Nei Luoghi Santi per essere testimoni di pace contro gli estremismi
Le elezioni palestinesi del 25 gennaio scorso hanno determinato una significativa avanzata del fronte islamico, con la vittoria di Hamas che ha conquistato 76 seggi su un totale di 132 in palio. La vittoria di questa formazione integralista, non del tutto inaspettata, apre alcuni scenari problematici per i cristiani in Terra Santa, anche se sarà necessario valutare i programmi del nuovo governo che si formerà in queste settimane a Ramallah, sede dell’Autorità nazionale palestinese.
Le preoccupazioni sono legate in special modo ad un peso sempre più crescente della legge coranica (sharia) nella società palestinese. Un peso che potrebbe aumentare le condizioni di marginalità nelle quali vivono già oggi le comunità cristiane. Eppure, sebbene il momento sia delicato, serve non lasciarsi intimorire. Lo ha spiegato il Custode, padre Pierbattista Pizzaballa, in una conferenza stampa a Roma: «Siamo preoccupati, ma non abbiamo paura. Hamas è un movimento d’opposizione che non ha esitato ad usare i kamikaze, ma dobbiamo evitare paure o drammi. Anche Hamas dovrà mediare rispetto al proprio estremismo. La Chiesa cattolica certamente farà la sua parte per costruire ponti».
Auspicando una netta presa di distanza di Hamas circa la strategia del terrore, il padre Custode ha lanciato un appello anche ai pellegrini, perché non si lascino spaventare: «È opportuno che i pellegrinaggi continuino. Anzi, devono continuare. I pellegrini con la loro presenza offrono una testimonianza di pace e di condivisione. Interrompere i pellegrinaggi in Terra Santa significa lasciare campo libero agli estremismi».