In una lettera indirizzata ai vescovi di tutto il mondo (resa pubblica il 14 marzo scorso), il cardinale Ignace Moussa Daoud, prefetto della Congregazione per le Chiese orientali, raccomanda che le comunità ecclesiali sostengano i cristiani di Terra Santa.
Eccellenza Reverendissima,
all’inizio della Quaresima, questa Congregazione che, per esplicito mandato dei Sommi Pontefici, ha la responsabilità di sensibilizzare e promuovere ogni iniziativa e intervento in favore dei Luoghi Santi, si rivolge alle Conferenze episcopali e ai singoli Vescovi per raccomandare vivamente la tradizionale Colletta «pro Terra Sancta».
Da sempre, i Sommi Pontefici hanno riservato la massima sollecitudine a quelle comunità cristiane. Lo dimostra chiaramente la lunga serie di documenti emanati nel corso dei secoli. Rimangono memorabili gli innumerevoli interventi del servo di Dio Giovanni Paolo II, relativi alla situazione del Medio Oriente, in special modo alla Terra Santa, coinvolta in una crisi che registra ogni giorno inaudite sofferenze.
La Terra del Signore continua ad essere, infatti, teatro di un conflitto che si prolunga da decenni e che priva le comunità e le istituzioni cattoliche di mezzi adeguati al mantenimento e alla promozione delle attività religiose, umanitarie e culturali. Tale dolorosa situazione produce povertà e disoccupazione, con pesanti conseguenze sulle famiglie e sulla intera popolazione. Ed alimenta il preoccupante fenomeno del continuo esodo dei cristiani, soprattutto delle giovani coppie alle quali non è prospettato un avvenire sicuro e dignitoso.
Ma la presenza dei cristiani in Terra Santa è più che mai necessaria per l’avvenire pacifico di quell’area e per il bene di tutta la Chiesa universale, che deve trovare presenti in quei Luoghi Santi comunità vive che professano la fede evangelica.
Il Santo Padre Benedetto XVI, nell’Udienza ai partecipanti all’Assemblea della «Riunione delle opere in aiuto alle Chiese Orientali» (Roaco), il 23 giugno 2005, ha sottolineato, comunque, che «alcuni segnali positivi, che ci giungono in questi ultimi mesi, rendono più salda la speranza che non tardi ad avvicinarsi il giorno della riconciliazione tra le varie comunità operanti in Terra Santa; e per questo non cessiamo di pregare con fiducia». Ecco la responsabilità che incombe sulla Chiesa Universale, nei confronti della Chiesa Madre di Gerusalemme «verso cui tutti i cristiani hanno un debito indimenticabile» secondo le parole stesse del Papa.
In ogni possibile occasione il Santo Padre ha confermato il suo affetto e chiesto la preghiera per Gerusalemme e per tutta la Terra Santa.
Nell’Udienza generale di mercoledì 12 ottobre 2005, commentando il Salmo 121 con i Padri della Chiesa, per i quali la Gerusalemme antica era segno della definitiva universale concordia, ha sottolineato la peculiare missione ecumenica ed interreligiosa della Santa Città: «Così cresce la Chiesa come una vera Gerusalemme, un luogo di pace. Ma vogliamo anche pregare per la Città di Gerusalemme che sia sempre più un luogo di incontro tra le religioni e i popoli; che sia realmente un luogo di pace». E nel messaggio Urbi et Orbi per il suo primo Natale, Egli ha invocato il Bambino di Betlemme, perché «infonda coraggio agli uomini di buona volontà, che operano in Terra Santa, in Iraq, in Libano, dove i segni di speranza, che pure non mancano, attendono di essere confermati da comportamenti ispirati a lealtà e saggezza».
A tutti i cattolici del mondo si fa, dunque, dovere di accompagnare con la preghiera e la solidarietà concreta le comunità cristiane di quella Terra benedetta.
A Lei, ai Suoi diretti collaboratori, a tutti i sacerdoti, religiosi e fedeli che si adoperano per la buona riuscita della Colletta del Venerdì Santo, mi onoro di trasmettere i sentimenti della più viva riconoscenza del Santo Padre Benedetto XVI, unitamente alla mia gratitudine e quella della Congregazione per le Chiese Orientali.
Invoco copiose benedizioni divine su di Lei e sulla comunità ecclesiale che Le è affidata, e mi confermo con sensi di fraterno ossequio, Suo devotissimo
Ignace Moussa Card. Daoud
Patriarca emerito di Antiochia dei Siri