Storie, attualità e archeologia dal Medio Oriente e dal mondo della Bibbia

Israele, scossone per il governo Bennett-Lapid

Terrasanta.net
6 aprile 2022
email whatsapp whatsapp facebook twitter versione stampabile
Israele, scossone per il governo Bennett-Lapid
Idit Silman durante una riunione alla Knesset il 30 novembre 2021. (foto Yonatan Sindel/Flash90)

Quest'oggi a Gerusalemme si è incrinato il fragile equilibrio che consente al governo guidato da Naftali Bennett di navigare a vista. La deputata Idit Silman ha tolto il suo appoggio, in nome della difesa dell'identità ebraica.


(g.s.) – È la donna del giorno in Israele. Idit Silman, parlamentare di Yamina, il partito del primo ministro Naftali Bennett, ha annunciato oggi – 6 aprile 2022 – la decisione di sfilarsi dalla risicatissima e composita coalizione parlamentare che sostiene il governo. La Knesset è così perfettamente spaccata in due: 60 deputati pro e 60 contro l’esecutivo in carica.

Bennett è stato colto di sorpresa. Pare che Silman non abbia avuto la buona creanza di metterlo a parte della sua deliberazione prima di renderla pubblica. Poco importa: l’equilibrio precario del governo era sotto gli occhi di tutti, benché abbia retto per quasi dieci mesi. Benjamin Netanyahu, già premier e ora leader dell’opposizione, esulta e applaude la Silman (promettendole un ministero in un futuro governo guidato da lui), ma non è detto che possa davvero trarne un subitaneo vantaggio, secondo gli analisti.

>>> Leggi anche: Laici e religiosi si scontrano sul pane lievitato

Il pretesto che ha permesso a Idit Silman di cambiare campo è l’aperto dissenso con la decisione del ministro della Salute Nitzan Horowitz di incoraggiare gli ospedali israeliani a consentire l’introduzione nelle corsie di pane lievitato anche nei giorni di Pesach (Pasqua), in contrasto con i precetti religiosi ebraici che impongono solo azzimi. La questione bolle in pentola da tempo e il ministero competente non fa che dar seguito a una sentenza della Corte suprema di alcuni mesi fa.

>>> Leggi anche: Chi guida Israele?

Nella lettera che nel corso della giornata ha inviato a Bennett, la deputata scrive che non intende permettere «che si danneggi l’identità ebraica dello Stato e del popolo d’Israele».

Resta da vedere quali strade imboccherà adesso la politica israeliana: il governo resta in carica, magari con l’avvicendamento tra Bennett e Yair Lapid, fino a che altri parlamentari non passeranno all’opposizione determinando la fine dell’esperienza? E quando ciò avvenisse, darebbe automaticamente a Netanyahu – con un processo penale in corso – la possibilità di ottenere almeno 61 voti in Parlamento e tornare primo ministro senza passare da nuove elezioni? Oppure la parola tornerà al popolo, chiamato nuovamente alle urne?

Le prime risposte sono attese in tempi brevi.

La voce di un silenzio sottile
Johannes Maria Schwarz

La voce di un silenzio sottile

Un cercatore di Dio racconta
Il giardino segreto
Roberta Russo

Il giardino segreto

L’Albero del Natale e gli altri simboli della tradizione
David Maria Turoldo
Mario Lancisi

David Maria Turoldo

Vita di un poeta ribelle