Quest'anno il Fondo delle Nazioni Unite per l'infanzia (Unicef) intende spendere oltre 30 milioni di dollari per i bambini del Medio Oriente. Quasi 6 milioni confluirebbero in Libano, altri 26 nei Territori palestinesi. È quanto previsto nel Rapporto 2007 per gli interventi umanitari promossi dall'agenzia Onu a beneficio di 33 diverse aree di crisi sul pianeta. Per finanziarli l'organizzazione batte cassa e chiede ai donatori 635 milioni di dollari. Nel Paese dei cedri i fondi andranno soprattutto a favore del sistema scolastico. Nei Territori palestinesi, invece, Unicef interverrà per alleviare la crisi umanitaria su molti versanti: approvvigionamento idrico, nutrizione, assistenza sanitaria, istruzione e formazione.
Cinque milioni e 700 mila dollari per il Libano e quasi 26 milioni per i Territori palestinesi. Sono i fondi che servono all’Unicef per aiutare i bambini di queste zone colpite dalla guerra e dalle violenze quotidiane. Fondi che saranno spesi anche per assicurare un sostegno psicologico contro i traumi dovuti ai combattimenti.
Nel Rapporto sull’intervento umanitario dell’Unicef per il 2007, diffuso lunedì 29 gennaio dalla stessa agenzia, sono presentate le azioni programmate in 33 diverse aree di emergenza nel mondo. L’appello complessivo lanciato ai donatori è di 635 milioni di dollari. Per quanto riguarda il Medio Oriente sono previsti interventi mirati in Libano e nei Territori palestinesi.
Secondo il Rapporto, il conflitto tra Israele ed Hezbollah, che ha colpito il Paese dei Cedri tra il 12 luglio e il 14 agosto dello scorso anno, ha avuto «conseguenze devastanti sui bambini». Le scuole completamente distrutte sono più di 40 e quasi 300 istituti risultano danneggiati in modo più o meno grave. L’agenzia dell’Onu per l’infanzia si impegna per questo ad assistere il ministero dell’Istruzione libanese nel pianificare e attuare la ricostruzione del settore scolastico. Inoltre è prevista la consegna di attrezzature a tutte le 1.400 scuole pubbliche e l’organizzazione di corsi di formazione per insegnanti sulle tecniche di assistenza psico-sociale.
Sempre in Libano sono in programma interventi per riattivare l’assistenza sanitaria, facendo ripartire il servizio di vaccinazione. Importanti, poi, le campagne di informazione sulle mine inesplose, pericolose soprattutto per i bambini.
Ma l’attenzione è puntata anche sui minori dei Territori palestinesi. Nel Rapporto Unicef si parla di una crisi umanitaria ormai «sull’orlo del disastro». Gli indicatori della condizione dell’infanzia sono peggiorati: il 10 per cento dei bambini è cronicamente malnutrito, il 50 soffre di anemia e il 75 per cento di carenza di vitamina A. I combattimenti, l’instabilità interna e il blocco delle risorse destinate all’Anp hanno lasciato il segno sulla popolazione e in primis sui bambini.
I fondi che l’Unicef vuole raccogliere per i Territori palestinesi sono per questo consistenti: 8,6 milioni di dollari per l’assistenza sanitaria e la nutrizione, 4,3 per garantire l’acqua potenziando pozzi e rete idrica, 6,3 milioni di dollari per interventi nel campo dell’istruzione e infine 6,5 a favore degli adolescenti e di progetti per la protezione dell’infanzia.
A novembre, dopo reiterate richieste ai donatori, l’Unicef era riuscita a raccogliere quasi la metà della cifra necessaria per gli interventi previsti nel 2006. «Molte crisi rimangono fortemente sotto-finanziate – ha detto il direttore esecutivo Ann Veneman – senza fondi adeguati, le attività essenziali salva-vita per milioni di bambini non possono essere portate avanti e la vita di quei bambini continuerà a essere a rischio».