Storie, attualità e archeologia dal Medio Oriente e dal mondo della Bibbia

La crisi russo-ucraina riavvicina Turchia e Israele

Giorgio Bernardelli
21 febbraio 2022
email whatsapp whatsapp facebook twitter versione stampabile

L'eventualità di una guerra nel cuore dell'Europa induce la ricerca di nuovi equilibri anche nel Mediterraneo orientale, con i suoi ricchi giacimenti di gas. In questa luce va letto il riavvicinamento in atto tra turchi e israeliani.


Tra gli effetti collaterali dei venti di guerra in Ucraina c’è anche un grande movimento nelle relazioni diplomatiche nel Mediterraneo Orientale. Con un filo rosso molto chiaro: gli interessi intorno allo sfruttamento dei grandi giacimenti di gas naturale, risorsa molto ambita – come ben sappiamo – di questi tempi.

Il colpo di teatro più clamoroso è l’improvviso (e fino a poco tempo fa del tutto impensabile) ritorno di fiamma della Turchia per Israele. Nei giorni scorsi il ministro degli Esteri turco Mevlut Cavusoglu ha telefonato al suo collega (e futuro premier) israeliano Yair Lapid. Secondo la motivazione ufficiale Cavusoglu voleva sincerarsi delle condizioni di salute di Lapid, colpito nelle scorse settimane dal Covid-19. Ma è difficile crederlo se si pensa che da 13 anni un ministero degli Esteri turco non parlava direttamente con il suo omologo israeliano. Prima di Cavusoglu era stato lo stesso presidente turco Recep Tayyip Erdogan a telefonare al collega israeliano Isaac Herzog per porgere le condoglianze per la morte della madre.

Questo moto di vicinanza è un po’ sospetto per chi ha in mente la storia recente delle relazioni tra la Turchia e Israele: dalla guerra del 2008 a Gaza Erdogan ha giocato spesso a porsi come l’unico vero paladino dei palestinesi, non risparmiando il suo sostegno politico anche a Hamas. Il culmine dello scontro giunse nel 2010 con l’assalto della marina israeliana alla nave, battente bandiera turca, Mavi Marmara che cercava di forzare via mare il blocco di Gaza. Vi furono dei morti tra i marinai turchi, che portarono al congelamento delle relazioni diplomatiche, solo parzialmente ristabilite nel 2016. Non senza, però, vedere poi Erdogan in prima fila nella difesa dei diritti dei palestinesi su Gerusalemme quando Donald Trump dispose il contestato spostamento dell’ambasciata americana da Tel Aviv.

Perché – allora – il rais della Turchia oggi torna sui suoi passi strizzando l’occhio a Israele, come ai tempi dei governi che lo precedettero? La risposta sta, appunto, in Ucraina. La guerra, con le sanzioni e il conseguente blocco dei gasdotti russi, avrebbe conseguenze devastanti per gli interessi di Ankara. Erdogan sa bene, infatti, che a cascata nel mirino finirebbe il TurkStream, il gasdotto che dovrebbe portare il gas naturale russo in Turchia e da qui in Europa. Con il riposizionamento di oggi, dunque, mira a crearsi un’alternativa guardando ai grandi giacimenti nel Mediterraneo Orientale sul cui sfruttamento Israele è in piena corsa.

Il gioco, però, è molto complesso perché finora Israele ha puntato tutto sull’alleanza con la Grecia e Cipro, storici nemici della Turchia; l’obiettivo era realizzare un gasdotto che per arrivare in Europa seguisse un’altra direttrice, by-passando proprio Ankara. Nello stesso tempo, però, Israele ha un contenzioso aperto con Cipro sullo sfruttamento di Afrodite, uno dei più importanti tra questi giacimenti off-shore, che confina con l’israeliano Yishai. E per di più quella sui giacimenti al largo di Cipro è una partita sulla quale anche la Turchia vuole dire la sua, rivendicando diritti nell’esplorazione per conto dell’autorità turco-cipriota.

Nel mezzo di questo intreccio è significativo che il presidente israeliano Isaac Herzog nei prossimi giorni si appresti a compiere una visita di Stato proprio in Grecia e a Cipro, quasi a voler rassicurare i partner dell’alleanza che l’ex primo ministro Benjamin Netanyahu aveva contribuito a far crescere in questi anni nel Mediterraneo Orientale. Nello stesso tempo, però, in marzo Herzog è atteso anche ad Ankara. Perché la possibilità di un riavvicinamento con la Turchia, per decenni alleato di ferro dello Stato ebraico, è una carta che in Israele nessuno può permettersi di scartare a priori.

Clicca qui per leggere l’articolo di The Hill sul riavvicinamento di Erdogan a Israele

Clicca qui per leggere l’articolo di al Monitor sui negoziati sul gas tra Israele e Cipro

Clicca qui per leggere le notizie sul prossimo viaggio del presidente Herzog in Grecia e a Cipro

Il giardino segreto
Roberta Russo

Il giardino segreto

L’Albero del Natale e gli altri simboli della tradizione
David Maria Turoldo
Mario Lancisi

David Maria Turoldo

Vita di un poeta ribelle
Spiritualità della bellezza
Anna Peiretti

Spiritualità della bellezza

Viaggio nella divina arte delle icone