Padre Nostro: con il tempo d’Avvento 2020 veniva adottata nelle chiese la terza edizione italiana del messale romano che contiene anche la nuova traduzione della preghiera. Da tempo si dibatteva, tra liturgisti ed esegeti, dell’opportunità di cambiare quel «non ci indurre in tentazione», traducendo secondo una modalità che permettesse di capire meglio il dettato evangelico. Nel linguaggio e nella sensibilità corrente, si ingenerava infatti un certo disagio di fronte a un verbo (indurre) che sembrava in aperto contrasto con la misericordia di Dio. La nuova traduzione del Padre Nostro ha portato con sé una maggiore riflessione, quasi una riscoperta, della preghiera che Gesù stesso ci ha insegnato. E alla rinnovata consapevolezza che Dio non ci abbandona mai, men che meno di fronte alla prova e alla tentazione. In questo dossier vogliamo offrire spunti di riflessione a partire dai contributi di tre esegeti, che illuminano altrettanti aspetti significativi: il legame con il giudaismo, il contenuto stesso della preghiera e la tradizione patristica.
(Questo testo è l’Introduzione al Dossier di 16 pagine al centro della rivista)
Il sommario del Dossier:
• Una preghiera giudaica? – di Frédéric Manns ofm
• La preghiera dei figli di Dio – di Matteo Munari ofm
• La lettura dei Padri della Chiesa – di Juri Leoni ofm
• Nel luogo del Padre Nostro – di Gregor Geiger ofm
Sulla preghiera del Padre Nostro fra Matteo Munari ha anche realizzato una serie di otto brevi video in collaborazione con il Christian Media Center di Gerusalemme. Clicca qui per accedervi.
Terrasanta 5/2022
Il sommario dei temi toccati nel numero di settembre-ottobre 2022 di Terrasanta su carta. Al centro il Dossier dedicato alla preghiera cristiana più importante: il Padre nostro (e la sua traduzione). Buona lettura!
Livorno, la città senza ghetto
In una storia europea caratterizzata dalle persecuzioni nei confronti degli ebrei, la città costiera toscana è rimasta, per varie ragioni, un «mondo a parte». Proviamo a conoscerlo.
Al pozzo di Giacobbe
È la chiesa più recente che i pellegrini possono visitare in Terra Santa – è del 2010 –, eppure si trova a Nablus, in uno dei luoghi di venerazione più antichi, poiché risale al tempo del patriarca Giacobbe. Cos’è successo in tutti questi anni?