Martin Gilbert se lo era posto come obiettivo. Il suo Atlante non doveva porre «un'enfasi eccessiva sui molti aspetti terribili della storia ebraica», comunque censiti nelle 137 tavole che lo compongono. L'opera cerca di «tratteggiare con uguale intensità» anche gli aspetti positivi dei quattromila anni di vita ebraica.
Non immaginate una pubblicazione su grandi pagine patinate. Questo atlante ha una veste grafica quasi dimessa: ognuna delle 137 mappe è proposta in bianco e nero su pagine di un formato pari a quello d’un comune dizionario.
Il testo discorsivo si limita alle due sole pagine della prefazione. Il resto è lasciato all’eloquenza delle cartine e dei loro riquadri esplicativi. Nondimeno il volume è un sussidio molto utile per chi voglia ripercorrere le tappe, spesso poco note, della storia ebraica non solo in Europa e Medio Oriente ma anche in tutto il pianeta.
«L’atlante – spiega l’autore – illustra le migrazioni del popolo ebraico dai tempi della Mesopotamia fino allo Stato d’Israele dei nostri giorni. Cerca di seguire le strade diverse e talvolta oscure di questo popolo errante e di tracciare la mappa della sua singolare esperienza nei vari periodi: in quelli buoni come in quelli dolorosi».
Vi segnaliamo solo alcune delle mappe tematiche più curiose o inaspettate: Gli ebrei in Cina; Altre possibili Sion; I falsi messia 400-1816; I maggiori centri ebraici urbani, 2002; La popolazione ebraica nel 2000: mondo.
Peccato che in questa edizione italiana dell’atlante si sia optato per intervenire al minimo sulle mappe originali, lasciando in inglese anche i toponimi di più facile traduzione come Jerusalem o Rome.
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Martin Gilbert
Atlante di storia ebraica
Giuntina, Firenze 2006
pp. 168 – 15,00 euro