Damasco, nel quartiere cristiano di Tabbaleh, sorge il Memoriale di San Paolo, il santuario eretto per ricordare la conversione dell’apostolo delle genti. Un complesso costruito sul finire degli anni Sessanta per espresso volere di Paolo VI, dopo l’incontro storico a Gerusalemme con il patriarca Atenagora. «Il Santo Padre volle un luogo consacrato alla memoria dell’apostolo delle genti, ma anche con una spiccata vocazione ecumenica in una terra che vede la presenza di svariate confessioni cristiane», spiega padre Romualdo Fernandez, superiore del Memoriale. Insieme alla cappella di Sant’Anania (nella città vecchia, dove Paolo fu introdotto nella comunità ecclesiale), questo santuario è uno dei luoghi più importanti della tradizione cristiana in Siria.
Il complesso del Memoriale comprende, nel giardino, la grotta identificata dalla tradizione come il luogo della conversione. «Lungo la strada per Damasco, come ci raccontano gli Atti degli Apostoli, Paolo venne accecato da una gran luce, mentre una voce lo invitava a non perseguitare più i discepoli. Le testimonianze antiche identificano il luogo della conversione a uno-due miglia dalle mura della città. La grotta si trova proprio a questa distanza dai bastioni della città vecchia».
Il santuario che ricorda la conversione di San Paolo è un moderno edificio costruito negli anni Sessanta al posto di una piccola cappella eretta nel 1925. La struttura del Memoriale, costruito dall’ingegner Farid Awad su disegno dell’architetto Italo Viesi e inaugurato nel 1971, è imponente e austera, pensata per far risaltare le coloratissime vetrate che, all’interno, illustrano le scene della conversione di san Paolo. «In questo luogo possiamo avvicinarci alla figura dell’apostolo e approfondire la nostra vita cristiana – spiega il francescano -. Paolo è un modello di vita per noi che siamo chiamati a convertirci ogni giorno e a impegnarci a vivere il Vangelo. Attraverso il suo esempio anche noi possiamo trasformarci in testimoni e annunciatori di Cristo nella nostra vita quotidiana».
(L’intero reportage è nelle pagine centrali del giornale su carta).