L'impresa di Dominique (55 anni) e Jean-Philippe (40) due belgi giunti al Santo Sepolcro il 7 aprile scorso dopo aver camminato per un anno e quattro giorni ed essere partiti dall'estremo nord della Francia. Nessun intento sportivo. Un pellegrinaggio piuttosto. Con il più povero dei mezzi (i piedi) e la più preziosa delle risorse (il tempo). E nel cuore una folla di ricordi, volti, parole e gesti, semplici ma impossibili da dimenticare.
Settemila-duecento-ottantacinque km a piedi. La distanza non diminuisce se tradotta in cifre, ma scritta per esteso può rendere meglio le proporzioni dell’impresa di due pellegrini belgi.
Dominique e Jean-Philippe sono arrivati il mese scorso in Terra Santa dopo 369 giorni di viaggio con un «mezzo» proprio: le gambe.
Alla partenza da Mont Saint-Michel, in Normandia, sapevano che non sarebbe stata una passeggiata. Sulla carta raggiungere Gerusalemme si addiceva più a due maratoneti. Di meno a Dominique, 55 anni, sposato con Michèle, padre di famiglia e nonno proprio qualche giorno prima di partire. Oppure a Jean-Philippe, 40 anni, monaco della Comunità della Beatitudini in Belgio.
Tuttavia entrambi non volevano battere alcun record sportivo. Il loro voleva essere semplicemente un pellegrinaggio. E così è stato. Dalla Francia, alla Svizzera, all’Italia con una virata in giù di appena 600 chilometri… fino a Roma. Di qui la risalita attraverso i paesi slavi, la Grecia, la Turchia, la Siria, il Libano, la Giordania, e infine Israele e i Territori palestinesi. Hanno percorso in media 25-35 chilometri al giorno durante l’inverno e 35-45 in estate. I santuari sono stati punti di riferimento importanti di un cammino senza l’assillo del tempo.
Jean-Philippe ha chiesto un anno sabbatico ai suoi superiori per meditare sulla propria vocazione. Dominique, libero professionista, ha concordato con la moglie Michèle un periodo di riflessione. Lei lo avrebbe atteso a Gerusalemme. All’arrivo hanno lasciato intendere di aver viaggiato idealmente insieme. Per i due pellegrini è stata un’occasione di crescita interiore. Momenti di silenzio e preghiera hanno scandito le loro giornate. Di comune accordo hanno condiviso le fatiche del cammino. C’è stato qualche attimo di tensione tra di loro. Si sono scoperti però veri fratelli a Gerusalemme, loro che si conoscevano appena prima del pellegrinaggio. Hanno sentito sempre la vicinanza del Signore che ha provveduto a tutte le necessità quotidiane. Alla partenza avevano in tasca solo trenta euro. Hanno riconosciuto nella generosità di tanti sconosciuti la bontà della Provvidenza.
La Terra Santa regala tante storie uniche come questa. Ne sanno qualcosa i francescani di Gerusalemme che negli ultimi sei mesi hanno accolto decine di pellegrini arrivati dalla Spagna e dalla Francia a piedi o in bicicletta. E altri sono in arrivo, come un gruppo di pellegrini lituani, a piedi, il prossimo ottobre.
Certo non si può rimanere indifferenti di fronte alla pedalata di Nicole, una signora di 66 anni che ha raggiunto Gerusalemme in bici dalla Francia. Ha impiegato sei mesi percorrendo circa 50 chilometri al giorno. L’unica «grana» del suo viaggio: una foratura. È arrivata assetata, ma fuori di sé per la gioia di vedere il Santo Sepolcro. Da mamma e nonna, ne avrà da raccontare per molto a figli e nipoti. Nessuna meraviglia se dirà loro che la Terra Santa è più vicina di quanto sembri.
Il pellegrinaggio di Dominique e Jean-Philippe sarà raccontato da Marie-Armelle Beaulieu nel numero di settembre-ottobre del bimestrale in lingua francese La Terre Sainte.