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Coi magi alla Domus Galilaeae

12/01/2007  |  Korazim
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Anche quest'anno l'Epifania è stata celebrata in un clima di particolare allegria dalla comunità neocatecumenale che vive alla Domus Galilaeae, il centro internazionale del movimento che sorge a Korazim, sulle colline che circondano il lago di Tiberiade (in Israele). A condividere la gioia di questa festa sono stati invitati anche 500 ebrei e un migliaio di arabi cristiani. Hanno accolto l'appello famiglie, bambini e persone di tutte le età.



Anche quest’anno la festa dell’Epifania è stata celebrata in un clima di particolare allegria alla Domus Galilaeae, il centro internazionale dei neocatecumenali che sorge a Korazim, sulle colline che circondano il lago di Tiberiade (in Israele).

A condividere la gioia sono stati invitati anche 500 ebrei (il giorno 6) e un migliaio di arabi cristiani della Galilea (il 7). Hanno accolto l’appello famiglie, bambini e persone di tutte le età.

«Abbiamo avuto l’idea di fare un incontro di amicizia invitando i vicini di casa, gli ebrei dei kibbutz e delle cooperative dei dintorni. È un’esperienza che ripetiamo ormai da tre anni. Penso che questo possa aiutare il rapporto tra Chiesa e mondo ebraico» ha spiegato don Rino Rossi, responsabile della Domus Galilaeae. I «vicini di casa» si sono mostrati contenti dell’accoglienza.

Il coro di giovani e seminaristi provenienti da tutto il mondo, che qui alla Domus Galilaeae lavorano e prestano servizio di volontari, ha eseguito dei canti in ebraico, seguiti da alcuni brani musicali interpretati dai musicisti romani Gabriele Croci (violista) e Daniela Morelli (pianista).

Tre giovani seminaristi, provenienti da Spagna, India e Africa, hanno rivestito i panni dei re magi, raccontato la loro esperienza della Terra Santa e offerto dolci e regali ai bambini.

Il giorno successivo, festa per gli arabi cristiani, che, malgrado la pioggia torrenziale, sono accorsi in massa. Circa un migliaio di persone s’è raccolto intorno ai magi e all’arcivescovo melkita mons. Elias Chacour, che ha presieduto l’incontro e impartito la benedizione finale.

«È molto importante per noi esser in questo luogo, perché è l’area in cui – anche secondo alcune antichissime tradizioni beduine – Gesù pronunciò il discorso che costituisce la magna charta, il cuore della nostra fede» dice don Rino Rossi a proposito della proprietà francescana su cui sorge il centro internazionale. «La Custodia di Terra Santa – riprende il religioso – offrì questo terreno al Cammino Neocatecumenale perché restasse alla Chiesa e non fosse espropriato dal governo. Kiko Arguello e Carmen Hernandez, iniziatori del Cammino, ben volentieri hanno accettato».

Kiko, insieme ad un’équipe di architetti spagnoli e italiani, ha elaborato il progetto e ne ha seguito la realizzazione. La costruzione è iniziata nel 1998 e ha costituito un esempio significativo di collaborazione tra imprese ebraiche e cristiane, con l’apporto di manodopera araba (musulmani, drusi e cristiani). I fondi per la costruzione sono stati raccolti grazie alla generosità dei fratelli del Cammino Neocatecumenale di tutte le parti del mondo, poveri e ricchi.

La visita di Giovanni Paolo II, nel marzo del 2000, ha segnato in modo indimenticabile la vita della Domus. In questa occasione il Papa esclamò: «Il Signore vi stava aspettando su questo monte!».

Nel centro Domus Galilaeae vive una comunità formata da coppie, seminaristi e giovani, provenienti da tutto il mondo. Offrono un servizio gratuito e spontaneo secondo le loro possibilità, e che conducono una vita di preghiera e lavoro. L’accoglienza ha avuto inizio a partire dal 2003, in un momento in cui i pellegrinaggi in Terra Santa erano praticamente fermi.

Finalità della Domus è innanzitutto offrire accoglienza alle comunità Neocatecumenali che al termine del Cammino di iniziazione cristiana, dai cinque continenti vengono in pellegrinaggio nei Luoghi Santi. La struttura vuole anche offrire ospitalità a vescovi, presbiteri e seminaristi, per consentire loro di conoscere la geografia della Salvezza.

La Domus Galilaeae svolge inoltre un servizio alla chiesa locale, accogliendo esercizi spirituali del clero e altre iniziative, come incontri di vescovi con lo scopo primario di promuovere l’evangelizzazione.

Il centro sta poi divenendo sempre più un’occasione di incontro tra cristiani ed ebrei. «Siamo sorpresi – afferma don Rossi – dal flusso crescente di ebrei che, attratti dalla bellezza della casa, vengono qui in visita. Vogliamo mettere in atto il desiderio del Papa che essa diventi un ponte di comunione e amicizia con il mondo ebraico, e una delle iniziative è la festa dell’Epifania che facciamo ormai da tre anni».

Il Cammino, negli ultimi due anni, ha svolto missioni in varie parrocchie della Terra Santa, come a Tarshiha e a Fassuta in Galilea per dar modo ai cristiani del luogo di approfondire la propria fede. Incontri di catechesi sono stati effettuati anche in Giudea, a Gerusalemme, Betlemme e – da vari anni – a Jaffa, presso Tel Aviv.

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