Questa volta non sono stati rialzate le lastre del Santo Sepolcro, ma quelle della strada che costeggia le mura settentrionali della città vecchia di Gerusalemme. E tra le scoperte fatte durante questi scavi, che hanno preceduto l’installazione di alcune condutture, una ha sorpreso gli archeologi: un’impronta di mano, scolpita proprio sulla parete di un fossato, probabilmente anteriore al periodo crociato.
«La gente non sa che la via trafficata intitolata al sultano Solimano è in realtà costruita su un enorme fossato largo almeno 10 metri e profondo da 2 a 7 metri», afferma Zubair Adawi, direttore degli scavi condotti dall’Autorità israeliana per le antichità (Aia), in una dichiarazione del 25 gennaio 2023. Questi fossati, come quelli che circondano i castelli europei, avevano uno scopo difensivo. «Ma qui il fossato era asciutto – precisa l’archeologo –. Erano l’ampiezza e la profondità a rappresentare l’ostacolo per gli attaccanti».
Solo due testi (l’anonimo Gesta Francorum et aliorum Hierosolimitanorum e la Historia Francorum qui ceperunt Iherusalem scritta da Raimondo d’Aguilers, cappellano di Raimondo IV di Tolosa, risalenti all’XI secolo, attestano la presenza di questi fossati, scavati nel X secolo o forse prima, secondo le stime degli archeologi che faticano a datarne con precisione la costruzione.
«Nei resoconti della prima crociata, i cronisti riferiscono che i crociati arrivarono nel 1099 ai piedi delle mura di Gerusalemme, allora circondata da un ampio fossato. Esausti per il viaggio, impiegarono cinque settimane per superarlo, esposti al fuoco pesante dei difensori della città», spiega Amit Re’em, direttore regionale dell’Aia a Gerusalemme.
La mano, quale significato?
Il primo tratto di questi fossati asciutti è stato trovato presso il Monte Sion nel 2014. Prima di quella data, «alcuni studiosi avevano espresso dubbi sulla loro esistenza», aveva spiegato nel 2019 in un comunicato dell’Aia Shimon Gibson, condirettore degli scavi del Monte Sion. La loro scoperta fa luce sulla storia militare di una città per la quale popoli e dinastie hanno costantemente combattuto.
«In epoca medievale, quando un esercito voleva prendere Gerusalemme, doveva prima attraversare questo fossato, poi due spesse mura di fortificazione in cui si aprivano gallerie segrete utilizzate per attaccare di sorpresa il nemico prima di scomparire di nuovo nella città. Gli archeologi dell’Autorità israeliana per le antichità hanno scoperto alcuni di questi tunnel», spiega Amit Re’em. Gli attuali bastioni del centro storico sono posteriori: furono eretti da Solimano il Magnifico nel XVI secolo, tenendo in maggior conto la funzione estetica che difensiva.
Ciò che gli archeologi non riescono a spiegare, però, è la presenza di questa impronta di mano, scavata a un centimetro e mezzo di profondità sulla parete del fossato. Di chi e per quale scopo? Fino a oggi non ne hanno decifrato il significato. «Simboleggia qualcosa? Indica un oggetto specifico nelle vicinanze? O è solo uno scherzo locale?», si domandano gli archeologi. «Forse il futuro ce lo dirà».
(A cura della redazione di lingua francese)