Riccardi, storico della Chiesa e fondatore della Comunità di Sant'Egidio, ci parla del suo legame spirituale con la Terra Santa.«Misi piede a Gerusalemme per la prima volta un quarto di secolo fa. Nelle viuzze della città vecchia fui quasi sopraffatto dalla complessità storica di quei luoghi, i quali non erano solo rovine archeologiche, ma costituivano un filo, per quanto fragile, con un presente ancora vivo: quello della comunità cristiane di Terra Santa».Stralci di una conversazione che spazia su confini più ampi, quelli dell'intero mondo, in cui Riccardi e Sant'Egidio si adoperano perché guerra e odii non siano percepiti come un «destino ineludibile», né, tantomeno, «sacralizzati» in nome di una qualsiasi religione.
Reduce dal Meeting internazionale di Assisi, che ha visto radunati il 4 e 5 settembre scorsi molti leader religiosi di tutto il mondo per una Giornata di preghiera (a vent’anni dallo storico evento del 27 ottobre 1986), il fondatore di Sant’Egidio ha raccontato in una lunga intervista pubblicata dalla rivista Terrasanta (settembre-ottobre 2006) il suo incontro con i Luoghi Santi, spazio privilegiato per ricordare agli uomini che «la pace è il vero nome di Dio».
Eccovi qualche stralcio della conversazione con Elisa Pinna.
«Provenivo dall’Africa, era estate. Ormai un quarto di secolo fa. Nelle viuzze di Gerusalemme fui quasi sopraffatto dalla complessità storica di quei luoghi. Ebbi netta la sensazione che su quelle antiche orme si erano accumulate vicende millenarie: la narrazione della Bibbia e l’arrivo del popolo ebraico, le antiche Chiese cristiane e poi la comparsa dell’islam, con i primi califfati e in seguito l’impero ottomano; infine le vicende del secolo scorso, il protettorato britannico ed il conflitto nazionale tra palestinesi ed israeliani. Allo stesso tempo sentivo, come cristiano, che quei luoghi in cui mi trovavo non erano solo rovine archeologiche, ma costituivano un filo, per quanto fragile, con un presente ancora vivente, quello delle comunità cristiane della Terra Santa. Non ero in un Foro Romano d’oltremare. Due sensazioni dunque: quello della complessità della storia stratificata sulle pietre di Gerusalemme e il senso di una memoria che mi riconduceva ad un presente del cristianesimo ancora esistente in quei luoghi. Fu il primo di una lunghissima serie di pellegrinaggi che, come Comunità di Sant’Egidio, abbiamo organizzato nei luoghi di Gesù: ci rendemmo conto allora che lì c’erano, ci sono, le sorgenti della nostra fede».
Nel 1995 la Comunità di Sant’Egidio organizzò a Gerusalemme uno dei suoi più importanti incontri interreligiosi. Un appuntamento che vide la presenza di leader del mondo musulmano, ebraico e cristiano, riuniti nell’ideale della pace e del dialogo. «L’incontro – racconta Riccardi – si svolse in estate, nella città vecchia, all’interno delle mura ottomane. Vi presero parte esponenti di prestigio del mondo ebraico, cristiano e musulmano. Al termine, nel giardino del patriarcato armeno, vennero piantati, uno a fianco all’altro, tre alberi di ulivo, simbolo di una speranza di pace fatta propria da ciascuna delle religioni monoteistiche».
Quegli ulivi sono ancora là, testimoni di un desiderio di incontro tra popoli e culturi che attende di sbocciare e dare frutto.
Andrea Riccardi nasce a Roma nel 1950. A 18 anni, mentre frequenta il liceo Virgilio, decide di fondare un suo gruppo cattolico.
La storia di quella che sarebbe stata la Comunità di Sant’Egidio – dal nome della piazza di Trastevere in cui ha sede – e di Riccardi stesso si identificano con un impegno assoluto verso i più deboli, i barboni, i poveri, gli immigrati, i malati. Un modello di solidarietà esportato da Roma in oltre 60 Paesi del mondo. Negli anni Sant’Egidio è divenuto quasi una terza forza, in tanti conflitti, un punto di riferimento diplomatico a livello internazionale. Riccardi e i suoi hanno ottenuto riconoscimenti e stima in tutto il mondo. Nel 2003, il settimanale Time ha inserito il nome del fondatore di Sant’Egidio tra gli «eroi della pace dell’anno».
Ordinario di Storia contemporanea presso la Terza Università degli Studi di Roma, è studioso della Chiesa in età moderna e contemporanea. Tra le numerose onorificenze conferitegli in qualità di fondatore della Comunità di Sant’Egidio, per l’intenso impegno per la pace: il Premio mondiale Metodista per la pace (1997), il Premio Niwano per la pace dalla Niwano Peace Foundation (1999), il Premio per la pace dell’Unesco Felix Houphuet-Boigny (1999), la Legion d’honneur della Repubblica francese (2002), a motivo del suo impegno «a favore degli esclusi e per la giusta causa della riconciliazione e della pace». Del 2004 il Premio per l’umanità, la pace e la fratellanza tra i popoli attribuito dalla Fondazione Balzan.