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In un convento di Gerusalemme oltraggiata una statua di Gesù

Terrasanta.net
2 febbraio 2023
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In un convento di Gerusalemme oltraggiata una statua di Gesù
Il volto della statua di Cristo oltraggiata la mattina del 2 febbraio 2023 nel convento francescano della Flagellazione a Gerusalemme. (foto c.l./CTS)

Questa mattina, 2 febbraio 2023, un estremista ebreo ha abbattuto e danneggiato una statua di Cristo nella chiesa del convento francescano della Flagellazione, nella Gerusalemme vecchia. Un nuovo atto di intolleranza anti-cristiana.


Ha abbattuto da un altare la statua del Cristo flagellato, che nella caduta si è spezzata all’altezza dei piedi, poi ha cominciato a colpirne il volto. Questa mattina, giovedì 2 febbraio, intorno alle 8.30, un uomo sulla quarantina con una lunga barba sale e pepe ha vandalizzato la Cappella della Condanna, aperta al pubblico nel convento francescano della Flagellazione, situato alla seconda stazione della Via Dolorosa nella città vecchia di Gerusalemme.

Allertato, Majid – il portiere del convento – si è precipitato nella cappella per placcare l’individuo. Una pattuglia di polizia, di stanza nelle vicinanze, è arrivata pochi minuti dopo e ha arrestato l’uomo, inizialmente considerato come «un colono» dal tam tam delle reti sociali che ha diffuso la notizia a macchia d’olio tra la comunità cristiana locale. Sembra invece che l’estremista sia un «turista americano» (forse squilibrato), stando a un comunicato diffuso dalla polizia.

La statua al suo posto prima dello sfregio del 2 febbraio 2023. (foto N. Asfour/CTS)

«Non si possono avere idoli a Gerusalemme. La questione è molto seria: non si possono adorare rappresentazioni di falsi dei a Gerusalemme», ha spiegato in un inglese dal forte accento americano il quarantenne, mentre la polizia lo ammanettava. Molti ebrei considerano i cristiani degli idolatri. Le statue, dal loro punto di vista, rappresentano il segno evidente di questa idolatria.

L’amarezza dei frati

Nel cortile del convento della Flagellazione i pellegrini stranieri continuano ad affluire per commemorare la condanna a morte di Gesù da parte di Pilato e la sua flagellazione, seconda tappa della Via Crucis. In mezzo al trambusto, fra Giuseppe Gaffurini, il superiore del convento, ha il pianto negli occhi. Il calendario liturgico della Chiesa cattolica celebra proprio il 2 febbraio la festa della presentazione di Gesù al Tempio. Una festa che sottolinea l’ebraicità di Gesù, tanto quanto il legame tra ebraismo e cristianesimo. «Questa è la chiesa più vicina a quello che era il Monte del Tempio», sussurra il frate amareggiato.

La statua del Cristo flagellato abbattuta al suolo. (foto c.l./CTS)

Non è che l’ultimo incidente dettato dall’intolleranza dall’inizio del 2023. A Gerusalemme lo hanno preceduto la dissacrazione del cimitero protestante sul monte Sion; un graffito con il consueto slogan «Morte ai cristiani» sul muro di un convento armeno; la bagarre all’esterno di un ristorante nel quartiere cristiano vicino a Porta Nuova; le prepotenze contro i giovani armeni, da parte di giovani ebrei, nel loro quartiere. Azioni alle quali va aggiunta la devastazione di una sala parrocchiale dei maroniti a Ma’alot in Galilea.

Una frequenza mai vista prima, anche se i gesti anticristiani sono ordinari.

La minoranza cristiana, relativamente pacifica e i cui luoghi di culto sono accessibili a tutti, è un bersaglio facile. «Seguiamo con preoccupazione e condanniamo fermamente questa sequenza crescente di gravi atti di odio e di violenza nei confronti della comunità cristiana in Israele. Non è un caso che la legittimazione della discriminazione e della violenza nell’opinione pubblica e nell’attuale scenario politico israeliano si traduca poi anche in atti di odio e di violenza contro la comunità cristiana», scrive il Custode di Terra Santa, fra Francesco Patton, in un comunicato diffuso quest’oggi per denunciare lo sfregio avvenuto alla Flagellazione.

Condanna internazionale

Mentre la polizia afferma di prendere molto sul serio «i danni alle istituzioni e ai siti religiosi» e continua ad «agire contro atti di violenza e vandalismo nei luoghi santi di tutte le religioni», gli autori di atti anti-cristiani rimangono il più delle volte impuniti.

Un approccio lassista che indigna i vertici delle Chiese di Gerusalemme. «I cristiani sono l’ultima delle preoccupazioni del governo israeliano», osservava il 26 gennaio il patriarca latino di Gerusalemme, mons. Pierbattista Pizzaballa, in una conferenza organizzata dal Centro Rossing per l’educazione e il dialogo e dall’Istituto di Gerusalemme per la ricerca politica.

Il Centro Rossing – organizzazione israeliana impegnata nel dialogo interreligioso – ha in programma di documentare i gesti anticristiani aggiornandone regolarmente il conteggio, cosa che prima è stata fatta solo in parte e che permetterà di misurare l’aumento o meno della violenza verso le comunità cristiane di Gerusalemme.

«Nel caso specifico di oggi, 2 febbraio, vedremo come andrà a finire. Le condanne internazionali e locali sono molteplici», osserva Donald Binder, canonico della diocesi anglicana a Gerusalemme e sottosegretario dei capi delle Chiese di Gerusalemme. Ai primi di gennaio due adolescenti responsabili della profanazione del cimitero protestante sul Sion sono stati arrestati dalla polizia e messi agli arresti domiciliari, dopo la massiccia condivisione via Internet di un video delle telecamere di sicurezza del camposanto che li mostrava in azione…

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