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Profilo. Mohammed Shubeir, un primo ministro fermo ai blocchi

24/11/2006  |  Milano
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Profilo. Mohammed Shubeir, un primo ministro fermo ai blocchi
Mohammed Shubeir. Sarà premier?

È pronto a scattare come un atleta in pista. Ma lo starter non dà il via e potrebbe persino cambiare idea. Anche perché gli starter sono due: Ismail Haniyeh e Abu Mazen, che negoziano per conto di Hamas e di Al Fatah la formazione di un governo palestinese di unità nazionale. Il nome di Mohammed Shubeir è uscito settimane fa ed è stato accettato dalle parti come futuro primo ministro. Ma per ora il nuovo governo non vuole saperne di nascere. Nel frattempo facciamo conoscenza con il «tecnico» che dovrebbe traghettare i palestinesi fuori dalla crisi nera degli ultimi mesi.


L’uomo cui presto potrebbe spettare il compito di traghettare la Palestina fuori dalla grave crisi economico-politica e dall’isolamento internazionale, innescati dalla formazione del governo di Hamas nel marzo scorso, è Mohammed Shubeir.

Sessant’anni, ex presidente della Università Islamica di Gaza, Shubeir è infatti accreditato del profilo idoneo a succedere ad Ismail Haniyeh alla guida dell’esecutivo palestinese, se i negoziati per la formazione della nuova compagine di unità nazionale andranno finalmente in porto dopo settimane e settimane di rimpalli.

A differenza di Haniyeh, pur essendo vicino ad Hamas, Shubeir è ritenuto un tecnico indipendente, in grado quindi di riallacciare quei rapporti internazionali andati in frantumi con l’ascesa al potere della formazione estremista islamica. A lui, ad esempio, verrà richiesto innanzitutto di spezzare quell’embargo agli aiuti che sta di fatto strangolando l’economia dei Territori. Sulla nomina di Shubeir, indicato da Hamas, è arrivato anche il consenso di al-Fatah, che mira ad ottenere tra i sei e gli otto ministeri del nuovo esecutivo, del quale dovrebbero entrare a far parte, oltre allo stesso Shubeir, anche diversi altri «tecnici».

Originario della città di Khan Younis, nella parte meridionale della Striscia di Gaza, Shubeir, il cui padre era membro dell’organizzazione dei Fratelli musulmani, ha studiato farmacia ad Alessandria d’Egitto. Successivamente si è trasferito negli Stati Uniti, dove ha vissuto per diversi anni conseguendo tra l’altro un dottorato in microbiologia presso l’Università del West Virginia.

Tornato in Palestina ha cominciato a insegnare presso l’Università Islamica di Gaza, venendo prima nominato responsabile del dipartimento di Medicina e, nel 1993, presidente dell’Università stessa. Una carica che Shubeir ha detenuto fino al pensionamento nel 2005, costruendosi fama di amministratore di successo. Quello che fino a un decennio fa era considerato poco più di una tendopoli si è infatti trasformato in uno dei maggiori atenei palestinesi.

Shubeir vive tuttora a Gaza City con i sei figli e la moglie, che lavora presso il ministero per gli Affari femminili. In molti ricordano le frequenti visite fatte da Shubeir a Yasser Arafat negli ultimi suoi mesi di vita.

Dopo che è spuntato il suo nome come candidato alla guida del governo palestinese, Shubeir ha sottolineato in diverse interviste di avere «ottime relazioni» con tutte le fazioni palestinesi e di non avere preclusioni di alcun tipo al dialogo con gli Stati Uniti. Riguardo a Israele – Hamas non riconosce politicamente lo Stato ebraico -, Shubeir ha annunciato che renderà chiara la sua posizione soltanto se e quando diventerà ufficialmente capo dell’esecutivo dell’Anp, ma ha già chiarito che nei suoi rapporti con il governo israeliano agirà «con realismo».

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