Tirando le somme, non solo Doha, ma anche le altre grandi metropoli del Golfo Persico hanno saputo cavalcare l'onda dei Mondiali di calcio e fare affari d'oro. Per di più senza dover investire miliardi di dollari nell'impresa. I maggiori benefici agli Emirati Arabi Uniti.
A conti fatti, i Mondiali di calcio hanno portato al Qatar critiche, nemici e ostilità nei Paesi occidentali. Ma va anche considerato che, al contrario, hanno portato anche l’estremo favore e la simpatia di tutto il mondo arabo e africano, non fosse altro perché il Qatar è il primo Paese del Golfo ad essere riuscito nell’impresa. Molti Paesi vicini, suoi tradizionali antagonisti, dovranno essergli pure grati per avere rimpinguato le loro finanze, senza aver dovuto spendere un centesimo e restando «vergini» agli occhi dei benpensanti occidentali, benché il rispetto dei diritti umani sia una chimera anche da quelle parti.
Basti guardare come gli Emirati Arabi Uniti, grazie al Mondiale di calcio, hanno attirato ancora più turismo e affari. I loro aeroporti sono stati presi d’assalto dai tifosi che hanno volato su almeno uno dei 120 voli giornalieri da e per Doha. Dubai, in particolare, ha sfruttato appieno l’aumento dei turisti nella regione: alberghi e ristoranti hanno eretto schermi giganti per consentire ai tifosi di guardare le partite; fuori dal Dubai Mall, il gigante dell’abbigliamento sportivo Adidas ha allestito un’esperienza interattiva per i fan della Coppa del Mondo all’ombra del grattacielo Burj Khalifa. Per chi preferiva godersi l’aria fresca delle serate decembrine, i ristoranti del centro di Dubai – il Palm e il Festival City – hanno riservato tavoli speciali vicino ai maxischermi.
Meno di due anni fa tutto questo sarebbe stato impensabile. Nel 2017, gli Emirati Arabi Uniti affiancavano l’Arabia Saudita, il Bahrein e l’Egitto contro il Qatar, troncando le relazioni diplomatiche e imponendo un blocco di beni, merci e flussi di danaro al loro vicino accusato di sostenere il terrorismo e di avere stretti rapporti con l’Iran. Doha reagiva negando le accuse e affermando che il boicottaggio non era che un tentativo di limitare la sua indipendenza.
A causa dell’embargo il Qatar ha subito pesanti perdite finanziarie – stimate in circa 43 miliardi di dollari –, con restrizioni che hanno spezzato relazioni regionali e tribali antiche di secoli. Il blocco è durato più di tre anni, fino al gennaio 2021, quando Riyadh ha accettato un accordo mediato da Kuwait e Stati Uniti per risolvere il conflitto. Se oggi il blocco fosse stato ancora in vigore, gli Emirati Arabi Uniti, probabilmente, non avrebbero cavalcato l’onda dei Mondiali calcistici e non ci sarebbe stata nemmeno la possibilità di avere voli-navetta da Dubai.
È interessante quanto dichiarano gli uomini d’affari di Dubai. Intervistato dal media inglese Middle East Eye, a condizione di anonimato, un importante imprenditore ha dichiarato che, combinata con l’Expo dello scorso anno, la Coppa del mondo del Qatar aiuterebbe Dubai a raggiungere l’obiettivo di attrarre 25 milioni di visitatori in città entro il 2025. «Abbiamo iniziato a vedere la crescita quantitativa a partire dalla settimana prima dell’apertura del torneo. Il numero di transazioni tra le nostre filiali è aumentato del 25 per cento fin dall’inizio del Mondiale». L’uomo possiede un’agenzia di cambio e centinaia di appartamenti di lusso in affitto. Anche le altre aziende di famiglia, un ristorante e un bar shisha, stanno andando bene: l’aumento degli affari è stato quasi interamente dovuto ai residenti negli Emirati Arabi Uniti che, con l’avvicinarsi della finale, preferivano godersi le partite in gruppo al ristorante. «Più importanti diventano le partite, più continuiamo a battere i record di vendita giornalieri», ha dichiarato.
La compagnia aerea FlyDubai offre fino a 48 voli navetta giornalieri per Doha a una tariffa di 250 dollari per la classe economica e quasi mille per la business (il volo dura 70 minuti). Du, uno dei tre fornitori di telefonia mobile negli Emirati Arabi Uniti, ha pubblicato annunci su Twitter con speciali pacchetti di roaming specificamente rivolti ai fan diretti in Qatar. Le catene di articoli sportivi del Dubai Mall e del Mall of the Emirates hanno allestito degli espositori ad hoc per Qatar 2022, incluse immagini dello skyline di Doha, per spingere gli acquirenti ad acquistare la divisa della loro squadra del cuore.
Anche l’industria alberghiera di Dubai ha beneficiato degli effetti della Coppa del Mondo. Da mesi prima del Mondiale, era molto difficile trovare un alloggio a Doha, con centinaia di tifosi che dovevano ricorrere alla prenotazione di suite container create appositamente per il torneo. Quando i funzionari del Qatar hanno deciso di annullare l’obbligo di far trascorrere ai turisti sportivi almeno 48 ore nel Paese, molti hanno scelto di rimanere nella più internazionale Dubai. Il Dubai Sports Council stima che un milione di visitatori in più entreranno in città fino a fine dicembre. Ed è qui che salgono i prezzi: la settimana della finale, nell’arco di un giorno, i prezzi delle camere d’albergo sono aumentati, in media, da 70 a 150 dollari per un soggiorno di una sola notte e dicembre è sempre stata altissima stagione.
Anche Doha, comunque, ha beneficiato della normalizzazione dei legami con i Paesi vicini. Nonostante miliardi d’investimenti e oltre un decennio di pianificazione, il Qatar, ricco di gas, senza gli Emirati Arabi Uniti avrebbe faticato a fornire alloggi ai milioni di tifosi accorsi.