Un ponte per Betlemme
Barriera di sicurezza, Muro dell'apartheid. A seconda del proprio punto di vista, israeliani e palestinesi la chiamano così quella triste muraglia grigia, alta almeno otto metri, che oggi ferisce la Terra Santa. «Non di muri, ma di ponti c'è bisogno oggi» ebbe a dire Papa Giovanni Paolo II. Per ribadirlo ancora una volta e per esprimere solidarietà a Betlemme, cittadina palestinese ormai rinchiusa dal Muro, è stata indetta questa Giornata di sensibilizzazione e preghiera.
Il primo marzo 2004 a Betlemme le gru israeliane ponevano sul terreno i primi sei blocchi del Muro che ormai cinge la città. Gli israeliani lo chiamano «barriera di sicurezza» – a difesa dagli attentati che durante la seconda Intifada sono costati la vita a molti civili -, i palestinesi lo definiscono «muro dell’apartheid».
Di certo, l’imponente manufatto rappresenta una nuova ferita per la Terra Santa, che ha bisogno di ponti e non di muri, come ebbe a dire Papa Giovanni Paolo II.
Per ribadire proprio questo, per non rassegnarsi al fatto compiuto e per sensibilizzare l’opinione pubblica, un gruppo di organizzazioni promuove per il primo marzo l’iniziativa
Giornata di sensibilizzazione e preghiera contro il Muro
La paternità dell’iniziativa è di: Centro Al-Liqa per il dialogo interreligioso, Pax Christi Italia, Seminario diocesano di Gerusalemme, Pattuglia Terra Santa dell’Agesci della Toscana, Suore del Baby Hospital di Betlemme, Associazione Habibi Terra Santa.
Per saperne di più clicca qui e accederai alle pagine web di Pax Christi Italia che presentano l’iniziativa e le proposte di animazione e i materiali audiovisivi per le persone e i gruppi che vorranno aderire.