(c.l.) – Un’icona del XV o inizio del XVI secolo, scomparsa nel 1974 durante l’invasione turca di Cipro, è tornata a casa. Lo ha comunicato la Chiesa ortodossa di Cipro il 13 luglio scorso.
Fino all’agosto 1974, l’icona del Cristo pantocratore in trono faceva parte di un’iconostasi in legno – la parete di icone che separa il presbiterio dall’aula che accoglie i fedeli – appartenente a una chiesa bizantina nel nord dell’isola, secondo il Dipartimento delle antichità di Cipro. La chiesa in questione è quella di Cristo Antiphonitis («Cristo che risponde») situata a Kalograia (Bahçeli in turco), nel distretto costiero settentrionale di Kyrenia, controllato de facto dalla Repubblica turca di Cipro del Nord (priva di riconoscimento internazionale).
La chiesa fu edificata nel VII secolo e ricostruita nel XII, quando l’interno fu affrescato secondo i canoni bizantini. Fu poi ampliata nel XV secolo, quando l’isola del Mediterraneo orientale era ancora controllata dai monarchi della dinastia Lusignano (1192-1489). La sua famosa cupola, che poggia su otto pilastri, rende questa chiesa l’unica del suo genere a Cipro sopravvissuta fino ad oggi.
L’iconostasi è stata rimossa dopo il 1975. Affreschi, icone e decorazioni in legno intagliato sono stati in gran parte saccheggiati e venduti sul mercato internazionale dell’arte. Alcune icone sono state rinvenute in seguito in una collezione privata nei Paesi Bassi.
Una vicenda legale internazionale
Il governo cipriota ha quindi intrapreso un’azione legale per ottenerne la restituzione. Quattro hanno fatto ritorno nel settembre 2013. Casi simili si ripetono. Per citare un solo esempio: nel 1998 venne resa a Cipro un’icona della Vergine, risalente al XV secolo, che era finita ad Atene, in Grecia.
L’icona del Cristo Pantocratore è riemersa 40 anni dopo la sua scomparsa, quando il suo proprietario, che l’aveva ricevuta in eredità, ha deciso di venderla all’asta a Zurigo, in Svizzera. Poiché non era a conoscenza della sua origine, non ha commesso alcun reato. L’icona è stata infine confiscata nel settembre 2014 dalla Procura di Zurigo in seguito a una segnalazione delle autorità di polizia cipriote, che avevano individuato l’annuncio d’asta su Internet. La restituzione è avvenuta in base agli accordi europei di assistenza giudiziaria, della Convenzione dell’Unesco e degli accordi bilaterali tra Svizzera e Cipro. È stato altresì raggiunto un accordo tra l’ex possessore dell’icona e la Chiesa greco-ortodossa di Cipro sulle modalità di restituzione.
Oltre 20mila icone rubate dal 1974
Il rimpatrio è avvenuto il 7 luglio, secondo quanto riferito dalla polizia cantonale e dal procuratore di Zurigo, ma l’icona è stata ufficialmente presentata il 12 luglio da Yiannis Karousos, ministro cipriota dei Trasporti Comunicazioni e Lavori pubblici, responsabile del caso, all’arcivescovo Chrysostomos II, primate della Chiesa ortodossa di Cipro. Per il momento, è stato reso, l’icona sarà trasferita al Museo di Cipro, nella capitale Nicosia.
Si stima che dopo il 1974, più di 20mila icone e decine di affreschi siano stati asportati dalle chiese di Cipro Nord. Il ministro dei Trasporti ha dichiarato che c’è «l’obiettivo di rafforzare il Dipartimento delle Antichità con personale specializzato, creando così un gruppo speciale che si occupi dell’argomento».