la scossa notturna ha fatto crollare alcuni frammenti del campanile ma i primi danni sembrano contenuti. Il parroco, fra Bahjat Karakach racconta lo shoccante risveglio notturno: «Siamo stati svegliati verso le 4 di notte da una fortissima scossa di terremoto. Scesi per strada e abbiamo incontrato molta gente che scappava dalle proprie case, ovviamente al buio perché non c’è corrente elettrica. Abbiamo aperto le porte del convento per accogliere gli abitanti in cerca di riparo. La cucina della nostra mensa, che di solito prepara 1.200 pasti al giorno per i poveri, oggi si attiverà al massimo per aiutare tutti coloro che, rimasti senza casa, non potranno mangiare».

La testimonianza del parroco di Aleppo raccolta nelle prime ore del mattino

Padre Bahjat conferma che vi sono danni anche nel distretto di Latakia, nel governatorato di Irbid e nella Valle dell’Oronte, in particolare nei villaggi cristiani di Qnayeh, Yacubieh e Jdayde. I due frati che operano nella zona – fra Hanna Jallouf e fra Luai Bsharat – hanno fatto sapere di star bene.

La Custodia di Terra Santa, attraverso l’associazione Pro Terra Sancta, si è subito attivata per mandare un supplemento di aiuti. Tutti i lettori possono contribuire, anche tramite la Fondazione Terra Santa, a una campagna di raccolta fondi straordinaria per far fronte all’emergenza terremoto.

 

Dalla regione turca dell’Anatolia giunge la notizia che la città di Iskenderun (Alessandretta) ha subito molti danni. Anche della piccola cattedrale dei cattolici latini, sede del vicariato apostolico retto dal gesuita italiano mons. Paolo Bizzeti, resta ben poco, mentre l’abitazione del clero è devastata. Il vescovo, che al momento si trova in Italia, ha già teso la mano ai suoi amici che si stanno mobilitando per aiutare, anche grazie ai canali di Caritas Italiana. Da Iskenderun riferiscono che la situazione appare di ora in ora più grave: manca l’elettricità; gli ospedali sono crollati o inagibili; i morti nella zona si contano a migliaia. Aggiornamenti sono disponibili nel sito web dell’onlus Amici del Medio Oriente, di cui mons. Bizzeti è presidente.

La cattedrale greco-cattolica di Antakya (Antiochia) ha perso la facciata, riferisce dai suoi canali social il domenicano Claudio Monge, che vive a Istanbul.

Il violento sisma è stato avvertito anche sull’isola di Cipro, in Libano e in Israele e Territori palestinesi.

 

La mattina dell’8 febbraio le stime parlano ormai di 11.500 vittime del sisma tra Siria e Turchia. L’Organizzazione mondiale della sanità si spinge a ipotizzare fino a 20mila vittime e 23 milioni di persone in qualche modo danneggiate dagli effetti del sisma.

>>> Clicca qui per un servizio video del Christian Media Center

Nella notte tra il 6 e il 7 febbraio almeno 400 persone hanno trovato riparo nei locali del convento di San Francesco ad Aleppo, per darsi conforto reciprocamente e sentirsi al sicuro. In cucina i volontari si prodigano per rifocillare gli sfollati. Il parroco, padre Bahjat, racconta che anche altre chiese e conventi si stanno prodigando per la popolazione.

«Noi francescani della Custodia di Terra Santa – dice fra Bahjat – abbiamo tre conventi in città e tutti e tre accolgono gli sfollati secondo le loro capacità. Nel nostro convento parrocchiale al centro della città, accogliamo circa 500 persone, e nel collegio di Terra Santa, che si trova in periferia circa 2.000, avendo spazi all’aperto, mentre la chiesa succursale ospita una cinquantina di persone. Serviamo tre pasti al giorno. Nessuno vuole tornare a casa, perché hanno paura di altre scosse più forti, e vista la situazione di pericolo in molte abitazioni».

Quanto ai danni agli edifici fra Bahjat aggiunge: «Si parla di una cinquantina di edifici crollati, circa 600 morti, più di 1.500 feriti e innumerevoli dispersi, tutto ovviamente destinato ad aumentare. La nostra chiesa di San Francesco non è stata immune da danni poiché i due campanili hanno perso molto materiale, le macerie hanno riempito la strada ed il cortile. Affrontiamo anche il pericolo che gli edifici davanti alla chiesa crollino a causa delle crepe, e questo fa presagire grandi pericoli che dovremo affrontare in futuro».

Ad Aleppo è giunto il 7 febbraio, da Damasco, anche il nunzio apostolico in Siria, il card. Mario Zenari, per rendersi personalmente conto della situazione e contribuire al coordinamento e all’equa distribuzione degli aiuti che arrivano dall’estero.

Ultimo aggiornamento: 08/02/2023 10:20


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