Cipro, l’isola che dal 2 al 4 dicembre accoglie papa Francesco, è oggi parte dell’Unione europea, ma è stata per millenni un crocevia d’influenze storiche, artistiche e religiose. Hittiti, egizi, persiani, greci e romani l’hanno dominata prima di Cristo; quindi bizantini, franchi, veneziani, turchi ottomani e, infine, britannici.
Terza isola del Mediterraneo per grandezza, Cipro è quasi tre volte più piccola della Sicilia. Malgrado le dimensioni ridotte, il suo territorio è diviso in 5 porzioni: la Repubblica di Cipro (di lingua greca e riconosciuta a livello internazionale); la Repubblica turca di Cipro del Nord (non riconosciuta ufficialmente e creata dopo la crisi del 1974 e l’invasione turca); la zona cuscinetto controllata da truppe dell’Onu; infine, due aree lasciate al Regno Unito nel 1960 come basi militari, al termine della colonizzazione britannica che era iniziata nell’Ottocento. De facto sull’isola si esercitano tre diverse sovranità.
Questa complessità geopolitica rispecchia la storia che è stata tormentata anche in epoca recente. Una complessità che si riflette nelle appartenenze religiose dei ciprioti.
La grande maggioranza di coloro che parlano greco è cristiana ortodossa, mentre nel nord i ciprioti turchi sono musulmani sunniti. La Chiesa ortodossa di Cipro, che vanta origini fra le più antiche, che risalgono alla predicazione di san Barnaba, è una delle 14 Chiese ortodosse autocefale. L’attuale arcivescovo, a capo degli ortodossi dal 2006, Chrysostomos II, aveva accolto a Cipro Benedetto XVI, primo pontefice a visitare l’isola nel 2010 e aveva ricambiato la visita in Vaticano.
I cattolici di Cipro che incontra papa Francesco sono una minoranza, con una storia importante, e si distinguono in cattolici latini (cioè di rito romano) e maroniti. I cattolici latini sono organizzati in quattro parrocchie (Nicosia, Limassol, Larnaca e Paphos) che dipendono dal Patriarcato latino di Gerusalemme. Dal 1847 è presente un vicario patriarcale (oggi fra Jerzy Kraj), e i sacerdoti sono attualmente undici. Ad eccezione di Paphos (con sacerdoti dell’Istituto del Verbo incarnato), le parrocchie sono affidate ai frati minori della Custodia di Terra Santa. In tutto i fedeli sono circa 25 mila, un decimo dei quali sono ciprioti e gli altri immigrati, perlopiù asiatici, rifugiati, espatriati europei. La componente migratoria è considerevole nella parte greca di Cipro e l’accoglienza di migranti e rifugiati è un tema centrale del viaggio papale a Cipro e in Grecia.
Esistono due scuole cattoliche che godono di grande reputazione: il Terra Sancta College di Nicosia, fondato dai francescani a metà del Seicento, e la St. Mary School di Limassol. Gli studenti delle scuole cattoliche sono in tutto oltre seimila.
I cattolici latini sono presenti a Cipro dalla fine del XII secolo, arrivati dalle coste del Mediterraneo col favore del re franco di Gerusalemme, in epoca crociata. Diversi ordini cattolici romani si insediarono nell’isola e, durante i periodi di dominio franco (1192- 1489) e veneziano (1489-1571), lasciarono importanti segni nel patrimonio architettonico, come cattedrali, castelli e abbazie. La comunità cattolica non è mai scomparsa, nemmeno nel periodo ottomano e oggi è particolarmente attiva a livello di associazioni e attività caritatevoli (ricoveri per lavoratori stranieri, case di riposo per anziani, ecc.)
L’altra minoranza cattolica è costituita dai maroniti, giunti dal Libano tra VIII e XIII secolo. Sono riunti nell’arcieparchia di Cipro che conta diecimila fedeli e una decina di parrocchie. Kormakitis, nella parte settentrionale di Cipro, era il centro dell’insediamento maronita nell’isola, ma la maggior parte dei villaggi maroniti, fiorenti nei secoli passati, si è quasi svuotata dopo l’occupazione turca del nord.
Un’altra minoranza cristiana è costituita da circa 2.500 armeni ortodossi che hanno tre parrocchie. Cattolici latini, maroniti e armeni sono rappresentati da tre osservatori nell’assemblea parlamentare di Nicosia, come prevede la Costituzione del 1960. Vi è poi una presenza anglicana, per i legami con il Regno Unito, ed ebraica (circa duemila persone e una sinagoga a Larnaca). I musulmani costituiscono quasi un quarto degli abitanti dell’isola, ma sono concentrati quasi tutti nella parte turca, in seguito ai dolorosi trasferimenti di popolazione che hanno uniformato il nord turcofono e il sud grecofono. Pochi ortodossi sono rimasti a vivere nella zona turca.
La presenza di immigrati anche a Cipro disegna nuovi equilibri religiosi: le moschee nelle città di Cipro del sud, abbandonate dai ciprioti di lingua turca riparati al nord, oggi rivivono grazie a lavoratori musulmani provenienti dal Medio Oriente e dall’Africa. La messa che papa Francesco celebra a Nicosia il 3 dicembre segna un momento ecumenico perché vede unite le due comunità cattoliche, in una liturgia in greco, latino e inglese, nel giorno della festa di san Francesco Saverio, che sottolinea una dimensione missionaria e di apertura al mondo.
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