(g.s.) – Con una lettera scritta il 5 agosto nella sua residenza estiva di Dimane – tra i boschi della valle di Kadisha – il patriarca dei cattolici di rito maronita, l’ottantenne cardinale Beshara Boutros Rai, si appella alla solidarietà delle nazioni perché corrano in soccorso del Libano in questo difficilissimo momento della sua storia.
«Beirut è una città devastata – scrive Rai nella sua veste di presidente dell’episcopato cattolico libanese –. C’è uno scenario bellico senza che vi sia una guerra. Ci sono distruzione e desolazione nelle sue vie, nei suoi quartieri, nelle sue case. Decine di cittadine e cittadini hanno perso la vita; a migliaia sono feriti; ospedali, chiese, case, sedi di varie istituzioni, alberghi, negozi ed edifici pubblici e privati di vario genere sono distrutti. Le famiglie rimaste senza tetto sono centinaia».
Il patriarca maronita: «Da soli non ce la facciamo»
Tutto ciò, annota il cardinale, accade mentre lo Stato versa in una situazione fallimentare sotto il profilo economico e finanziario, che gli impedirà di far fronte alla catastrofe umanitaria e dare adeguato soccorso a una popolazione che si trova già in una situazione di povertà ed indigenza.
Durante la crisi in atto la Chiesa, dice Rai, ha già organizzato una rete di solidarietà in tutto il Paese e farà la sua parte anche davanti a questa nuova tragedia. Le sue sole forze, però, non bastano. Ecco perché il patriarca ringrazia tutti gli Stati che hanno espresso la propria disponibilità ad aiutare Beirut e si rivolge alle nazioni più grandi e all’Onu perché si mobilitino nel soccorrere la capitale libanese a prescindere da qualsiasi considerazione di ordine politico. Analoga richiesta viene rivolta alle organizzazioni caritative di tutto il mondo.
Sul piano operativo, il cardinale – consapevole del discredito che grava sulla classe politica nazionale – propone l’istituzione di un fondo d’emergenza per la gestione degli aiuti, le cui casse siano poste sotto il diretto controllo delle Nazioni Unite.
Solidarietà da Gerusalemme e dall’Italia
Sul versante ecclesiale, tra i primi a mobilitarsi c’è il Patriarcato latino di Gerusalemme. L’amministratore apostolico, mons. Pierbattista Pizzaballa, ha invitato tutti i fedeli a pregare per i fratelli e le sorelle libanesi, soprattutto durante le messe domenicali del 9 e del 16 agosto. In quelle date in tutte le parrocchie sparse in Israele, Territori Palestinesi, Giordania e Cipro le offerte raccolte verranno inviate a Beirut. Considerato che le restrizioni derivanti dalle misure di contenimento della pandemia da Covid-19 impediscono a molti di recarsi in chiesa, sarà possibile versare offerte anche tramite banca.
I francescani della Custodia di Terra Santa – il cui convento nel centro di Beirut ha subito gravi danni – si sono attivati a loro volta tramite i suoi organismi. Anche dall’Italia chi volesse può mostrarsi solidale utilizzando uno di questi canali:
- la Fondazione Terra Santa, seguendo le indicazioni riportate nella sezione Sostienici del suo sito istituzionale e ricordando di inserire come causale Sostegno al Libano.
- i Commissariati di Terra Santa presenti in Italia. L’elenco, con i recapiti, è disponibile qui.
- l’Associazione Pro Terra Sancta (che consente di ottenere la deducibilità fiscale della somma versata) seguendo le modalità riportate al seguente link.