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«Vogliamo costruire ponti di amicizia e comprensione»

24/09/2006  |  Abu Dhabi
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«Vogliamo costruire ponti di amicizia e comprensione»
Monsignor Paul Hinder (64 anni), vicario apostolico d'Arabia, tra i bambini della sua comunità cristiana.

Ricucire. È l'imperativo dopo le reazioni dei musulmani al discorso pronunciato da Benedetto XVI a Regensburg il 12 settembre scorso. Il Papa stesso, la diplomazia vaticana e molti vescovi di ogni parte del mondo sono impegnati a spiegare i sentimenti della Chiesa cattolica verso l'islam. Azione tanto più impellente in quei Paesi islamici in cui i cristiani sono un'infima minoranza. Un piccolo esempio del lavorìo in corso è il messaggio che il vicario apostolico d'Arabia, mons. Paul Hinder, indirizza ai credenti islamici dei Paesi del Golfo Persico in occasione del Ramadan. Ve lo proponiamo in traduzione integrale.


Il cappuccino di origini svizzere Paul Hinder (64 anni) è, dal marzo 2005, vicario apostolico d’Arabia. In sostanza è il vescovo di tutti i cattolici – per lo più lavoratori immigrati – che vivono negli Stati arabi che si affacciano sul Golfo Persico. Come altri presuli che vivono in società a maggioranza islamica, anche lui, in occasione del Ramadan ha la consuetudine di rivolgere ai fedeli musulmani un messaggio augurale. Quest’anno, in un clima in cui i rapporti tra musulmani e cattolici sono piuttosto tesi dopo il discorso di Benedetto XVI all’università di Regensburg (12 settembre scorso), il messaggio di Hinder assume un significato tutto particolare. Di seguito vi proponiamo una nostra traduzione del testo.

* * * 

Cari amici musulmani,
è mia abitudine attendere la fine del mese santo del Ramadan per inviarvi un saluto in occasione della grande festa di Id Al-Fitr. Quest’anno però è mio grande desiderio, e sento che è appropriato, inviarvi i miei più sinceri auguri per questo mese proprio mentre si apre.

Il mese del Ramadan è un dono all’umanità, perché è tempo per ritornare a Dio, per andare verso i propri fratelli e sorelle e per rafforzare i vincoli familiari.

Il digiuno si fonda su un atteggiamento di fede, umiltà e dipendenza da Dio. Nei Libri cristiani esso è un mezzo per prepararsi a incontrare Dio e chiedere perdono per le nostre offese. È anche uno strumento per mettere i nostri cuori in sintonia con Dio solo, il Grande e il Misericordioso.

Vi assicuro che i cristiani che obbediscono alla Parola di Dio intendono continuare a costruire ponti di amicizia e comprensione con i seguaci di tutte le religioni, al fine di cercare il vero bene di ogni persona e di ogni società. In qualità di capo dei cattolici degli Stati del Golfo, ci tengo a dire che la nostra priorità è il bene delle società musulmane del Golfo, che ci hanno accolti come ospiti. Se ci sono state parole o atteggiamenti da parte nostra che hanno, o avrebbero potuto, offendere i vostri sentimenti religiosi, vi chiedo di perdonarci. Così come anche io perdono coloro che possono aver mancato di rispetto ai nostri sentimenti e credenze. Per quanto mi riguarda, rispetterò il digiuno del primo giorno di Ramadan, digiunando io stesso in segno di solidarietà con voi.

Possa Dio onnipotente concedervi la grazia della pace del cuore e della prosperità ed effondere su di voi le sue abbondanti benedizioni. Siamo certi che nella sua bontà verso tutti egli ascolta le preghiere che salgono a lui da un cuore sincero.

A tutti voi auguro Ramadan Kareem.

Paul Hinder
vescovo cattolico ad Abu Dhabi

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