Parla chiaro e talvolta spiace anche ai politici che l'hanno nominato (come quando s'è opposto alla guerra in Iraq). Esercita il ruolo di leader morale della comunione anglicana, che rappresenta anche nei rapporti ecumenici con le altre Chiese e religioni. È l'arcivescovo di Canterbury, Rowan Williams. Appassionato uomo di dialogo, dedica anche grande attenzione alla Terra Santa e alle piccole comunità cristiane che vi abitano.
Dopo la regina Elisabetta II, che – in quanto sovrano inglese – ne è formalmente il capo, Rowan Douglas Williams è la più alta carica religiosa della Chiesa anglicana.
L’ecclesiastico è nato il 14 giugno 1950 a Swansea, nel Galles. Ha studiato teologia a Cambridge e svolto attività di ricerca e docenza in quella stessa università e ad Oxford.
Gli anni tra il 1977 e il 1986 lo vedono anche impegnato nella pastorale, in una parrocchia di Cambridge. Nel 1992 lascia l’università di Oxford, dopo avervi insegnato teologia per sei anni, per diventare vescovo di Monmouth (nel Galles). Del 2000 è la nomina ad arcivescovo del Galles.
Viene scelto come arcivescovo di Canterbury il 23 luglio 2002.
Rowan Williams ha scritto numerosi saggi e vari libri di spiritualità e di storia della teologia. Ama la musica, la poesia, la narrativa e le lingue.
Nel 1981 ha sposato la moglie Jane Paul, conosciuta all’università di Cambridge dove era lettrice di teologia. La coppia ha un figlio e una figlia.
Così come Giovanni Paolo II, nel 2003 il prelato ha cercato di scongiurare, con ripetute prese di posizione pubbliche, l’invasione anglo-americana dell’Iraq.
L’ufficio di arcivescovo di Canterbury attribuisce a Rowan Williams vari ruoli. Anzitutto è responsabile della più antica sede episcopale dell’isola. Situata nel Kent, la diocesi ebbe come primo vescovo – tra il 597 e il 604 – sant’Agostino, evangelizzatore dell’Inghilterra (da non confondere con sant’Agostino d’Ippona, il Padre della Chiesa). Rowan Williams ne è il 104.mo successore.
Il prestigio della cattedra su cui siede, ne fa il primo tra i vescovi anglicani del suo Paese e il leader della Comunione anglicana, articolata in 38 province sparse in tutto il mondo con circa 70 milioni di fedeli. Compito mai facile, questo, che negli ultimi anni s’è fatto ancora più complesso per la necessità di comporre le tensioni createsi tra gli anglicani per alcune scelte dirompenti operate da talune province ecclesiastiche o diocesi in materia di sacerdozio alle donne e di ordinazione episcopale a sacerdoti pubblicamente coinvolti in relazioni affettive omosessuali.
L’arcivescovo di Canterbury rappresenta anche la Comunione anglicana nei rapporti con le altre Chiese cristiane e religioni.
La particolare natura della Chiesa anglicana fa sì che la procedura di nomina dell’arcivescovo di Canterbury coinvolga le massime istituzioni politiche del Regno Unito. Dopo le dimissioni dell’arcivescovo in carica, viene creata un’apposita commissione, il cui presidente è nominato dal primo ministro.
Analizzata la situazione della Chiesa e la lista dei candidati, la commissione segnala due nomi al capo del governo, che può accettarli o chiedere altri nominativi. È il primo ministro a scegliere il candidato finale e a sottoporlo all’assenso formale del monarca. La nomina viene poi annunciata al pubblico dal governo stesso.
La residenza ufficiale del primate anglicano è a Londra nel palazzo di Lambeth, in riva al Tamigi.