Può l'amore di una donna condizionare gli eventi della grande storia?Risponde di sì Giuseppe Ligato nel suo saggio su Sibilla d'Angiò, regina di Gerusalemme per quattro anni (dal 1186 al 1190) dopo la morte di Baldovino IV. Sibilla fu capace di imporre, tramite l'intelligenza e l'abilità diplomatica, le sue scelte e i suoi sentimenti in una società totalmente maschilista e in un contesto travagliato da guerre e intrighi.
S’apre con parole di sant’Ambrogio il volume di Giuseppe Ligato dedicato a Sibilla d’Angiò: «Si è forti per il proprio valore, non per il proprio sesso».
Il testo è un saggio a carattere scientifico con un adeguato apparato di note bibliografiche. Benché non adotti il genere letterario dell’opera divulgativa, il libro è però una lettura avvincente per chi nutra interesse per le vicende storiche del Medio Evo.
Il primo è un capitolo introduttivo sul regno crociato di Gerusalemme, già in partenza minato da debolezze intrinseche che ben presto lo porteranno al tramonto. Ne seguono altri otto che entrano nel vivo della biografia della regina, mettendo in luce contraddizioni, punti di forza, debolezze, successi e disfatta finale della protagonista.
Può l’amore di una donna condizionare gli eventi della grande storia? Ligato risponde affermativamente. La figura storica di Sibilla è ben documentata dalle fonti. Regnò su Gerusalemme per quattro anni (dal 1186 al 1190, dopo la morte di Baldovino IV), in un periodo cruciale per la storia delle crociate. Le stavano accanto – o le si contrapponevano – personaggi di rango, come il Saladino, o controversi come Guido da Lusignano, il marito di Sibilla che lei condusse al potere contro le ambizioni e l’ostilità dei nobili di stanza in Terra Santa.
La figura di Sibilla rappresenta il caso singolare di una donna capace di imporre, tramite l’intelligenza e l’abilità diplomatica, le sue scelte e i suoi sentimenti in una società totalmente maschilista e in un contesto travagliato da guerre e intrighi.
Fu «un personaggio tragico – come scrive l’autore – ma anche capace di esporsi direttamente e pagare di persona fino all’umiliazione».