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A Banias un tesoro testimonia la fine dell’epoca bizantina

Christophe Lafontaine
5 ottobre 2022
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A Banias un tesoro testimonia la fine dell’epoca bizantina
Il tesoro di monete d'oro di epoca bizantina trovato a Banias. (foto Dafna Gazit / Autorità israeliana delle antichità)

Quarantaquattro monete d’oro sono state trovate nel sito archeologico di Banias. Sarebbero state nascoste dal loro proprietario in un muro durante la conquista musulmana della Terra Santa nel VII secolo d.C.


Si tratta di un vero e proprio piccolo bottino di circa 170 grammi su cui hanno messo le mani tre settimane fa gli archeologi dell’Autorità israeliana delle antichità (Aia), durante alcuni lavori infrastrutturali.

Il «gruzzolo» è composto da 44 antiche monete d’oro zecchino ed è stato rinvenuto nelle fondamenta di un muro di pietre tagliate presso il sito archeologico di Banias, nel nord del Paese, ai piedi del monte Hermon.

La città di Banias era conosciuta nell’Antico Testamento come Cesarea di Filippo, il luogo dove l’apostolo Pietro riconobbe in Gesù il Messia e, in seguito, ricevette le chiavi del Regno dei Cieli, secondo il vangelo di Matteo.

Ritratti di famiglia

Alcune monete ritrovate furono coniate durante il regno dell’imperatore bizantino Foca (602-610 d.C.) mentre la maggior parte di esse sotto il suo successore, l’imperatore Eraclio (610-641 d.C.).

L’esperta di numismatica dell’Autorità per le antichità Gabriela Bijovsky afferma che le monete dell’epoca dell’imperatore Eraclio sono di particolare interesse perché forniscono ritratti dei suoi figli. «Nei suoi primi anni come imperatore, sulle monete era raffigurato solo il suo ritratto – osserva – mentre successivamente compaiono anche le immagini dei figli».

«Si può in effetti osservare i suoi figli crescere – dall’infanzia fino a quando la loro effige appare delle stesse dimensioni di quella del padre, che è ritratto con una lunga barba». Un bel modo di annunciare e prepararsi a una possibile successione…

Le ultime monete coniate sotto Eraclio risalgono al tempo della conquista musulmana della Palestina bizantina «Palaestina Secunda», avvenuta nel 635 d.C. con l’istituzione del Califfato musulmano della dinastia degli Omayyadi.

Il segno di un periodo di transizione

Secondo gli archeologi, la piccola fortuna sarebbe stata nascosta dal suo proprietario – prudente e timoroso – durante questa invasione, nella speranza di recuperarla in seguito. «Sappiamo, in retrospettiva, che non è stato così fortunato», ha detto il direttore degli scavi, Yoav Lerer, in un comunicato dell’Aia.

 

Il direttore dell’Autorità per le antichità, Eli Eskosido, ritiene che questo tesoro abbia un’importanza particolare perché «segna un periodo di passaggio decisivo nella storia della città di Banias e in quella dell’intera regione del Levante». I pezzi, infatti, evidenziano la fine della dominazione bizantina nella regione e l’avvento dell’era musulmana.

In epoca bizantina la città fu un importante centro cristiano, capace di attirare molti pellegrini e divenuto sede vescovile. A testimonianza di questa epoca cristiana ci sono i resti di una chiesa, databile in un periodo che va dal V al VII secolo d.C., e che sono stati portati alla luce nell’autunno 2020. Negli anni Novanta una prima chiesa, dello stesso periodo, era già stata scoperta a 300 metri di distanza.

Al tempo della conquista musulmana la città prese il nome di Banias perché nel periodo ellenistico il sito onorava il dio Pan, da cui il suo nome greco «Panion», poi latinizzato in «Paneas» o «Panias» e arabizzato in Banias. Arrivati in seguito i crociati, la città divenne una signoria nelle mani di Baldovino II nel 1128. I crociati fecero di questo luogo il confine tra i regni crociati e la Siria musulmana.


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