Storie, attualità e archeologia dal Medio Oriente e dal mondo della Bibbia

Abbeverarsi alle fonti della fede

Chiara Tamagno
7 aprile 2006
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L'esperienza di padre Giovannetti, Commissario per la Toscana.


Un uomo di studio, schivo, compassato, rigoroso. Lo incontro nel suo ambiente ideale, la biblioteca della Curia Provinciale di Firenze, dove si reca ogni settimana per il servizio di archivista, immerso tra codici antichi e volumi che profumano di storia. Qui padre Ottaviano Giovannetti, Commissario di Terra Santa per la Toscana, mi riceve con gentilezza. E nel silenzio impolverato che regna tra gli scaffali, gli chiedo di raccontarsi.

Ed eccolo ricapitolare la sua storia con rapide pennellate: la città natale (la dantesca Santa Fiore), i primi passi nell’ordine francescano (vi entrò a undici anni presso il Collegio Serafico di Figline), l’impegno per gli studi che riferisce con meticolosa precisione: dalle scienze naturali,  alla filosofia e alla pedagogia (che gli valsero due titoli accademici ecclesiastici), dal latino alle lettere italiane che insegnò fino al 1995.

La sua passione è sempre stata ed è tuttora la storia. Se ha un cruccio, è quello di non avere – a suo dire – memoria sufficiente per imparare le lingue straniere e poter leggere così le pubblicazioni più recenti. Ma quando gli parli ti accorgi che è prontissimo nel ricordare fatti, personaggi, autori, titoli, documenti… Una vera e propria enciclopedia!

Non ama parlare di sé, ma tanto ha dire sulla storia gloriosa del Commissariato della Toscana, uno dei più antichi d’Italia. Me la racconta con l’attenzione di chi non vuole tralasciare nessun evento, nessun nome… e devo interromperlo per arrivare agli anni più recenti.

Padre Ottaviano diventa Commissario nel 1994 e vede coronati i suoi interessi scientifici per la Terra Santa. Qui lo studioso si anima e manifesta tutto il suo stupore per l’unicità storica e geologica di questo angolo del mondo: gli brillano gli occhi quando ricorda il deserto, la depressione del Mar Morto, la faglia  del Giordano… L’uomo di scienza guarda poi alla storia dei popoli e a quella dei Luoghi della Scrittura: «Il fascino per quella Terra è cresciuto con lo studio!».  Uno studio che gli ha ispirato numerose pubblicazioni e in passato anche articoli per Eco di Terrasanta. Da buon figlio di San Francesco, non si è però fermato sui libri, ma ha calcato più volte le strade di Terra Santa, ha accompagnando numerosi pellegrini.

Ed è ai viaggi che fa riferimento nelle Giornate di Terra Santa. Se la predicazione nei venti conventi della Provincia è oggi la sua attività principale di Commissario, essa si colora delle conoscenze maturate in Terra Santa: «Mi piace partire da un aspetto  della Terra di Gesù, tratto dalla storia e  vissuto sul posto, prendendo spunto anche dai diari dei primi pellegrini». Ma la Terra Santa parla ancora al cuore della gente? «La  sua ricchezza rimane e cresce, perché tutti quelli che ci sono stati vogliono tornarci per continuare ad abbeverarsi alle sorgenti della fede. È una sete che non si spegne, e rimanere informati mantiene vivo il legame con la Terra dei nostri Padri e di Gesù”.

Gli chiedo quale immagine offe oggi la Terra Santa: «È lo specchio del nostro tempo, là si vive in anticipo tutto ciò che il mondo soffre e  tutto ciò che il mondo spera…  È Terra profetica, anche oggi e per tutti i popoli !».

Quale augurio ci lascia padre Ottaviano per Natale? «Un augurio che è anche una certezza: quel Luogo che ha visto gli attimi più fragili del Figlio di Dio appena nato, là nella basilica di Betlemme, è stato custodito dalla Provvidenza e oggi ci dice che, sui tentativi di distruzione, prevale sempre e comunque la Vita!»

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